The beginning is the end
Quando ho messo piede per la prima volta all'interno della redazione de La Voce degli Studenti Anne Burton era appena diventata Caporedattrice, Vincent Stars si apprestava a frequentare il suo settimo anno ad Hogwarts e Robert McReady era nella fase giornalistica in cui scriveva di tutto, da strani smottamenti in Francia alle gare di B1. Insomma, la redazione era decisamente diversa da quelle che sono venute dopo, con gli anni. Ho creduto di non farcela, non solo per le minacce decisamente poco velate con cui Gregor Darsel mi ricordava che dovevo tenermi a distanza di sicurezza dalla sua ragazza – Ailie Wisemind – ma anche perché, sapete, si parla di quasi cinque anni fa e se ancora adesso a volte ho paura che i miei articoli non siano all'altezza, figuratevi come potevo prendere le cose durante il mio terzo anno al castello, confrontandomi con mostri sacri, lo ribadisco per l'ennesima volta. E' sempre strano, quando ti affacci su una realtà che esisteva prima del tuo arrivo e che sai bene continuerà nel suo cammino anche una volta che te ne sei andato. Ti rendi conto che per quello stesso giornale scolastico hanno scritto persone che ora sono Auror, Maestri Trasfiguratori, persino giocatori di Quidditch di professione, cavalieri di Mornay o tuoi assistenti durante il periodo scolastico. Ed ora spetta a te non far rimpiangere i loro articoli. Ed ora spetta a te… essere una voce. Quando la Burton era il Boss la sola regola da tenere a mente era non farla imboccinare più del livello basale del suo carattere tutt'altro che semplice. Non era facile, ma con Vincent che – da bravo Vice Caporedattore – ti copriva le spalle, ce la potevi fare, a ben pensarci. Quando Margareth Lowenn ha preso in mano le redini del giornale la redazione si è trasformata in un luogo più ameno, armonioso… e confusionario. Io, Frederic Stevens e Leo abbiamo iniziato ad approfondire la conoscenza con il sacro baule, in quegli anni. Poi è arrivato Leroi che ci ha reso più gentilmaghi di quel che pensassimo di essere, con il suo fare cavalleresco. E dopo di lui Hilary che in questi giorni ha preferito passare a sua volta il testimone ad un altro cavaliere nell'animo. I componenti dell'attuale redazione li ho visti arrivare tutti, uno per uno e nessuno escluso. Persino Gwen, Jeremy e Vega – che se ne andranno insieme a me – sono arrivati quando già potevo far loro da guida turistica per il breve spazio che ci è concesso da questa redazione, anche se solo per qualche mese trascorso qui prima del loro ingresso. Però in quel lontano 2066 non lo sapevo, come sarebbero andate le cose. Non sapevo neppure che in un inizio – il mio – si poteva intrecciare la fine per qualcun altro. L'ho capito a furia di scrivere articoli di commiato per tutti quei settimini che se ne andavano anno dopo anno. L'ho capito quando ho dovuto firmare il primo compito di quest'anno, che ci andava una stanghetta in più. E allora è vero quel che dicono e sul serio ti passa davanti agli occhi il momento in cui tutto questo è iniziato. Non dovevo scrivere di sport ed inizialmente non l'ho fatto. Il mio primo articolo parlava del sesto anno di Ginny Williams, Ami Tess e Layla Took. Di Christine Berry, Sebastian Waleystock ed Ilary Wilson. Parlavo di Meredith Stevens, Michael Cerfield o l'ex Vice Caporedattore Lawrence Owen. Maghi e streghe che oggi praticano sport professionistici, concludono accademie di prestigio o mi fanno l'occhiolino da pagine pubblicitarie di un quotidiano. E' in questa prospettiva che andarsene lascia un po' meno amaro in bocca. |
Ho imparato una cosa, in tutti gli anni che ho trascorso in redazione: gli eventi possono mutare, le regole possono essere modificate e ogni partita non sarà mai uguale a nessuna di quelle che ricordi. Ma di una cosa si può comunque essere certi: i Montrose Magpies saranno lì a vincere. |
The end is the beginning Ho messo da parte tutto quello che – di mio – si è accumulato in redazione, via via che sono passato dal quarto anno e dall'avere un angolo accanto agli esperimenti con la polvere buiopesto di Harriet Mayfair al settimo anno ed un vero e proprio banchetto tutto per me da cui poter immaginare quello che sarà il mio futuro. Ho una piuma che a suo tempo ho fregato a Giselle Lanfrad sperando che mi desse la stessa ispirazione per gli articoli. Conservo come una reliquia il lascito di Sean e Jericho Muldoon perché in fondo la redazione senza protocolli di sicurezza non è la stessa cosa. Ma sto facendo un pensierino sul cercare di trafugare il Sacro Baule che mi ha offerto una seconda casa – e talvolta un validissimo rifugio – ogni volta che ne ho avuto bisogno. Non potrei mai privarmi, del resto, neanche del mio set di ricordi, gelosamente custoditi per anni e vincolati da incantesimo di adesione alla parte inferiore del piano della mia scrivania da Vice. Ho voluto tenere un ricordo per ogni anno che ho passato in questo stanzino proprio per poterci annegare quando infine il sipario cala e quella che è una fine si tramuta in un altro inizio. Sarà l'ultima cosa che porterò via insieme alle sensazioni che ogni lettore riesce a darmi, al di là di una pergamena. Sono stato felice di far parte di un progetto come questo giornalino scolastico. Sono stato lusingato nel sentire commenti positivi su di me e sul modo che ho di raccontare. E tutto sommato mi son fatto piacere anche le critiche – in quest'ultimo anno più che in passato – perché credo di aver iniziato a capire come vanno le cose e come, tutto sommato, anche un giudizio mal espresso possa essere d'aiuto, qualche volta. Quindi sono arrivato alla conclusione che, come ogni Campionato di Lega che si rispetti, non vi è mai una vera e propria fine né un addio, soprattutto in questi casi. Bene o male conosco quasi tutti quelli che si magheranno nei prossimi cinque o sei anni e per quelli che attraverseranno il Lago Nero a settembre, resterà una firma in calce a vecchie copie de La Voce degli Studenti ancora in giro per il castello. A chiunque dovesse avermi accompagnato in questo meraviglioso – sì, lo è – viaggio lungo sette anni va il mio ringraziamento unito alla promessa di rivederci presto fuori di qui. A quelli che arriveranno auguro invece di trovare una famiglia come quella che ho avuto io tra queste pareti intrise di inchiostro e vita. Noreal! Chiudi la porta quando esci. E' la prima frase che probabilmente mi è stata rivolta, qua dentro. Sarà il caso che obbedisca, adesso.
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