Tempo fa ho sentito la professoressa Welkentosk parlare con il suo assistente – che ormai ha, per il dispiacere di molti, lasciato il castello -  di un argomento madre sul quale, a quanto pare, ha pensato di incentrare delle lezioni extra. L'argomento sono le spade nella storia della magia. Qualcosa di altamente interessante, non ritenete anche voi? Per questo motivo, ancora prima che fosse la docente a parlarne in classe, ho pensato bene di gettarmi a capofitto in una minuziosa ed interminabile ricerca in biblioteca dalla quale ho ricavato del materiale notevole.
La spada è sempre stata un oggetto di lotta prettamente babbano, utilizzato per cacciare, per difendersi dai nemici – in forma umana e non – e per attaccare. Tuttavia, presso i popoli in cui la magia era più o meno sviluppata, l'utilizzo della spada come strumento di attacco/difesa era decisamente limitato anche se c'è chi ha deciso di unire le doti guerriere con quelle magiche nella creazione di spade che siano in grado di inglobare entrambi i mondi. Perciò noi maghi non possiamo vantare di avere una grande riserva di spade storiche (quantitativamente parlando), contrariamente a quello che avviene fra i babbani, ma le poche di cui si racconta nella Storia della Magia hanno peculiarità uniche.
Le più famose in questione, sono le seguenti: La Spada del drago, La Spada nella roccia e/o Excalibur, Diamante, Cortana e la Spada di Godric Grifondoro.

La Spada del drago:
Questa spada era di origine celtica. I Celti, come la Storia della Magia insegna, erano un popolo pressoché pacifico (certo, fin quando non dovettero difendersi dagli attacchi degli altri popoli) e riponevano infinita fiducia nel Drago ed in ciò che esso simboleggiava: i difetti psicologici. Chi sconfiggeva il drago che aveva in sé, sconfiggeva le proprie passioni e debolezze e solo costui veniva nominato da tutta popolazione come “ l'Eroe ”. L'Eroe era infatti considerato il connubio perfetto fra forza, intelligenza e magia al punto da essere visto come il tramite fra la popolazione ed i sacerdoti (coloro che erano dotati di magia). Non erano in molti a riuscirci (se ne conta circa uno in vent'anni) e le prove alle quali venivano sottoposti – del tutto pacifiche – erano fondate principalmente sulla psicologia e la conoscenza di se stessi. Il premio finale, oltre al riconoscimento dell'importante titolo all'interno della popolazione, era una spada soprannominata, appunto, La Spada del drago. L'impugnatura riportava alla perfezione la testa di un drago, con le sfumature del verde scuro e del dorato e la lama era larga (per i normali standard delle altre spade) e parecchio lunga; la punta era d'oro e sulla stessa era incisa la scritta "all'Eroe del drago". Per coloro che non possedevano la magia, tale spada era semplicemente il simbolo dell'essenza stessa della forza del combattente; invece, proprio per la considerazione che i sacerdoti riponevano in tale spada e nell'eroe al quale veniva assegnata, fonti quasi del tutto certe affermano che essa possedesse capacità divinatorie se immersa in acqua e SOLO SE fosse stato l'eroe a farlo.

Excalibur e/o La Spada nella roccia:
L'arcano è sempre stato il seguente (anche fra i babbani): Excalibur e/o La Spada nella roccia? Studi approfonditi ed attuali di storici della magia preferiscono scindere del tutto le due spade. La spada nella roccia era priva di poteri magici di per sé, se non quelli che la legavano direttamente alla roccia, e l'altra, Excalibur appunto, era invece dotata di poteri magici, insieme al corrispettivo fodero.
Cito testualmente dal libro di James O'Lyon…

Il potere derivato dalla Spada nella Roccia fu frutto SOLO di Merlino e della magia che aveva riposto sulla spada. Tramite dei sigilli aritmantici sull’impugnatura e sulla spada tutta, egli fece in modo che fosse SOLO Artù ad essere in grado di tirare fuori la spada dalla roccia; tali sigilli legavano la spada alla roccia e funzionavano con riconoscimento tattile. Ma la Spada in sé non aveva alcun potere, tant’è che si spezzò con estrema semplicità durante un combattimento; tuttavia era inammissibile che la famosa Spada nella Roccia in grado di riconoscere il degno sovrano per Camelot si spezzasse, per cui si trovò rimedio con un’altra spada, ben più potente perché dotata di poteri magici: Excalibur. Una delle caratteristiche di Excalibur era quella di tagliare l’acciaio, caratteristica che non poteva essere racchiusa nella spada dai Celti per le loro diverse capacità; perciò queste doti sono state attualmente attribuite ai Goblin. Le altre sue particolarità sono: garantire protezione al proprietario da qualsiasi tipo di attacco (che non rientri nel campo delle magia oscura)  e – grazie al fodero -  permettere alla persona che lo indossava di non sanguinare se fosse stata ferita. Su queste basi si può tranquillamente affermare che l’impugnatura di per sé fungesse da amuleto grazie a riti e sigilli ben precisi; a sua volta il fodero è stato trattato allo stesso modo, con diversi riti e sigilli, certo, per impedire il sanguinamento al proprietario. Queste ultime due caratteristiche dell’impugnatura e del fodero, invece, sono maggiormente attribuibili ai Celti che hanno pensato di aggiungere quel tocco di magia in grado di personalizzare la spada.

