So bene che con questo articolo mi rivolgo ad una fetta di lettori davvero di nicchia, ma visto che non sto più nella pelle per la conferma da parte sia dell'organizzazione dell'evento – di cui forse qualcuno ha sentito parlare negli ultimi mesi – che del Wizarding Post che è stato nominato come testata ufficiale della manifestazione, ho deciso che ve lo dico così, senza girarci ancora attorno: la finale del Torneo di Drago, Basilisco e Fenice (inteso nella sua variante più classica) si terrà attorno alla metà di Maggio a Tinworth, in Cornovaglia. Il che implica necessariamente che sarò costretta a minacciare qualcuno dei miei cugini affinché si iscriva alla fase eliminatoria che si terrà dai primi di Aprile, così che mantengano alto il cognome dei McReady. Si, perché forse solo pochi tra voi sanno che gli scozzesi sono degli ossi talmente duri a questo gioco, che persino la variante per "nerd" – Drago, Basilisco, Fenice, Acromantula e Potter – ormai è superata, dalle nostre parti.
Recuperando un minimo di calma e smettendo di saltellare per la redazione – non ho rotto io il globo di luce ma non era infrangibile e soprattutto reparabile? – come se mi avessero appena confermato che ho preso il patentino per i crup, però, immagino di dover spendere due parole per chi non ha mai avuto a che fare con questo gioco. Cioè, vi sono vicina perché sicuramente avrete avuto un'infanzia più triste (ma anche meno litigiosa) della mia, però è giunto il momento che vi aggiorniate  non solo per il meraviglioso scenario che potete vedere nella foto che ho richiesto ufficialmente a chi ha ideato ed organizzato questo evento. Partiamo quindi dal caso più semplice: se avete almeno un genitore Non Mago o se frequentate i Babbani nei loro momenti ludici – e non intendo quando si scolano di tutto inveendo contro una scatola che trasmette loro immagini animate – avrete magari avuto occasione di osservarli in un gioco (infantile, lo classificano spesso come tale) che si chiama carta, sasso e forbici il quale, in pratica, consiste nel mimare uno di questi oggetti con una posizione caratteristica delle dita delle mani in modo da opporlo specularmente alla mossa del proprio avversario secondo un abbinamento che prevede la perdita, sconfitta o il nulla di fatto a seconda di cosa si è scelto.
Lo so, detto in questo modo sembra più ingarbugliato di quello che si verifica in realtà anche nella nostra versione di questo gioco dove, al posto di carta, sasso e forbici abbiamo qualcosa di molto più vicino alla nostra comunità magica, ovvero Drago, Basilisco e Fenice. Le regole del gioco sono le medesime del corrispettivo Babbano, del resto, e distribuite in modo che il Drago – ad esempio – vince se si contrappone alla Fenice, ma perde se l'altro giocatore opta per scegliere il Basilisco. Allo stesso modo, il Basilisco viene sconfitto dalla Fenice che esce con le piume bruciate, come detto, dallo scontro con il Drago. In pratica ogni figura del gioco ha una possibilità di vittoria ed una di sconfitta, così da non incorrere in squilibri di sorta. Ora, se siete ancora immersi nella lettura di questo articolo e non vi siete persi nel memorizzare chi batte chi, di certo vi starete chiedendo in che modo – all'atto pratico – una creatura si distingue dall'altra, durante il gioco; non temete, a questo punto, ovviamente arrivo io con una spiegazione che spero sia la più semplice possibile anche per i più ostici. In caso contrario potete sempre chiedere a Tommy O'Flynn se lo incrociate in qualche corridoio. Le figure che riesce a farmi fare lui non le raggiunge nessun altro, credetemi! Ma torniamo a noi e a quello che dovete imparare se volete diventare bravi in questo gioco. Come prima cosa vi riporto un rapido riassunto di come si indicano le diverse figure in gioco:

  • Fenice: pugno chiuso con solo pollice e mignolo aperti. Per chi ha dimestichezza con i Babbani è un po' come mimare la cornetta di un telefono, se sapete che intendo.
  • Drago: stessa posizione delle dita prevista per la Fenice, ma con l'aggiunta del dito medio che viene sollevato anch'esso insieme a pollice e mignolo. Fate pratica perché secondo me non è un gesto di facile realizzazione.
  • Basilisco: con la mano chiusa, indice e medio sono le sole dita a puntare contro l'avversario, non si sa bene se mimando la lingua biforcuta del Basilisco o lo sguardo pietrificante dello stesso. In ogni caso, fa paura.

