Rieccoci qui, miei cari lettori; ebbene sì, il Torneo dei Cavalieri, nonostante le critiche e il pessimismo altrui, sta proseguendo, anzi, è nella sua fase di massimo splendore e ormai è quasi in dirittura di arrivo. I cinque incontri del secondo turno hanno determinato la formazione dei quattro ultimi sfidanti che, in semifinale, si scontreranno per giungere allo step successivo e, magari, aspirare perfino alla vittoria. E no, non c'è nessuna Cosetta, nessuna Tosca, nessun Salazar e nessun Godric a poter assicurare la buona riuscita… Siamo solo noi, noi siamo artefici del nostro futuro, siamo noi a dover scendere in campo e sono i nostri neuroni a lavorare senza sosta per anche solo una frazione di secondo.

Ma passiamo agli scontri.
Devo dire che, rispetto alla prima turnazione, questa non ha conferito chissà quale verve, anzi, in svariate occasioni siamo stati annoiati e, voltandomi, ho trovato perfino gente che sbadigliava. Generalmente direi che è inaudito sbadigliare durante uno scontro di cavalieri (o quello che sono barra vorrebbero essere barra non saranno mai se continuano così), proprio inaudito, ma nel caso specifico diciamo che sono disposta a fare uno strappo alla regola e a non condannare chi ha sbadigliato. In un modo o nell'altro, fatto sta che dagli incontri della seconda turnazione sono stati decisi i semi-finalisti: siori e siore, lettori e lettrici, mollicci e non, il riferimento va al signorino Leroi Gordon, alla signorina Miley Smith, al signorino Sami Medicine ed, infine, al signorino Braden Bilius Rothenberg. Sui suddetti semi-finalisti avrei davvero tante considerazioni da fare, ma rimando l'onere a data da destinarsi.

Per la seconda turnazione del torneo si è proceduto con la medesima tipologia della prima turnazione -la Giostra, quindi- ma la differenza fra le due è stata costituita dalle armi utilizzate: la lancia, in questa fase, non rientra più come obbligatoria per cui le armi da scegliere(!) sono due e non più una da accostare alla suddetta. Il resto persiste invariato. Cavalli, modalità di vittoria e sconfitta o di squalifica.

1° Incontro : Rothenberg vs Kole
Per quanto mi duole ammetterlo, il principio di azione della Kole non è stato così sgradevole come, invece, mi aspettavo. Tuttavia ha sbagliato in toto strategia, non scegliendo le armi giuste e non architettando niente che potesse cogliere di sorpresa il signorino Rothenberg e quindi garantirle un vantaggio. Egli è stato lì a guardare, attento, paziente, ha aspettato che lei palesasse la propria strategia nella sua interezza e proprio in questo momento ne ha fruito per scagliare un unico colpo, secco, ferendola gravemente alla spalla. Astuto il signorino Rothenberg, davvero astuto, ma continuo a sostenere che da un soggetto del genere sia d'obbligo aspettarsi sempre e sempre di più, aspettarsi che stupisca tutti, aspettarsi di vedere qualcosa di nuovo, aspettarsi che mostri la vera stoffa di cui è fatto…se ne è fatto, ovviamente.

2° Incontro : Kole vs Medicine
Qui, invece, ancora una volta l'arguto corvonero della prima competizione ha dimostrato di essere all'altezza di questo aggettivo… Ha scelto le armi giuste, ha trovato la sincronizzazione perfetta fra corpo e mente, ha saputo aspettare il momento propizio ed è riuscito a non perdere futilmente tempo assestando un colpo solo sulla sua avversaria mettendola K.O. Dal canto suo la Kole non ha fatto niente per evitare la vittoria del signorino Medicine, è sembrato quasi che si proponesse per essere messa K.O, come se si prostrasse davanti alla supremazia dell'altro. Benché non sia andata in questo modo preferisco pensarlo, altrimenti non mi spiegherei il perché una così combattiva -seppur non brillante, a mio parere- ragazza si sia fatta sconfiggere tanto facilmente e con un solo colpo senza -tra l'altro- battere ciglio, certo, all'apparenza.