Diamante:
Un nome strano per una spada, lo ammetto, ma non sentenzio perché evidentemente il messaggio che il creatore voleva dare era specifico: preziosa e resistente come il diamante. All'apparenza doveva sembrare una semplice e perfino povera spada, priva di orpelli e particolarità; lama in acciaio di media lunghezza, impugnatura classica con due pietre bianche ai lati. Sono infinite le leggende che ruotano attorno l'esistenza (passata e presente) di questa spada anche se 99 storici della magia su 100 affermano a gran voce che non sia mai esistita ed anche se lo fosse stata non è risultata efficiente quanto il creatore desiderasse. Il periodo era il XVII secolo ed infuocavano le rivolte dei Goblin; nel 1631 l'Interdizione della Bacchetta proibì agli Esseri Magici Non-Umani di portare le bacchette e, quindi, anche ai Goblin. Fra questi uno in particolare, Godric Gellert detto il Solerte, non accettando la privazione delle bacchette ai Goblin e vedendo il gesto come un affronto, decise di ideare un prototipo di spada che potesse proteggerli da ogni magia. Diamante aveva, infatti, la capacità di proteggere il possessore da ogni tipo di maledizione e magia oscura e rispedirla al mittente. Come già detto, alla morte di Gellert (avvenuta in condizioni misteriose) non si trovò nessuna spada del genere e si ritenne che forse il progetto era presente solo nella mente di Gellert, ma mai messo in pratica o terminato con successo. E' però necessario precisare che Gellert fosse di per sé conosciuto per le formidabili capacità nell'arte della forgiatura dei metalli  (si dice che non fosse la prima spada magica da lui forgiata, benché i poteri di questa fossero sicuramente maggiori), ma di questo sarà meglio chiedere conferma alla docente di Storia della Magia.

Cortana:
Chiamata anche "Spada della misericordia", deve il suo nome al latino "curtus", cioè accorciato. La spada, infatti, era recisa a metà lungo la lama con un taglio obliquo, in argento misto ad oro mentre l'impugnatura priva di pietre o gioielli preziosi ed in oro. La recisione della lama voleva rappresentare il simbolo della misericordia. Si dice che questo fosse uno dei casi di legame con il mondo dei babbani. Prima che il Codice Internazionale di Segretezza Magica imponesse la separazione fra il mondo dei babbani e quello dei maghi, sembra che questa spada venne appositamente commissionata ai folletti, già nel 1500, per accertarsi che il sovrano, presente e futuro, possedesse la qualità della misericordia, importante in quegli anni in cui l'Inghilterra – in particolare – non veniva ricordata per sovrani misericordiosi. Il principio di funzionamento pare che sia simile a quello del Cappello Parlante. Nel momento subito antecedente all'incoronazione dei re, la spada veniva consegnata al sovrano e, se e solo se, la linea di recisione sulla lama splendeva, egli possedeva la qualità che tanto veniva ricercata. Nel momento in cui il mondo dei babbani si divise da quello dei maghi, la leggenda della Spada della misericordia venne giustificata dai primi in chiave sacra ed, ovviamente, le sue doti magiche non valsero più nel loro mondo.
 

La Spada di Godric Grifondoro:
E' la spada di cui maggiormente si parla – e si è sempre parlato – ad Hogwarts nel corso degli anni, il che è alquanto comprensibile essendo di proprietà di uno dei quattro fondatori, Godric Grifondoro appunto, e che – secondo la storia – venne lasciata come dono al castello insieme al Cappello Parlante, con il quale è legata in maniera indissolubile. Nel Cappello Parlante era, infatti, riposta la mansione di consegnarla ad un vero Grifondoro qualora si fossero verificate le condizioni per le quali fosse necessario l'utilizzo della spada. A tal proposito la frase che si tramanda tra i maghi di generazione in generazione è "solo un vero Grifondoro è in grado di estrarre la spada dal Cappello".
La storia racconta che a forgiare la spada siano stati i folletti e che a questi vadano tutti i meriti per la creazione di quello che è considerato il loro miglior capolavoro. L'impugnatura è a croce, in argento, e con svariati rubini; d'argento è anche la lama, sottile e di notevole lunghezza e su tutta la sua lunghezza spicca il nome del proprietario "Godric Gryffindor". Grazie ai forgiatori ed alle loro abilità, la spada è del tutto indistruttibile e la lama non necessita MAI di essere riaffilata, mantenendo sempre il suo aspetto immutato nel tempo. Quello che può mutare però è il potere intrinseco della spada stessa poichè essa è in grado di assorbire qualsiasi potere (e di qualsiasi entità) con cui viene a contatto con  il fine ultimo di  fortificare la spada stessa.
In realtà il proprietario sembra proprio che fosse il folletto Ranci il Primo e che Godric Grifondoro si fosse impossessato in secondo tempo della spada diventandone "l'acquirente", secondo i folletti. Nella visione dei folletti, difatti, l'oggetto è di proprietà del creatore e le volontà dell'acquirente, dopo la morte, non possono vantare alcun diritto su di esso; per questo motivo non accettano – tuttora – che la spada sia di proprietà di Hogwarts.

Ivy Hevenge. Terzina Grifondoro, 13 anni. Figlia di un cavaliere di Mornay e di una babbana, vive nella medesima isola magica ed ha tutte le intenzioni di seguire le orme del padre anche se una regola legata al sesso glielo impedisce; per questo tutto quello che fa ha come finalità quella di essere il cavaliere perfetto, perfetto a tal punto da poter abbattere una regola antidiluviana e sessista. Ed è anche convinta di riuscirci! Poveretta… Si batte affinché le femmine siano al pari dei maschi, sia come opportunità che come considerazione, cosa che trapela anche nei suoi articoli; occupa perennemente la prima fila in aula e mira ad eccellere in tutte le materie. La sua "carriera" da scribacchina è iniziata con un'invettiva nei confronti dei partecipanti al Torneo indetto dai Cavalieri di Mornay. Fa parte del Club del Libro dal primo anno.