Non ci son più draghi e Basilischi… e le Fenici son morte da un pezzo
Forse non era il Torneo più giusto per gli studenti di Hogwarts. Forse – più semplicemente – gli interessi della popolazione studentesca ormai vertono più sull'ultima acconciatura proposta da Streghetta 2000 o la nuovissima scopa che verrà lanciata in concomitanza con l'inizio del prossimo Campionato di Quidditch, che volete che vi dica. Ho anche pensato di aver preso un grosso Lumos Maxima io, nel credere che una sana competizione unita alla necessaria dose di fortuna potesse smuovere gli elettroencefalogrammi piatti di chi si scuote solo se per il corridoio passa Amber Wolf o il Milo Welsh di turno, ma la verità è che questa scuola è morta. Si, avete capito bene: è morta. O certo, per Tosca, potete anche dirmi che ci sono tanti club e attività ludiche extrascolastiche, certo. Convinti voi…
Visto che non voglio tediarvi con le mie considerazioni personali sull'andamento di Hogwarts e di chi la frequenta – mi accontenterò di parlarne con Ivy non appena smette di ripassare questa o quella materia per la trecentesima volta – è meglio se vado dritta al punto e cerco di rendervi partecipi di quello che doveva essere un bel Torneo aperto a tutti e che si è invece rivelato un'occasione per conoscere qualche studente più piccolo che ancora (fortunatamente) non ha perso la voglia di giocare e divertirsi anche solo a sbattere un pugno sul tavolo e tirar fuori figure di ogni genere, comprese quelle da troll. E anche se li batto anche in questo caso.
Wynne Wiggles è stata forse la prima a colpirmi, per come si è posta durante il Torneo e per quello che ha dimostrato con il procedere dello stesso. In egual modo devo fare i complimenti a Trevor Heartquacke che si è dovuto arrendere praticamente in finale, ma che ha mostrato anche lui una buona tempra, oltre che velocità visto che – a differenza del Torneo ufficiale per gli adulti – in questa simil competizione ci sono stati diversi pari merito che hanno richiesto l'intervento del tavolo mnemonico e del suo responso. Un po' opachi, probabilmente a causa degli esami in arrivo, le prestazioni di Chelsea Cavendish e Sophie Gallagher anche se, perlomeno per quanto riguarda la Grifondoro, secondo me ha giocato un tiro mancino la presenza del docente di Babbanologia a presiedere ogni incontro. Si sa che spesso la vicinanza dei parenti può giocare brutti scherzi, un po' come Stephen Medicine quando lo si vede in compagnia di suo cugino: non è la stessa cosa, dai!
Se la semifinale tra Trevor Heartquacke e Vaniglia Price – però – ha visto la quintina Grifondoro rompere ogni indugio e portarsi in vantaggio per prima con il suo maestoso Drago che si è contrapposto alla Fenice del Corvonero, il primino bronzo-blu non ha di certo tardato a mostrare anche lui una certa caparbietà nelle scelte, per la serie chi ben comincia a mostrare determinate caratteristiche già dal primo anno… non vogliamo sapere come potrebbe diventare una volta cresciuto all'ombra di Cosetta, per giunta. Trevor ha quindi deciso di riproporre la Fenice, aprendo pollice e mignolo nella chiara ed inequivocabile simbologia del caso. Con il punteggio di uno pari e con davanti a loro l'ultimo assalto possibile per cercare di spuntarla sull'avversario ed accedere in questo modo alla finale, Vaniglia e Trevor hanno però pensato bene di affidare il proprio destino alla velocità di battuta sul tavolo, più che al simbolo scelto per provare a chiudere l'incontro. Entrambi gli studenti, infatti, hanno optato per la maestosità e l'aggressività del Drago, sperando in questo modo di spazzar via in un baleno l'eventuale Fenice messa sul tavolo dalla controparte. Come succede in questi casi e come previsto dal regolamento, quindi, si è dovuti ricorrere al responso del tavolo mnemonico che, realizzato tramite complessi incantesimi aritmantici, trasfiguratori e runici, individua il giocatore più lesto nel battere il pugno sulla sua superficie attraverso un alone arancionato più evidente sul lato del tavolo occupato da chi si è mostrato più rapido, in questo caso il primino Corvonero che ha così avuto la possibilità di accedere alla finale, direttamente contro un suo coetaneo e concasata ovvero quel Jackson Harris che – zitto zitto – è risalito sino alla semifinale tra primini all'arrembaggio contro Dorian Laenhagen. Per intenderci, Laenhagen è quel discendente di Godric che potete vedere spesso in compagnia del… verme solitario, visto che sembra quasi preferisca più la compagnia dei ciuffi d'erba in giardino più che quella degli esseri umani che circolano per il castello ti comprendo, fratello.
Anche nel caso di questa seconda semifinale, tuttavia, si è dovuto far ricorso al responso del tavolo incantato che mi è stato concesso come favore personale direttamente dagli organizzatori del vero Torneo. E, nella migliore delle tradizioni, anche in questo caso l'assalto "incriminato" è stato l'ultimo, neanche a farlo di proposito per cercare di aumentare il pathos dei pochi spettatori giunti ad assistere in Sala Grande. Ma andiamo con ordine, si. Byron Cavendish dà ufficialmente inizio alla competizione e sbam! Fenice bronzo-blu contro Basilisco rosso-oro, risultato scontato visto che neppure una creatura oscura come quel serpentone lì può credere di scamparla contro chi è in grado di risorgere dalle proprie ceneri. Jackson gongola – ti ho visto, cosa credi – e Dorian si ostina nella ricerca di "pietrificare" l'avversario attraverso il potere metaforico di un secondo Basilisco. Per fortuna del Grifondoro, però, questa volta Harris gli oppone un Drago, di certo più focoso ma impossibilitato a battere la figura in questione. E quindi si arriva sul punteggio di parità, mentre qualcuno continua a muoversi sugli "spalti" come fosse in preda ad un Concussio mal riuscito. Terzo assalto in stile memoria tattile del boccino a Quidditch, come vi ho già anticipato; entrambi gli studenti del primo anno scelgono infatti di opporre pollice, mignolo e medio stesi bene in avanti, così che, per mia somma gioia che amo queste cose, lo sguardo di tutti i presenti (o perlomeno di quelli più vicini all'oggetto del contendere) possono osservare la scia arancionata che persiste ancora sul lato di Harris mentre quella di Laenhagen è già scomparsa alla vista. Ed in questo modo si chiude anche il Torneo, con la vittoria del Corvonero e di tutti i suoi concasati, che di certo non hanno perso occasione per vantarsi anche di questo piccolo trionfo.
In conclusione, se qualcuno di voi – a questo punto – si aspetta qualche dichiarazione del vincitore o dramma esistenziale degli sconfitti… vi dico già che non li troverete. Non è tanto una questione che ha a che fare con Jackson o Dorian, però, quanto con l'amara constatazione che non posso esimermi dal fare, considerando quello che vedo attorno, ossia piattume. Ma visto che mi hanno costretto sono una scribacchina che tiene al proprio lavoro e cerca di comprendere qual è l'umore dei lettori… avete tutta l'estate per pensare a cosa vorreste vedere tra le pagine di questo giornale come all'interno della scuola che tutti frequentiamo. Ecco, se vi va, fatemelo sapere. Se sono riuscita a portare un Torneo nazionale all'interno di Hogwarts nulla (o quasi) mi è impossibile.