Vita da Preside

di Loreen Wallace

Mentirei se dicessi che la presenza dei signori Muldoon nel mio ufficio l'ultimo giorno di scuola mi ha sorpreso. Tuttavia, ammetto di non aver indovinato subito il motivo della loro "richiesta di udienza", hanno usato esattamente questi termini e credo di aver anche intravisto un grosso cappello da ciambellano.
Gary Wallace, classe 1965, era il fratello di mio nonno. Aveva 15 anni quando ha composto il gruppetto di fondatori della Voce, nel 1980. Da allora, la maggior parte dei Wallace è stata caldamente invitata a partecipare al giornale scolastico voluto da Seann Gary, come lo chiamavano noi pronipoti. Mio fratello Morgan era molto più bravo a scrivere, ma quando si è magato tutti hanno ritenuto che un'altra Wallace dovesse prendere il suo posto e così ho provato anche l'ebbrezza della parola stampata. Ed è magnifico e sorprendente come l'eredità prosegua, con altri nomi, ma con ramificazioni di uno stesso albero.
Ma non è una disquisizione storica che i signori Muldoon sono venuti a chiedermi, come dicevo. Com'è una Vita da Preside? Sono certa che la risposta, anzi, le molteplici risposte dei miei venerabili predecessori appesi in Presidenza sarebbero molto più avvincenti, ma proverò a dirvi cosa sono stati questi ultimi sette anni per me. Salire a capo di Hogwarts a trentasette anni è un onore, un onere e un rischio allo stesso tempo. Vorrei dire che è una circostanza più unica che rara, ma non rispetterei né la storia della scuola né la memoria di uno dei maghi migliori del nostro passato più recente, il preside Piton. Siamo stati in due, dunque, motivo per cui di tanto in tanto mi soffermo sul suo ritratto, uno dei pochi, assieme a quello del preside Silente, che sa esprimersi senza necessità di usare le parole.
Hogwarts è un luogo pieno di segreti. Nei miei vent'anni qui, i primi tredici come insegnante, non mi sono mai sognata anche solo di pensare di poterli conoscere tutti. Qui è dove la magia cresce ed evolve, dove diventa viva, dove viene insegnata e preservata, ciclo dopo ciclo. Qui è dove si formano i maghi e le streghe che si trovano là fuori, questo è il punto di partenza da cui molte strade si avviano e, una volta fuori, si separano, in una direzione o nell'altra. Ho sempre pensato che uno dei segreti di Hogwarts fosse proprio questo, il suo essere culla e cuore pulsante della magia, il luogo in cui ognuno di noi comprende cosa implica poter impugnare una bacchetta. E' il motivo che spinge molte persone a tornare o a voler restare. Sto divagando, sì, è possibile. Ma credo non si possa parlare del Preside senza parlare di Hogwarts. Perché, vedete, non è Hogwarts che appartiene al Preside, ma è il Preside ad appartenere ad Hogwarts. Magari è solo una visione poetica o qualcosa che mi piace credere per dividere con qualcuno, sia pure esso un'entità non reale, il peso di questo compito.
Talvolta la vita da Preside mette a dura prova. Talvolta si prendono decisioni poco condivise e non si ha davvero la possibilità di far comprendere le proprie motivazioni. Non si può essere un buon mago o una buona strega se non si è umani. E non intendo un'umanità che si misura nella lunghezza dei denti, la presenza di squame sulla pelle o con le variazioni della luna. Però questo essere umani rende estremamente difficile avere una visione d'insieme, una visione che permetta di avere il quadro generale e di poter prendere le decisioni migliori per l'intero insieme. D'altra parte, guardando Hogwarts dalle montagne, si ha sì un quadro d'insieme: si vedono le torri, i cortili, gli anelli del campo da Quidditch, i portali e, anche se in piccolo, le persone che vi abitano. Però si rischia di perdere qualcuno, in questa visione d'insieme, di perdere di vista i più piccoli, i più nascosti. Allora qual è la soluzione? E' una bella domanda e forse un giorno avrò una bella risposta. Forse una vita da Preside, una vita intera, porta molte risposte o forse porta solo nuove domande. Una persona che stimo molto una volta mi ha detto che il tempo è un soggetto bizzarro con cui avere a che fare. A volte si crede di averne molto a disposizione per ottenere risposte. A volte ci si accorge che il tempo ci è sfuggito dalle mani o si pensa di averne troppo poco alle spalle per poter sperare di fronteggiare tutto quello che verrà. E di conseguenza, a volte, si ritiene più saggio farsi da parte. Ma altre volte, proprio quando si crede di essere arrivati in fondo alla corsa, si scopre che in realtà era solo una curva. Ed è quando si inizia a pensare che quella curva nasconda il nulla, che ci si fa coraggio, che si viva una vita da Preside o un'altra delle innumerevoli vite che il nostro mondo contiene, ci si fa coraggio e si oltrepassa la curva. E si vive ciò che c'è al di là.
Pare, infine, che in una vita da Preside non possa mancare il ritratto tradizionale, ma non è l'olio su tela né un incantesimo di animazione a rendere veramente chi è stato un Preside. Ci sono ritratti che parlano senza emettere suono, come dicevo. E' quello che abbiamo fatto che parla per noi, ed è per questo che una Vita da Preside, in realtà, non può avere davvero espressione nelle parole.

