Se le domeniche di St. Patrick Street cominciavano ad annuvolarsi, mio padre decideva di portarmi nel sottoscala del Mutton Lane Inn, lasciandomi a sbavare nella sputacchiera che avrebbe aperto la Sala della Metropolvere. Non saremmo tornati a casa, ai primi numeri di Hartland's Avenue, ma col sorriso da venditore di calderoni bucati mi avrebbe truffato e trascinato lungo il fiume Lee. Connor O'Flynn, d'altro canto, era il tipo di padre che impone a suo figlio di mangiarsi un gelato prima di concedergli le figurine dei Cannoni. Uno tosto, il vero e unico grinzafichissimo tipo misterioso, lui. 

Procedevamo lungo i River Lee Fields, seguendo la via del Basilisco: un vecchio canale di scolo babbano in cui restavano ammucchiati foglie e muschi verdastri. Per quanto lui mi cercasse con estrema attenzione, quando giocavamo ad Auror e Sigillari fingeva di non trovarmi mai. Uscivo qualche minuto dopo dal mio nascondiglio, completamente sporco e con la puzza vomitevole di muffa addosso. Era lì che un giovane nonno Pers aveva ucciso la gigantessa con le luminescenti pustole del Morbo degli Infettuberi, durante l'ultimo assedio dei Goblin in città, bruciandone poi il corpo e salvando l'Irlanda tutta dall'epidemia. Connor O'Flynn mi faceva raccogliere il più bel Bubotubero del parco, in onore di mio nonno e del sacrificio di Urhb la Pettoruta. Qualche anno dopo avrei scoperto il mio primo innesto di Bubotuberi della via del Basilisco, e contarli era un po' un rito, quando ci passavo davanti. Magazine Road ci divideva da Hartland's Avenue, da Petulia e il suo stupido spioscopio colorato, Martha e gli stemmi Corvonero sui vestiti, Nathalie e le fragole sulla torta di melassa, Heather e i suoi occhi scuri come i miei. Le villette spezzate a metà, la strada sconnessa, e le macchie di colore per terra. Dalle parti di Hartland's e Magazine non c'è nulla a parte la Burrobirra scura e, diversamente dai cugini dublinesi, quelli di Cork non avevano nulla di cui vivere. Era necessaria troppa tempera per dipingere le porte di colore diverso, e la gente sbronza non avrebbe riconosciuto la propria villetta spezzata in mezzo ad altre mille, senza una porta colorata. Ci tingevano le fognature, quelli di Cork. Così sapevo che dopo il rosa Horklump, alla destra del bianco Mooncalf, sarei stato assalito da una banda di Gnomi violenti, dal giardino di Briar Moonfly. In realtà il suo nome era Réamonn, un magonò fissato con le Fate e i tutù a fiori e quella roba là. Aveva la testa fulmenata, il povero Réamonn.

Che Merlino lo abbia in gloria. In discesa mio padre mi teneva per mano, perché a quanto pare avevo l'innaturale tendenza a sbilanciarmi in avanti e rotolare giù. Connor diceva che agli O'Flynn prima crescono le spalle grosse e poi le gambe lunghe, e nel frattempo avremmo compensato l'adiposità infantile con la simpatia, prima della santa pubertà. Ho ricevuto abbastanza baci pieni di rossetto fino ai miei undici anni, e ancora oggi mi bastano a non pensare che un mese fa ho svoltato l'angolo dietro la fognatura grigio Ramora e mia madre non era lì a pulirmi le ginocchia sbucciate col Purvincolo sotto spirito. Con la stessa serietà con cui contavo i Bubotuberi nel canale di scolo, ho cercato le teste di quelli che avevo portato ai River Lee Fields. Non ho avuto paura, non sul momento. Per quanto sapessi che mio padre fingeva di non vedermi, una parte di me pensava ancora che quel dannatissimo canale di scolo fosse il più grande nascondiglio della storia di Cork.

Avrei voluto indicare a Sony la pianta di Bubotuberi fra i muschi nauseanti, ma per un attimo mi concentravo per non dire nulla di inappropriato. È che non mi ci trovo, con il clima di guerra. Cosa avrei dovuto fare? Nascondermi finché non avessimo pianto le budella in mezzo ai muschi marci? Ho visto nel buio gli occhi di Morrigan, lo sguardo triste di chi sente di avercela alle spalle, la sfortuna. Ho fatto "no" con la testa, ma nemmeno io so perché. Ho solo diciassette anni, che diavolo volete che ne sappia come si salvano nove persone dalla guerra. 

E che Merlino ladro vuol dire "salvare qualcuno dalla guerra"? Quando si dice guerra, cos'altro resta da salvare? 

Noah non è stato attaccato dagli Gnomi, e nessuno ha potuto spiare fra le finestre sporche di Réamonn i resti del suo grimorio di perline gialle; avrei voluto che Tansy vedesse le foto idiote di mia madre, per farle tornare almeno un po' la risata ad ultrasuoni che questi giorni le hanno portato via. Avrei voluto, perlomeno, giocare a Quidditch. Provare una mossa di quelle che allo stadio ne vedi a centinaia. Avrei voluto vedere Psyche annegare nella melma e ridere delle smorfie imbecilli del suo volto. Avrei visto Kwah e gli altri ascoltare le storie di nonno Percival, Rory scattare fotografie a Lot; avrei convinto Erin ad usare la sputacchiera del Mutton Lane Inn, e lo avrei fatto a costo di rimanerci secco, Merlino cane. Che strana, la guerra, eh? Per un attimo le strade erano strade e le fognature semplici buchi nel cemento. Pensavo a tornare a casa con le persone che avrei voluto salvare, correndo fino a non sentire più le gambe; senza nemmeno sapere da cosa stavamo scappando. 
 

Già lo immagino, il sangue marcio dei Leesider che della guerra se ne fregano, se c'è il Quidditch:
"O'Flynn, dove corri? C'è la partita dei Kestrels, la danno in sferovisione dietro il Mutton Lane, dalle parti di Cadhla il monobolide."

"Ehi amico, ora non posso, stiamo scappando dalla guerra, se siamo fortunati ci si becca dopo. Così magari ti presento la mia ragazza, non ci crederai mai quanto è bella. "

 

Tommy O'Flynn. Approdato a La Voce degli Studenti direttamente da Brolandia con lo pseudonimo di Grinzafichissimo Tipo Misterioso, il camuflone irlandese si è fatto conoscere al grande pubblico per la spiccata tendenza verso gli sport estremi quali il lancio del ma…ntello – prima tappa obbligatoria del Tebby Desnudo – e il sollevamento p…ulzelle i cui progressi sono misurati in base alla gamma di acuti lanciati dalle stesse fanciulle. Nel tempo libero – a meno che non sia impegnato a tubare con Ian O'John come uno Jabberknoll al termine della sua esistenza – si ricorda anche di far parte di un giornalino scolastico che delizia con interventi di una sincerità disarmante ed una traduzione necessaria per sopperire al facile slang tribal-irlando-pubbistico di cui si fregia abitualmente. Difficile dire cosa c'è nel suo futuro: persino i fondi di zucca sono evaporati da soli per non dover rispondere!