L'ANGOLO DEL TIFOSO: ROBERT MCREADY

Philip, che ne dici di condividere un pezzo del mio kilt di famiglia da mangiare, uhm? De-li-zio-so. Il kilt, ma anche lo zucchero filato di cui mi vien voglia ogni volta che guardo mr Luglio, per colpa tua ingrasserò tanto che "lasciare una voragine dietro di me" non sarà più una metafora (sarà la giusta punizione per aver ricordato il calendario ndP). Sì, ho apprezzato. Ma piantala di dire che sarai ricordato solo come inforchettato, di darti definizioni e compagnia bella. Quando sono andato via, tu sei diventato lo sport. E indipendentemente dal modo che hai scelto per parlarne, vedrai che un buco lo lascerai anche tu. Dai qualche calcio da parte mia per evitare che qualcuno di incapace cerchi di riempire quel buco. Bene, quest'angolo me lo prendo io e sai già di che squadra parlerò. Ti sorprenderà sapere che non lo riempirò di nerdate, però. Perchè i Wigtown Wanderers? Ecco una bella storia. Quando si era tutti più piccoli, anche se d'età diverse, io e i miei cugini facevamo la nostra squadra di Quidditch domestica e passavamo le ore a prenderci a mazzate, che sostanzialmente era la nostra idea di giocare a Quidditch. Ricordo che fui ammesso in squadra a… quanto? Cinque anni, mi pare. Con me diventammo sette, sette McReady con regole di gioco piuttosto personali. Un giorno, però, la tragedia: uno dei miei cugini più grandi, Rodrick, si trasferì per lavoro e ormai aveva poco tempo per tornare a giocare. Iniziammo a giocare in sei e, data la tendenza a fare regole personali, a me non parve un problema. Qui entra in gioco un poster dei Wanderers. Era un poster storico, con la primissima formazione, ovvero quella dei fratelli Parkin. Quattro fratelli e tre sorelle, sette consanguinei misti. Non cinque, non sei… sette. La cosa mi disturbò. Non potevamo essere da meno dei fratelli di Wigtown. Non avevo una squadra preferita all'epoca, come spesso succede tifavo quelle di cui vedevo gli stendardi in casa – Banges, Wanderers, talvolta Kestrels. I Wanderers, però, diventarono di colpo il modello. Il modello da superare. La soluzione per me era ovvia: serviva un altro componente. Fu così che passai diverse settimane ad assillare tutte le donne della famiglia, dalle più vicine – mia madre – alle più distanti nel grado di parentela – una proprozia cui mi offrii di mungerle le mucche se avesse avuto un bambino. Tutti pensarono che volessi un fratellino o qualcuno di più vicino alla mia età con cui giocare. Da quello che mi hanno raccontato le donne della famiglia erano tutte un "aaaww" quando mi vedevano – non solo perchè ero il più bello, ma anche perchè per la mia richiesta mi giudicavano tenero. Iniziarono a pensare che avessi qualche gobbiglia fuori posto quando presi a chiedere anche a Myra se era incinta (all'epoca aveva 13 anni), mentre Medora mi minacciò di picchiarmi con un bastone da montagna incantato se avessi chiesto a lei – sì glielo chiesi, sì mi mandò il bastone contro, sì poi le feci gli occhioni e si commosse, almeno per qualche ora. Finalmente il grande giorno: una zia restò incinta. Vollero essere tutti presenti quando lo disse anche a me e mi chiese, ridendo: preferiresti un maschio o una femmina? Io risposi che volevo un McReady, quel che aveva tra le gambe non mi importava. Ed ebbi il mio settimo componente. Tanto per stare sicuri, i miei mi spiegarono che doveva passare qualche anno prima che la nuova arrivata potesse giocare con noi, perchè prima doveva crescere un po'. Io mi arrampicavo sopra la sponda del suo lettino e la guardavo, ogni tanto le domandavo "stai crescendo?". Dopo qualche anno non so chi mi pose il dilemma "e se il Quidditch fosse faticoso per lei?". Avevo chiara la differenza tra maschi e femmine, ma avevo altrettanto ben presenti le regine del Quidditch, nonchè la figura di mia nonna che spaccava legna. La risposta alla mia domanda fu semplicemente indicare mia cugina che scagliava un sonaglio contro il muro facendolo in tanti pezzi. Da allora ogni sera andavo sotto il poster storico dei Wanderers e, al poster, indicavo mia cugina, o la direzione in cui presumevo si trovasse al momento Un giorno – lei aveva poco più di un anno, io quasi sette – scoprii che al mio settimo componente il Quidditch non piaceva granchè e nello shock del momento le tirai contro una pluffa artigianale. Andò a terra come una bambola, allora io la tirai su, lei per tutta risposta mica pianse, fece una faccia perplessa, strabuzzò gli occhi, mi vomitò addosso e si mise a ridere. Poi mi indicò e insieme a un po' di bolle fece "Rabbbb". Ero il primo che chiamava per nome. La adoro da allora, e da allora ebbi le idee chiare sia sul fatto che sarei sempre stato un po' strano agli occhi di molti sia sul mio credo quidditchistico.