 

Controeditoriale

di Leroi Gordon

Così, eccoci qua. Mi hanno detto di scrivere il Controeditoriale, perché dicono che sarò il nuovo Caporedattore della Voce. Io. Nuovo Caporedattore. All'inizio non ci credevo. Ho pensato che sicuramente si trattava di uno scherzo, voglio dire, ha l'aria di essere certamente uno scherzo perfino adesso, proprio mentre sto scrivendo questo pezzo. Poi, è subentrato un certo senso di euforia. È comunque, in un certo senso, anzi, in molti sensi, un traguardo importante. La Voce avrebbe, se il fatto si rivelasse veritiero e non un gigantesco pesce d'Aprile fuori stagione, un Caporedattore Tassorosso dopo un sacco di tempo. Non so precisamente quanto, ma considerando che i gemelli Muldoon hanno creato un protocollo di sicurezza speciale per proteggermi da eventuali attacchi di pazzi squilibrati ed evitare così la mia estinzione, deve essere un bel po' di tempo fa. Il fatto che il protocollo preveda due Schiopodi Sparacoda come guardie del corpo mi dà qualche pensiero su quanto i due gemelli tengano realmente alla mia incolumità, ma sono sicuro che stessero scherzando quando hanno proposto questa strana misura di sicurezza. A meno che non siano dei veggenti e abbiano utilizzato "Schiopodi Sparacoda" come una sorta di metafora per indicare l'avvento di una nuova coppia di gemelli che accolga la loro eredità e che siano addirittura più deva… vivaci – volevo dire vivaci – di quando siano stati loro. Solo il tempo ce lo dirà. Per ora so soltanto che mi mancheranno tantissimo. Non ci potremo più rifugiare nel Baule per evitare i loro protocolli di sicurezza e quindi sfornare articoli uno dietro l'altro. A modo loro spronavano la redazione a dare il meglio di sé. Ora come ora, sto inoltre vivendo una sorta di terrore alla prospettiva del mio prossimo – eventuale – insediamento. Da quello che ho capito, in un certo senso sono stato una sorta di "seconda scelta" per i membri della redazione, visto che la vincitrice effettiva della carica sarebbe dovuta essere Giselle Lanfrad. Tuttavia la Serpeverde – e io segretamente la scruto con uno sguardo penetrante e gli occhi sottili per questo, ma non ho cuore di andare oltre perché le voglio bene – ha rinunciato alla carica. Per fortuna mi affiancherà come vice, perché se non ci fosse lei penso che potrei esplodere. Del resto, lei avrà i M.A.G.O. il prossimo anno, è un traguardo importante ed è giusto che si impegni al massimo per avere i voti necessari per intraprendere la carriera che ha sempre sognato. L'unica cosa positiva del fatto che andrà via da Hogwarts, sarà che Tassorosso, tra due anni, potrebbe avere la possibilità di sconfiggere Serpeverde. Che cosa volete che vi dica, io ci spero sempre, ad una vittoria Tassorosso nel campionato di Quidditch! Ancora non mi è mai capitato di vincere, in tanti anni di onorato (?) servizio.
Forse dovrei lasciare da parte queste mie piccole ambizioni sportive, sarebbe un segno di crescita personale e un segnale di maturità sufficiente per gestire il giornalino della scuola con responsabilità. Non so se riuscirò ad essere sufficientemente propositivo, incoraggiante, disponibile, attento e costante, ma cercherò, come è nella mia natura, di dare il meglio di me, sempre, per la mia redazione e per voi lettori, che ci seguite sempre con sguardo attento e spirito critico, che ci avete sostenuto leggendoci per tutti questi anni, cosa che spero continuerete a fare anche se il futuro Caporedattore della Voce sarà a tutti gli effetti un po' inetto. Prometto solennemente di avere molte buone intenzioni e molti buoni propositi per continuare a raccontare la vita di Hogwarts a tutti gli studenti che la vivono quotidianamente, riportando in modo sincero e veritiero la vostra Voce e quella dei fatti che si svolgono entro queste massicce mura. La Voce è ormai qualcosa che ha una tradizione solida, che si è formata ed è stata mantenuta dalla sua fondazione ad oggi. Non è certo mia intenzione sconvolgere la sua struttura, perché farlo significherebbe dover cambiare completamente la redazione che la compone. La Voce è senz'altro prima di tutto il frutto delle mani che la redigono, studenti brillanti, compagni allegri e amici sinceri, perché mai doverli cambiare? È senza dubbio per questo che mi sento tanto triste nel vedere alcuni di loro andarsene per intraprendere la loro strada. La Voce è una famiglia. E come tutte le famiglie, vuole bene ad ogni singolo suo componente, senza eccezioni. Ed esattamente come una famiglia, non reagisce benissimo al distacco. Questo controeditoriale è diventato veramente troppo serio ed ha costretto i Muldoon ad attivare il protocollo di sicurezza #45, (iniezione d'emergenza di divertimento rainbow style) riempiendo la stanza di arcobaleni (ma come hanno fatto?) ed ora mi risulta molto molto difficile concentrarmi. Quindi è meglio se chiudo qui. Buone Vacanze a tutti! Ve le siete meritati!