Controeditoriale

di Merida McReady

Funziona così: i simpatici elementi che compongono questa redazione ancora per qualche giorno almeno, organizzano una congiura chiamata votazione per il nuovo Caporedattore…e ti incastrano. Sorridono, anche, cercando di convincerti che sei la più vecchia – scribacchinamente parlando ci tengo a precisarlo – o che dovrai reggere la baracca solo per un anno scolastico, sempre che i M.A.G.O. non si relazionino a te come le buone maniere fanno con Evan Miller. In pratica? Pensano di prendermi per la Troll del villaggio che non ha chiaro il loro reale intento: farmi diventare una signorina dabbene che – una volta messa a capo del giornalino scolastico – deve anteporre un certo grado di consapevolezza, attenzione e soprattutto riguardo, prima di intingere la piuma nella boccetta di inchiostro. Credete di essere divertenti, non è vero? E magari vi aspettate anche che scriva struggenti messaggi per la vostra dipartita dal castello.
Addio.
Ave a te, Hogwarts. A quanto pare è la nuova Caporedattrice de La Voce degli Studenti che ti scrive e vuole chiarire subito un paio di cose, in modo che a settembre non vi sia alcuna sorpresa: dimentica, come prima cosa. Scordati la correttezza di Ivy Hevenge ed il suo invidiabile equilibrio davanti alle situazioni che comunemente appestano una redazione, come evitare di dire apertamente a Maol Faccia da Cu…ore O'Neill che le sue iniziative verso le associazioni scolastiche poteva tranquillamente ficcarsele sino al colon (visto? non ho usato nessun termine volgare, la maledizione è già iniziata!). Sul serio – e dico direttamente a quelli fra voi che ancora mi rivolgono la parola anche solo per insultarmi – come si fa a trasformarsi in una Caporedattrice degna di un giornale secolare come questo, quando il soggetto in questione (io) sino a doman…ogg…ieri ha sventolato tutt'altro vessillo? Come si fa anche solo a prendere in considerazione l'ipotesi che a tale soggetto (sempre io) bastino due mesi per far propri la sagacia di Alfred Lewis, il fascino attira elettori di Leroi Gordon o il piglio di Margareth Lowenn? In poche parole: come posso essere qualcuno che dirige e controlla se son la prima a dover essere diretta e controllata per fare in modo che non mi lasci prendere la mano?
Capite bene che c'è un errore di fondo, in tutto questo, ma comprendete anche come non mi possa tirare indietro e lasciare questa incombenza ad Allen; voglio dire: avrà anche capito verso dove punta la via maestra del giornalismo scolastico, ma resta comunque un Corvonero. E quindi eccomi qui con la piuma a mezz'aria che cerco di farvi vedere perché dovreste leggere i miei editoriali o comprare il giornale che andrò a dirigere da settembre. Sarò breve: dovreste perché sono scozzese. Perché la rivoluzione fa parte del mio dna come l'accento o il lancio dei tronchi ed è quindi la sola cosa che posso promettervi ad iniziare dagli scribacchini che vorrei avere in giro per la redazione. Pensate di avere qualcosa con cui intrattenere questa Scuola? Volete fare la differenza? Il Quidditch non vi fa lo stesso effetto di un Dissennatore? Siete fatti per me! Per noi, anzi. Non vi voglio illudere, sono la prima a sperimentare qualcosa di nuovo e probabilmente non nelle mie corde, ma c'è un proverbio delle mie parti che credo possa fare da guida sia a me che a voi, in questi mesi di vacanza: il Kneazle timido fa il Topo Enfatico coraggioso.
Se arrivate a comprenderlo…magari spiegatelo anche e me!

 

La rinascita della carta


Ieri non è successo niente, va tutto bene. La ricerca è ferma, niente da segnalare. Ehi, questo sì che è un gran giramento di co…ntrobolidi!
La carta stampata si è ribellata così, con uno sciopero dell'inchiostro. Poco? Dipende dai punti di vista. Nel notare le copie vuote che uscivano dalle edicole, la gente ha cominciato a farsi domande. E quando ci si fa domande si inizia a pensare e a rendersi conto che Ohibò! direbbe Thibodeau di Incantesimi Ispirati, qui qualcuno ha iniziato a sniffare il legno della propria bacchetta, oh oh! 
Arriva, prima o poi, il momento in cui si sente la necessità di rompere gli schemi, perché per quanto scomodo è la via più diretta per poter ricostruire. Il 3 maggio i giornali hanno rotto gli schemi, mostrando quel che davvero rappresenta la carta stampata. Non il Crup da compagnia del governo, ma un Runespoor dotato di capacità di giudizio, di critica e di sogno. Dev'esserci stato un momento in cui personalità come Damian Southgate del Profeta si sono vergognate di intingere la piuma nella saliva con cui leccare il Ministero. Un momento in cui gli storici direttori di Queste Oscure Materie e Trasfigurazione Oggi, Blake e Dalloway, si sono guardati in faccia e si sono chiesti dove era andata a finire tutta la fatica che avevano fatto negli anni per raggiungere alti standard nella ricerca giornalistica.
E se persino il Cavillo della Lovegood ha avvertito la cappa di grigiume che stava appiattendo il nostro mondo, figurarsi come si è sentito il Wizarding, Billywig bianco che provava ad insinuare notizie come si deve nelle orecchie foderate di prosciutto della gente. Il sacro Quidditch, poi, pare sia andato avanti per i suoi anelli, ma chiedete pure a Dale Everett quante colonne bianche ha dovuto lasciare la Civetta per i numerosi scioperi di altri sportivi.
Ma la domanda che ad un certo punto là fuori si sono fatti è: che pensano di noi i ragazzi che ci leggono da Hogwarts? Rappresentiamo quello che li aspetta, pretendiamo di essere il gradino superiore per tutti quelli che, dopo aver riempito le righe di un giornale scolastico, verranno da noi. Concretamente che cosa gli stiamo offrendo? Notizie distorte, vuote, che non servono a nessuno. Allora al Gramo! Non è questa la dignità dei grandi giornali, possiamo essere di più che macchie d'inchiostro gettate su una pergamena.
Quest'estate le porte del Palazzo dei Giornali e quelle delle redazioni periferiche saranno aperte a chi vorrà andare a dare un'occhiata alla carta che rifiorisce e torna ad alzare il suo livello. Che il vostro sogno sia di scrivere per un giornale o meno, non perdete l'occasione di vedere i posti dove ciò che avviene nel nostro mondo viene fissato come un Incanto d'Adesione al reale.
E non la realtà decisa da qualcun altro, ma quella che i nostri sensi percepiscono, al di là del modo in cui viene poi filtrata ed interpretata. Non esiste una realtà dorata, pura, come una bolla di Limbo che scintilla solo perché riflette una luce che in realtà acceca. Esiste invece una realtà dalle tante sfumature che ognuna delle testate giornalistiche rappresenta, in modo tangibile, con le sue ombre e le sue storture. E' una realtà con cui ci si deve scontrare, facendone colare sangue nero da inserire nelle presse.
Gli Incanti Tipografici sono pronti, le piume e le pergamene aspettano solo che qualcuno le afferri e ci riversi dentro se stesso, spazzando via il grigio a cui volevano condannarci.
Ieri non è successo niente, va tutto bene.
Balle, stava andando tutto a Morgane.
Ieri è successo molto. Il resto, adesso, tocca a noi.