Stabilite le basi del gioco il resto sta tutto nella fantasia dei giocatori coinvolti, come potete ben capire. Le regole del gioco non vietano – infatti – né di cercare di distrarre l'avversario – niente uso della magia, però, ve lo dico subito – né di essere coreografici. Anzi, anni fa c'è stato il campione dell'intero Regno Unito che si è specializzato nel riportare fedelmente quelli che lui definisce versi tipici delle creature in questione. Evidentemente non gli importava più di tanto che la quasi totalità degli spettatori gli ridesse dietro, già. L'incontro di Drago, Basilisco e Fenice – inteso come competizione ufficiale – termina quando uno dei due contendenti raggiunge i tre punti ma, visto che la possibilità di scegliere solo tra tre "segni" aumenta di molto la probabilità di pareggio per ogni assalto, da qualche anno si è optato per una variazione che consenta di stabilire comunque un vincitore ed evitare in questo modo partite interminabili senza capo né coda. 
La modifica più sostanziale in tal senso è stata apportata sul tavolo che ospita i due sfidanti, tavolo su cui è stato sigillato un meccanismo che non ho ben compreso – e che porta con sé un insieme di robe di Aritmanzia, Trasfigurazione e Rune che mi fa venire il mal di testa solo a nominarlo – ma che praticamente permette, in caso di prolungati pareggi, di stabilire quale contendente ha la percentuale maggiore di velocità di battuta sulla superficie lignea. Si, perché prima di mostrare il segno che si è scelto occorre battere il pugno chiuso sul tavolo, avete capito bene. Applicando questa sorta di sensore si è quindi in grado si stabilire una maggiore "paternità" delle giocate per tutte le volte in cui i due giocatori mostrano di avere le stesse idee. 
In realtà, però, se anche mi son presa qualche insulto da parte vostra per la barbosità di questo articolo – che è seconda solo ai pezzi sportivi di Noreal - c'è un motivo in più, rispetto alla mia passione per questo gioco. Si, perché Merida McReady ha fatto il colpaccio, sapete? Ricordate quando, qualche riga più su, ho detto di aver scritto agli organizzatori del Torneo per adulti? Ebbene, non è che mi metto a scrivere a qualcuno solo per una fotografia della Cornovaglia, dai! Ho ottenuto qualcosina di più, esatto. E, nello specifico, ho ottenuto la possibilità per me La Voce degli Studenti di organizzare un Torneo scolastico di Drago, Basilisco e Fenice che si terrà attraverso degli incontri eliminatori che porteranno infine alla finale per cui spero che i docenti siano disposti a prestarci la Sala Grande. Quello che posso assicurare sin da questo momento, però, è che gli organizzatori del vero Torneo mi hanno promesso una replica del tavolo mnemonico che ho descritto in precedenza e che il professor Byron Cavendish si è offerto – ok, l'ho pregato – per controllare che questo piccolo diversivo non sottragga tempo utile ai nostri compiti e studio in previsione degli esami di fine anno scolastico. 
Il resto, come potete immaginare, spetta a tutti voi, scribacchini e non. Perché le iscrizioni sono aperte a chiunque voglia partecipare. Ed il divertimento… ve lo devo davvero dire io?

Merida McReady. Scozzese dei monti Am Monadh (Grampians in lingua inglese) e Tassorosso per buona lena e tempra davanti alle difficoltà, frequenta il quarto anno e, come tiene a sottolineare, anche il corso di Cura delle Creature Magiche, Jer compreso. Attivista e fondamentalista in tutto ciò che riguarda la fauna del mondo magico paragona spesso studenti e docenti a creature poco conosciute di cui ha sentito parlare dagli innumerevoli cugini tra cui spicca Robert McReady. Diretta e senza peli sulla lingua, non si fa problemi nell'esprimere ciò che pensa anche quando non può piacere, anzi, soprattutto quando sarebbe preferibile addolcire la pozione prima di somministrarla. L'ironia decisamente scozzese e le descrizioni caricaturali di chi la circonda emergono dai suoi articoli sebbene la sua missione principale – per ammissione – è quella di salvare il mondo magico da Betty Chisholm ed i suoi romanzi.