Questa è la storia del perchè tifo i Wanderers. O forse è solo una bella storia, mentre in realtà tifo i Wanderers perchè quando mi avvicinai a questa squadra c'era il mito Butz agli anelli, Homley era al culmine della carriera, capocannoniere della nazionale, il primo battitore era Valmiera e formava una coppia formidabile con la Liece. Era il tempo in cui i tifosi formavano una muraglia rossa, si dipingevano addosso ferite da mannaia e nell'aria si sentivano cori stonatissimi che assomigliavano al canto di un Augurey in punto di morte. Erano i 'bei vecchi tempi', come dice mio nonno, in cui alla ribalta della stampa si arrivava per il talento, non per quanta pubblicità si faceva intorno il giocatore, le manovre che tutti volevano vedere non erano quelle dei presidenti delle squadre e quello che colava dalla fronte dei giocatori non erano liquidi profumati ma sudore simile a quello che tutti conosciamo nella concretezza della vita montanara. O forse sono vere entrambe le versioni, sarebbe così strano? Forse, ma ognuno ha le sue stranezze e le mie me le tengo strette.

A Catapulte ferme, le gazze perdono l'imbattibilità

Ciao, sono sempre Philip Noreal e malgrado l'aspetto diverso della pagina che avete sotto gli occhi, questo è l'articolo che dà conto del Campionato di Lega di Quidditch. E' sport, in pratica, ma ho deciso di eliminare – per una volta o forse da qui alla fine dell'anno scolastico – tutte le tabelle ed i numeri che spesso spaventano chi mette tutta la buona volontà per avvicinarsi a questo sport. Sto cercando di portare il Quidditch a dimensione di studentessA media che va alle partite per vedere le chiappe di Tommy O'Flynn e non sa il punteggio finale dell'incontro sino a quando non lo sente urlare a qualche studente degli anni bassi che ancora riesce ad entusiasmarsi per il giocato e non per tutto il contorno che spesso avvelena l'ambiente, scolastico e non. Un'impresa impossibile, dite? Beh, queste cose non mi hanno mai spaventato, si sa.