3° Incontro : Nightmare vs Smith
Incontro tutto al femminile!  Per quanto possa intrigarmi in qualche modo codesta situazione, preferisco non soffermarmi eccessivamente poiché gli sbadigli sovvengono spontaneamente anche solo alla reminiscenza di tale incontro al punto da dover distogliere la piuma dal rigo dedicato alle suddette sfidanti e passare oltre. Quasi dimenticavo…La Smith disarma la Nightmare e si aggiudica l'incontro.

Lo scontro che ci ha tenuto desti  -forse fin troppo- fino alla fine è stato l'ultimo e su questo vorrei soffermarmi particolarmente…

4° Incontro: DeLaParker vs Sonn
Se il primo, con la scelta di quelle due armi (una lancia lunga e flessibile e una mazza chiodata), sembrava essere particolarmente bramoso di metter subito fine al duello, la ragazza invece, con il suo bello e grosso scudo quadrangolare (e la spada), non ha dato l'impressione di essere pienamente d'accordo. Il quadrupede di Sir Sonn è spronato in velocità, allo stesso modo di quello dell'altra; la lancia del serpeverde va ad essere mirata contro l'avversaria che alza lo scudo verso l'alto. Il signorino Sonn è riuscito ad incrociare la corvonero prima di quanto ella si aspettasse (per via della maggiore velocità dell'altro) e a coglierla di sorpresa. La signorina Delaparker, effettuando quello spostamento dello scudo dal basso verso l'alto, fa sì che parte della propria fiancata venga lasciata scoperta e il signorino ha potuto colpirla in tutta tranquillità all'avambraccio causandole l'uscita dell'osso dall'articolazione (questo lo scopriremo successivamente). E, come se non bastasse, il colpo sembra essere tanto forte da costringerla a rilasciare lo scudo; a completare il tutto ci pensa anche il suo cavallo che si innervosisce. A ben vedere anche il cavallo del signorino Sonn si imbizzarrisce, ma codesto per un secondo motivo; egli decide di sterzare improvvisamente, contraddicendo il precedente andamento della bestia, il che comporta una paurosa impennata di quest'ultima e il ruzzolamento del ragazzo di schiena sul terreno. Che botta! Sonn, a questo punto, ha entrambe le armi ma non il cavallo e la Delaparker è sul proprio destriero, un po' innervosito, ma impugna una sola arma.
Passano pochi secondi ed egli inizia a correre, a recuperare terreno lì davanti a sé, leggermente ingombrato dall'armatura ma non per questo limitato da quello che sembra essere il suo più bramoso e ardente scopo: mettere K.O la compagna. Al contempo l'altra può avanzare al trotto e prepara l'attacco, spada in mano. Peccato che non avesse previsto, ancora una volta, che il signorino Sonn sarebbe stato più repentino di lei e sarebbe riuscito a colpirla alla gamba, cosa che avviene, puntualmente, prima che la spada scagliata dalla corvonero incontrasse e sfiorasse l'avversario. Ma il colpo non era mirato esclusivamente alla gamba e possedeva un'angolazione verso l'addome… anche in questo caso l'idea del ragazzo va in porto e il colpo della lancia sull'addome arreca il disarcionamento della corvonero dal proprio destriero. Dopo il secondo attacco si ha una Delaparker distesa sul terreno e un Sonn che le si avvicina, mazza chiodata in mano, sempre più vicino, in palese vantaggio anche se non sembra che quel vantaggio gli basti. In questo scontro si ha l'impressione che per lui niente sia abbastanza. E noi lì tutti con il fiato sospeso a sperare ardentemente che il capitano MacDorrow decretasse finito l'incontro, che il quartino non proseguisse, che qualcuno lo facesse ragionare, che la Delaparker si riprendesse e lo colpisse alla testa per fargli perdere i sensi e metter fine a tutto ciò. Ritengo che quelli siano stati secondi interminabili per noi spettatori. Poi per fortuna è stato il ragazzo stesso a fermarsi e, solo allora, il capitano ha decretato la sua vittoria. Perché non farlo prima? Perché farci stare lì con il fiato mozzato e il cuore scalpitante nel petto? Perché costringerci a pensare cose orrende su quel ragazzo su quel campo? Perché metterci tutti alla prova, noi e lui? Non condivido, non condivido per niente il comportamento dell'uomo. Anche egli è stato irrispettoso, irrispettoso nei confronti di noi spettatori, dei partecipanti e del torneo stesso… Ad un torneo scolastico non si dovrebbe mai raggiungere il punto di dover pregare affinché si gettino le armi pur di non assistere a degli atti brutali e crudeli. Non è giusto, punto.

