Tutti noi abbiamo un pozzo di San Patrizio nel quale lanciare qualcuno. Per quanto mi dicano che non è un buon modo di cominciare l'articolo, non prendiamoci in giro: se potessi avere  un pozzo senza fondo, io personalmente lo riempirei di gente. E poi mi affaccerei sorridendo e saluterei dall'alto, neanche a dire < Che aria tira lì sotto? State comodi? > È  facile pensare a quel pozzo come un modo per sfogarci, ma chi ci può dire che non c'è un pozzo in cui finiremo anche noi, un bel giorno?
Ad Hogwarts San Patrizio è una festa come le altre. Ad Halloween ci si maschera, a Capodanno facciamo incetta di calendari – di ogni genere, nessuno giudica, Jude Mellark – e a San Patrizio beviamo. Qualcuno indossa trifogli, qualcuno si tinge di verde le guance in una pessima imitazione di un moke malaticcio, e qualcuno trova da bere. Per caso, eh. Non che quei due poveracci volessero davvero trovare quella bottiglia in mezzo alla strada. < E questa come c'è finita? Grazie, San Patrizio! > 
Nonno Percival mi ha sempre costretto a calciare gnomi in giardino scalzo, a San Patrizio. La maggior parte dei casi era colpa di qualche stornello che non potevo evitare di canticchiare il 17 Marzo, pronto a tirar fuori la scusa < Ma è San Patrizio che vuole! > Brav'uomo Percival O'Flynn, avrebbe dovuto lanciarmi nel suo pozzo, perchè pensare che Lá Fhéile Pádraig sia soltanto bere un goccio e fingere di vedere quattro Muldoon per fare i gradassi, merita una punizione peggiore di qualche morso di gnomo sugli alluci. 
E poco importa se cantate “There’s whiskey in the jar” o che vi sentiate Tim Finnegan incarnato, non bisogna essere nati in Irlanda per conoscere la leggenda secondo cui San Patrizio cacciò in mare tutti i serpenti d’Irlanda. E non è tutto qua, geniacci. San Patrizio era un duro, okay? 
E non è che questo un giorno si alza e pensa < Sti serpenti, però.. > arriccia il naso e si imbottisce di soda bread, goccino di burrobirra nera e prende una campana. Una campana, sì. La lancia sul Croagh Padraig e i serpenti si sentono un po’ in soggezione, sapete, < Meglio squagliarsela, qua volano campane. > fine, San Patrizio sei un duro, beviamo per dimenticare i serpenti!nome immagine
Ma San Patrizio non era un duro. Magari era pure preoccupato per i GUFO, magari aveva la testa altrove, sapete? Magari nell’ultima partita di Quidditch aveva fatto schifo, ed ora si sentiva in colpa ad aver preso a pugni il suo migliore amico, per qualche stupido motivo che nemmeno ricordava. San Patrizio era un sempliciotto, e come la maggior parte di noi, voleva starsene tranquillo. Senza serpenti. Ci ha pensato molto, eh, quaranta giorni e quaranta notti sul monte Croagh Padraig a pensare alla sbarbina che gli piaceva, a quelli che invece lo volevano morto, e alla scopa nuova che avrebbe tanto voluto avere. Ci ha pensato tanto, quaranta giorni e quaranta notti non sono poco tempo per scegliere se fare o no la cosa giusta. Ha preso una decisione, e ha scagliato la campana sul monte. Poteva lanciarla altrove, magari sulla casa del migliore amico che aveva preso a pugni, ma ha deciso di lanciarla contro i serpenti, alla fine.
Così come il pozzo in cui lanciare gente, anche noi abbiamo i nostri serpenti. E non basta un goccio di burrobirra e un pezzo di soda bread per decidere di scagliarci sopra una campana. E non servono nemmeno quaranta giorni e quaranta notti, per decidere di fare la cosa giusta. A volte basta fermarsi un attimo e chiudere gli occhi, il tempo di tre respiri profondi, e tutto è più chiaro. 
Chiedo scusa, a chi sente di dovermi perdonare per qualche motivo, e lo chiedo dopo i miei tre respiri. Jude Mellark non me ne voglia, se mi piace punzecchiarlo. E sarò di nuovo il Tebby che conoscete, perché dopotutto non ho mai smesso di esserlo. La squadra perdoni il mio modo di fare da cretino, e qualcuno metta una pietra sopra le volte in cui non gli ho creduto, ma ho continuato a pensarla a modo mio, anche se nel torto. Potrei continuare all’infinito, ma non basterebbero quaranta giorni e quaranta notti. A modo mio sto cacciando via i serpenti, e anche se non mi faranno Santo, potrò pensare di aver fatto la cosa giusta, per una volta. 
Bevete, e storditevi di nascosto, vestite di verde e riempitevi di trifogli. Non per dimenticare, ma per festeggiare dopo aver cacciato in mare i vostri serpenti. Dopo tre respiri, potreste arrivare a capire che non c’è bisogno nemmeno di quel famoso pozzo senza fondo nel quale lanciare la gente. Il mio lo chiudo oggi, di fronte a questo foglio. E voi?

Tommy O'Flynn. Approdato a La Voce degli Studenti direttamente da Brolandia con lo pseudonimo di Grinzafichissimo Tipo Misterioso, il camuflone irlandese si è fatto conoscere al grande pubblico per la spiccata tendenza verso gli sport estremi quali il lancio del ma…ntello – prima tappa obbligatoria del Tebby Desnudo – e il sollevamento p…ulzelle i cui progressi sono misurati in base alla gamma di acuti lanciati dalle stesse fanciulle. Nel tempo libero – a meno che non sia impegnato a tubare con Ian O'John come uno Jabberknoll al termine della sua esistenza – si ricorda anche di far parte di un giornalino scolastico che delizia con interventi di una sincerità disarmante ed una traduzione necessaria per sopperire al facile slang tribal-irlando-pubbistico di cui si fregia abitualmente. Difficile dire cosa c'è nel suo futuro: persino i fondi di zucca sono evaporati da soli per non dover rispondere!