E quindi eccoci qui, a commentare il primo passo falso delle Gazze che non sembravano perdere un colpo un po' come Grifondoro sta facendo al momento a Scuola con la Coppa delle Case. Se ad Hogwarts il re dei punti guadagnati si vocifera sia Savin Reid, tuttavia, in quel di Scozia il ringraziamento più sentito dei tifosi va comunque a Iordan Mitea nonostante il più noto – e pagato – cercatore si sia fatto fregare il boccino da Meggie Seller, finora impalpabile sostituta di Krystal James. Evidentemente la cura dei Muldoon ha fatto il suo effetto anche a distanza. Che poi i Magpies abbiano perso fondamentalmente perché l'incontro è durato solo quattro minuti non è di certo una consolazione, in quel di Montrose. Tornano alla vittoria anche le Mannaie del mio amico Robert McReady che questo mese ci onora della sua presenza ritagliandosi l'angolo del tifoso qui accanto; unica nota stonata, in un incontro durato meno di mezz'ora, il serio infortunio di Rowena Abyss – sempre colpa di Sean e Jericho – che dovrà armarsi di pazienza e un buon letto comodo anche lei, al di là della minaccia promessa dei gemelli. Nell'ambiente questa serie di infortuni ha già preso il nome di Maledizione di Hogwarts. Del resto, se al castello l'ultima iniziativa di San Valentino della squadra di Quidditch Grifondoro ha inondato la Sala Grande di cartoline dai messaggi velatamente ambigui, la risposta dei Bats alla sconfitta dei rivali storici non ha tardato a farsi sentire, con una vittoria fulminea, concreta e senza fronzoli ai danni dei Pride, con un Grujensson in vena di chiudere subito in cantina le velleità della Buonarroti e Szetela – migliore in campo – pronto a trafiggere gli anelli difesi da un'incolpevole Juliet Lucky. Si ricompone in questo modo la distanza di due punti tra i Magpies e le dirette inseguitrici, dopo il tentativo di allungo della tornata precedente che ha portato la squadra scozzese sino ad un distacco di quattro punti. Ad avvantaggiarsi della battuta d'arresto della squadra leader in classifica non sono stati, però, solo i Pipistrelli, ma anche gli stessi Falcons che – complice un'ottima prestazione di Jeremy Clover già dall'incontro con i Bats della giornata precedente – stavolta hanno fatto un sol boccone dei Tornados. Cinque minuti sono stati necessari a Clover per aver ragione di un Walter Creed che tanto aveva illuso i propri tifosi dopo l'incontro vinto con i Kestrels. Stavolta, l'ex Serpeverde Clover ha ammutolito tutta Tutshill, compresi Dirk Hargreaves e Relena O'Neil, impossibilitati a mostrare il proprio gioco esattamente – ma a risultato invertito – come successo ad Elenoire Glorbander e Nigel Jarvis nella vittoria ai danni delle Gazze.
Con Krystal James ancora lontana dal campo di gioco e lo scivolone di Mitea, il ruolo di miglior Cercatore nel Best Seven de La Civetta dello Sport è stato assegnato all'intramontabile Angelina Coast, vera e propria trascinatrice dei Cannoni in quella che – a detta di molti – era la partita più facile della giornata. A tal proposito, tuttavia, non credo che sarebbero stati comunque in molti a scommettere su un incontro durato anche più dei borbottii nazional popolari con cui James Blueberry commenta qualsiasi cosa possa sentire o leggere, lista dei libri da acquistare compresa. Eppure, sarà stato lo spirito di rivalsa di Ismail Fehr che proprio non ci sta a convivere con quei zero punti in classifica o sarà merito di un Thurso autore di ben undici marcature prima della conquista del boccino da parte della sua squadra, ma a Chudley questo quinto posto in classifica piace abbastanza, di questi tempi. Ventuno gol e tanti saluti a chi la dava per spacciata, sono invece il florido commento con cui Venezia Oper rimanda al mittente  le illazioni sul possibile futuro che la vedrebbe lontana dal Campionato di Lega Britannico-Irlandese. Che questi rumors siano veri o meno, infatti, è chiaro che l'estone onorerà probabilmente la sua permanenza nelle Harpies sino al termine del contratto. 