Ogni turnazione ha il suo colpo di scena, a quanto pare, si voglia per un incontro particolarmente bello e avvincente (vedasi il caso del signorino Gordon vs il signorino Medicine) oppure per un avvenimento che non ci si sarebbe mai aspettati… E oggi il nostro è il secondo caso.
Difatti, all'indomani del quarto incontro, ci è giunta voce del fatto che Sir Septimius Sonn abbia deciso di ritirarsi dal torneo; ben presto la voce è diventata una certezza e il cavaliere MacDorrow ha dato la comunicazione ufficiale in bacheca. Al posto del serpeverde è subentrato il compagno Leroi Gordon, al quale spetterà l'onore di scontrarsi in semifinale con lady Smith e poter aspirare -così- ad un posto sul podio, sicché ad una finalissima.

Una giornalista che si rispetti non poteva starsene con le mani in mano, pertanto, il giorno dopo la comunicazione, armata di tutte le buone intenzioni, di prendiappunti, di pergamene e piuma con inchiostro per ogni evenienza, mi son data da fare per trovare l'apposito momento al fine di parlare in privato -molti userebbero altresì i verbi pedinare o talloneggiare, ma non sono di mio gradimento- con lord Sonn e porgli qualche domanda che potesse delucidarci in merito al suo ritiro. Sì, lo ammetto, in questi ultimi due mesi non ho detto cose rosee su di lui e sul suo modo di approcciarsi allo scontro ma ciò non toglie che lo ritenga un (ex) partecipante degno di questo nome, per quanto non condivida le scelte da lui fatte durante gli incontri.
E ho fatto presente a lui tutto ciò, non pensiamo che sia una di quelle insulse giornaliste che scrivono una cosa e poi ne dicono un'altra, o l'inverso, insomma.
Ho scoperto che la signorina Bennett ha minacciato di affatturare il signorino Sonn per il brutto voto che le ha dato nell'articolo di Triquidditch… Signorina Bennett, come ho detto anche al signorino Sonn durante la nostra chiaccherata, i brutti voti servono a migliorarsi, a dare il massimo del massimo, servono a farci essere critici sui nostri atteggiamenti e sui nostri metodi di approccio ad una materia piuttosto che ad una gara in cui ci si mette se stessi, che possa trattarsi di Quidditch o, come nel nostro caso, del Torneo del cavalierato.  E noi secondini ne sappiamo qualcosa. I miei voti negli articoli, così come quelli del signorino Sonn, dipendono esclusivamente dall`oggettività, non da altro, giudichiamo quello che vediamo, quello che a noi spettatori viene proposto; se poi a lei, signorina, dà fastidio, be', quella è un'altra storia, perché se si è sicuri dei propri fatti, il voto di un giornalista è solo una sottigliezza. Ecco, la cosa di fondamentale importanza è esserne sicuri.
Alla mia domanda "il motivo per il quale ha deciso di ritirare la sua iscrizione al Torneo dei Cavalieri?" egli ha risposto "ho dovuto affrontare due ragazze e per quanto non considerassi scontato l`esito, non è bello far del male ad una ragazza"
Ciò gli fa, ovviamente, onore ma condivido il discorso di Lord MacDorrow… Non sarebbe stato disonorevole incrociare le armi con una rappresentante del gentil sesso poiché il torneo è sicuro e chi si iscriveva sapeva a cosa sarebbe andato incontro. Tuttavia, al seguito di una sua ultima affermazione "Magari al prossimo giro finirò in scontri contro dei maschi. Allora parteciperei di nuovo. Perchè è stato veramente bello" comprendo e mi risulta sempre più facile pensare che il suo problema sia il gentil sesso. Ma non mi do per vinta e procedo convinta con le domande e considerazioni, per tastare il