C'è qualcuno fra voi che sa che il 21 Marzo dì e notte si equivalgono, avendo esattamente la stessa durata in qualsiasi paese del nostro pianeta? E quanti sanno che in questa occasione particolare, comunemente conosciuta come Equinozio di Primavera, si celebra la festa di Eostara? In questa data ogni anno, al crepuscolo, migliaia di persone si riuniscono in giro per tutto il mondo, attorno ad un falò di dimensioni imponenti, per onorare questa festività le cui origini si sono perse ormai nelle nebbie del tempo. Eostara è la festa degli opposti, dell'eterna dualità delle forze maschili e femminili e dell'equilibrio stesso. Il perno della celebrazione è la fertilità in ogni sua forma, dalla gioia che può derivare dal concepire un figlio (dicono vada di moda sfornarne almeno uno subito dopo aver finito la scuola, ultimamente. ndA) a quella che qualcuno potrebbe provare facendo sbocciare, che so, un germoglio di giunchiglie strombazzanti nel giardino di casa. In linea di massima comunque sono principalmente le donne a rammentare e portare avanti questa usanza, oltre che a goderne appieno. Molte sono infatti le Congreghe di streghe, anche nostrane, ad organizzare un incontro sul calar della sera, rivolgendo preghiere alla Luna e danzando sotto la luce di quest'ultima, spesso e volentieri in… abiti molto succinti, per dirla in modo carino. O anche completamente nude, come mamma le ha fatte, per dirla in modo realistico. Il suono dei tamburelli riempie l'aria, scintille rischiarano la notte ballando a loro volta, mentre mazzetti di gelsomini vengono gettati tra le fiamme. Di riti propiziatori relazionati con l'Equinozio di Primavera, in realtà, ce ne sono davvero un'infinità. Iphigenia Welsh (la mamma di Milo, per capirsi. ndA), attualmente portavoce ufficiale della Dufftown Sisterhood, una conosciuta congrega scozzese, ha accettato cortesemente di elargire al riguardo qualche consiglio alle fanciulle in quel di Hogwarts. La signora Welsh ci rammenta per esempio che, nel caso abbiate qualche desiderio a cui tenete veramente tanto, tutto quello che dovreste fare è accendere una candela verde in un piattino pieno di terriccio umido, lasciarla bruciare del tutto e poi seppellirne i resti insieme alle ceneri di un biglietto su cui avrete scritto il desiderio in questione, arso anch'esso alla fiamma di quella stessa candela. Non so voi, ma a me sembra una roba un pò complicata. Eppure lei ci assicura che funziona, ribadisce nella sua lettera che a lei tale pratica negli ultimi due anni ha garantito una vita agiata e priva di ristrettezze. Sarà vero? O ci sarà altro sotto? Che l'Equinozio di Primavera sia sempre stato importante per le comunità magiche o all'interno della Storia della Magia, del resto, appare chiaro sfogliando qualsiasi testo che si inoltri anche solo un poco nelle usanze dei druidi e delle antiche comunità irlandesi. E' conoscenza comune, infatti, che durante l'Equinozio di Autunno -altra ricorrenza molto importante nello scorrere dell'anno solare- si celebrava una cerimonia atta a coinvolgere tutto il borgo magico. Durante tale cerimonia si era soliti avvolgere in pelle di drago un oggetto caro all'ultimo defunto dell'anno precedente lasciando che questo stesso oggetto trascorresse l'inverno sottoterra, in attesa della primavera successiva. Con il passare del tempo -ed una volta che l'energia magica ha iniziato ad essere sfruttata ed incanalata nell'uso delle bacchette- la pratica di questo rito ha fatto si che fossero proprio i catalizzatori ad essere sepolti e conservati, volontà che -come mi ha confermato Nefertite Harris- non era solo una pratica delle comunità magiche visto che anche i babbani si dedicavano a qualcosa del genere, ma utilizzando direttamente delle spade. Una volta giunti all'Equinozio di Primavera, in ogni caso, la comunità magica riunita sempre attorno ad un grande falò, procedeva alla riesumazione della bacchetta (o di ciò che era stato sepolto) e, accompagnata musicalmente dal suono delle arpe, la strega più anziana della comunità provvedeva a sollevare l'oggetto per aria tracciando con esso un cerchio. Era la rinascita del Sole che con la sua forza dava nuovamente vigore e fertilità a tutta la comunità. Con il passare del tempo quest'antica usanza celtica ed irlandese ha perso però la sua importanza, finendo con l'essere dimenticata dai più, almeno sino a quest'anno quando -spinte da un ritorno alle antiche tradizioni- alcune comunità irlandesi hanno deciso di riunirsi attorno ad un unico falò per riprendere le celebrazioni nei cromlech monumenti megalitici come Stonehenge, per intenderci. Anche in questo caso, però, per avere conferma della ripresa di una tradizione vecchia di secoli, occorrerà attendere almeno qualche anno. Ai posteri, quindi, l'ardua sentenza.
Ma già che ci siamo, buon Equinozio a tutti anche se con qualche giorno di ritardo.

 

Amaral Summerfield