Non è invece proprio un bel momento, quello che stanno attraversando squadra e tifoseria delle Vespe, a quanto pare, lo dimostra non solo la sconfitta contro Elisabeth Dark e compagnia, ma anche il fatto che timidi – per ora, almeno – segnali di protesta hanno tinto, letteralmente, le strade e gli edifici di Winbourne chiedendo a gran voce un cambio di rotta che possa allontanare Taanpaa ed il resto della squadra all'attuale posizione in classifica a ridosso del baratro in cui soggiornano le Catapulte. Per chi non l'avesse ancora intuito – e per il mio orgoglio ferito che non vuole accettare l'esito dell'ultimo incontro – c'è ancora una partita che non ho commentato e sto parlando delle Frecce  uscite vittoriose e moralmente ancora più rafforzate, dopo lo scontro con lo United. Una partita facile, a detta di molti e soprattutto del risultato, ma sicuramente non la più interessante dell'intera ottava giornata di Campionato a differenza di quanto accaduto durante il turno precedente tra Harpies e lo stesso United. Quello si che è stato un incontro combattuto a suon di gol e bolidi fumanti! In quest'ultimo caso, ahimè, con un Korsakov ispirato nonostante l'attacco migliore si sia dimostrato comunque quello di Puddlemere, lasciatemelo dire, e soprattutto con Walter Creed onnipresente e con tutte le elusioni possibili, la prestazione del Cercatore degli Arrows è stata – a mio personalissimo giudizio – inferiore solo a quella di un altro pezzo da novanta (stavolta in senso stretto) del Campionato di Lega Britannico-Irlandese. Qualcuno di voi l'avrà già intuito dalla foto che accompagna queste righe, ma per chi non ha mai avuto modo di scorgere un'immagine di quel signore dai lunghi capelli e la barba incolta, sto parlando di Septimus Denters, battitore dei Banges sesti in classifica nonché ultimo baluardo di una difesa che le avrà anche prese dai Wanderers ma – fancrup a quel che dicono le testate giornalistiche di settore – dimostra settimanalmente lo spessore che gli è sempre stato attribuito. E lo si è visto anche al termine di questa partita, quando il possente Capitano dei Banges ha richiamato a sé tutta la squadra di Banchory per un giro di campo in omaggio alla propria tifoseria. Praticamente, un grande. Sempre in termini di curiosità ed aneddoti, ha destato particolare ilarità la cattura del boccino da parte di Elisabeth Dark durante l'incontro vinto dalle Arpie contro le Vespe. Sebbene la sferetta alata sia stata avvistata in precedenza da Tumbledorf, infatti, il boccino ha iniziato a ronzare dalle parti della Tenadova, cosa che non ha impedito di certo alla Cercatrice ex Serpeverde di lanciarsi al suo inseguimento; praticamente – quindi – è come se il Portiere delle Vespe si sia trovato davanti una Kane Lindstrom in ritardo per la cena e diversamente calma – eufemismo – per questa ragione. Non ci sarebbe stato alcun verso di strappare quel boccino dalle mani della Dark, lo si è compreso subito, esattamente come non si dovrebbe cercare di soffiare alcun cosciotto di pollo alla quartina Grifondoro, se il concetto può esservi più chiaro in quest'ordine di idee. 
Ed appena sorpassato il giro di boa, chissà se questa classifica sarà anche quella che osserveremo a fine Campionato. Per ora, se non altro, non sembrano figurarsi grosse rivoluzioni nonostante alcune battute d'arresto, soprattutto nei cieli sopra le Gazze

Philip Noreal. Tassorosso fino al midollo e nativo di Hartlepool (Durham), frequenta l'ultimo anno. Responsabile della sezione sportiva e Vice Caporedattore del giornale, ha promesso ai lettori di non far mai mancare loro la verità, soprattutto dopo gli avvenimenti di inizio anno scolastico. Sulla divisa, ad altezza del cuore, del filo animato ricama alternativamente una O ed una L proprio in segno di commemorazione. Continua a chiedere consigli al quadro dei magati '68 in Sala Trofei anche se si vocifera che non siano più le dritte sportive ad interessargli, quanto quelle semplici regole di vita che lo rendano un buon mago ed un bravo ragazzo. Non ha mai dichiarato sul serio la sua squadra di Quidditch preferita sino a quest'anno, al contrario del suo interesse per Vega che non è mai stato in grado di nascondere. Adepto del sacro baule, per questo motivo ha imparato a scrivere bene anche al buio.