terreno "e non pensa che potrebbe pentirsi di questo ritiro? Non pensa che le sorgerà spontanea, un giorno, la domanda 'e se?'  ed avrebbe perso un`occasione? Proprio perché è stato veramente bello, e lo dice ora che ha da poco abbandonato quindi faccio le mie deduzioni in merito, secondo lei non è meglio correre il rischio anziché sprecare un`occasione del genere?" Ed ancora una volta la sua risposta conferma ogni mio pensiero. "Quello era qualcosa fatto per divertirsi, per provare un`esperienza nuova. Quindi ritirandomi non credo di aver perso un bel niente. Mi rimarrà la curiosità su come sarebbe andata ad avere partecipanti unicamente maschili. [...] Però non mi pento di quel che ho fatto in questa occasione. Non volevo buttar giù dal cavallo nessun`altra ragazza e mi sono comportato di conseguenza. Mi iscriverò al prossimo torneo e se nella scaletta avrò di nuovo davanti una ragazza mi ritirerò di nuovo, senza alcun dubbio o rimpianto" Il che mi farebbe aggiungere la frase 'volere è potere'… Che egli non voglia veramente? Non impelaghiamoci in interrogativi privi di risposta. La sua successiva affermazione mi lascia perplessa e mi sento in dovere di rispondergli con una certa enfasi. E' possibile che, nonostante la mia lettera in redazione lo scorso mese, ci siano ancora soggetti che fondino il loro pensiero sulla separazione netta fra 'quello che i maschi possono fare e quello che le ragazze non possono fare' e vengano a dirmelo tranquillamente? L'ho detto e continuo a ripeterlo… E' inaudito!  In particolare il signorino Mius dice "Io ho capito perchè nel cavalierato non ci sono donne" e sentiamo, perché? Perché veniamo ritenute inferiori a loro, ecco perché. E perdonatemi se torno sempre allo stesso discorso ma davanti a certe affermazioni lo ritengo necessario, anzi, più che necessario! Mi autocito dalla risposta data al quartino. "Va benissimo la nobiltà e tutto il resto, la accetto, ma esser nobile non vuol dire sottovalutare una femmina solo perché tale, non si può partire dal presupposto che una donna sia fragile e soffra per una ferita, oppure che non possa sopportare una sconfitta; le concezioni che le femmine siano fragili e che non sia nobile colpire una donna e blàblàblà sono frutto di insulsi e inetti cliché sorti nei tempi passati intorno alla figura femminile ma siamo un po` avanti perché si pensi ancora che una donna abbia necessariamente meno possibilità di uscire vincitrice da uno scontro perché non dotata di muscoli. Servono anche intuito, intelletto, consapevolezza ed astuzia in determinate cose, anche negli incontri, sì, e spesso i maschi ne sono privi perché oscurati dal fatto che con la forza e possenza fisica possano controllare e tenere a bada il mondo. [...] Femmine e maschi andrebbero considerati come validi avversari sullo stesso piano, l`una per delle doti, l`altro per altre". Ma torniamo al discorso intrapreso fino ad ora. L'ultima mia domanda prima di chiudere la nostra chiaccherata è stata "qualche considerazione sul suo ultimo incontro" e devo dire che la sua risposta "Sì, che mi sarei dovuto ritirare prima" è risultata alquanto evasiva ed immediata, al punto da stupirmi per il diverso registro adoperato in questa risposta rispetto alle precedenti. Non credete anche voi che sia stato eccessivamente evasivo? Non riesco a comprendere dove sia il problema, davvero.

E con ciò, al momento, dalla scribacchina Ivy Hevenge è tutto…Per il resto ci si rilegge al prossimo numero. Auguri e buone feste!

Cavaliere Ivy Hevenge