Me ne sono resa conto l’altro giorno quando mi sono ritrovata per la quinta volta in una giornata a rileggere lo stesso messaggio sgrammaticato e lamentoso di qualche primino che aveva perso l’ennesimo paio di guanti: passo decisamente troppo tempo davanti alle bacheche, e non per fare la posta alla popolazione maschile degna di nota come starete pensando (non negatelo… le lezioni con Dupret e Ambjornsen danno i loro frutti). Dicevo… È stato lì, mentre fissavo uno di quei mozziconi di pergamena che penzolava molto tristemente dal filo di una Bolla bollente ammosciata – nemmeno fosse uno Jobberknoll in procinto di esalare l’ultimo canto – che ho capito! Ho capito che era l’ora di… come dite? Dare una ripulita alla bacheca? Nah, non spetta a me; piuttosto, di fare qualcosa di utile e capire che cosa davvero si cela dietro quei messaggi che vengono appesi. Ad esempio, immagino abbiate tutti visto come negli ultimi giorni di gennaio abbia fatto la sua comparsa l’annuncio di un nuovo club scolastico, questa volta dedicato a quei “veri uomini” quale è il migliore assistente di Pozioni che il castello possa mai avere che non vedono l’ora di scoprire i segreti del Cognac… Segreti che, a dirla tutta, mi sarei aspettata attirassero accoliti di una certa età; insomma, il cognac è roba per vecchi persone mature, non per sbarbatelli! Io ce lo vedrei bene tenuto dal professor Weetmore per esempio, non dal nostro caro Tommy (senza offesa). Tra parentesi, avete notato come negli ultimi tempi stiano fiorendo club scolastici sul cibo o bevande che siano? Il primo è stato l’E.A.T. che, provare per credere, io voto come il club migliore di questo mondo, anche se Grouse rompe un po’ troppo i boccini sulla faccenda del proibire ai sottomessi partecipanti di assaggiare gli ingredienti messi a disposizione. Ma io dico, dovrò pur assicurarmi della qualità e del loro gusto, o no?! Ma a quanto pare lui si fida ciecamente di quanto gli viene procurato… Beato lui. Io preferisco provare in prima persona.
Ma torniamo al vero oggetto del mio interesse: il CPC, ovvero il Circolo Pro Cognac… o forse dovrei dire pro “cognac” come qualcuno ha insinuato? La mia domanda alla base di tutto è stata semplicemente: che cosa mai spinge un gruppetto di adolescenti a volersi interessare così a fondo di un superalcolico d’oltremanica che viene fatto invecchiare per oltre cinque anni (sì, mi sono informata), che è una cosa come la metà della vita di qualcuno degli iscritti? E quali sono le attività previste? Ho provato a buttare giù una lista di quello che secondo me sono dediti a fare tra una notizia e l’altra sul cognac:

  1. essendo un club di e per veri uomini, passano il tempo a parlare di appunto le famigerate “cose da maschi”. Forse brillanti discorsi sull’omologazione maschile a suon di grugniti? Che CPC per esteso significhi Circolo Pro Caduta dell’Omologazione Grifondoro Non Apprezzata dalla Casata? O piuttosto che si ritrovino per capire come essere ancora più “machi” organizzando iniziative come la “Settimana del risparmio del sapone” o la campagna “Uniti contro la dittatura del deodorante”. Alert: se non è questo lo scopo del vostro club, prego che non prendiate spunto da queste mie righe per mettere davvero in atto queste scemenze in un futuro prossimo; le narici di tutta Hogwarts ringraziano anticipatamente.
  2. affrontare l’argomento cardine di ogni discorso tra i possessori del cromosoma Y: le donne. Perché come Tommy conferma, lui parla sempre di ragazze ed un club capitanato da lui non può astenersene. Il come, preferisco non saperlo.
  3. una sempreverde gara di rutti mentre sono impegnati ad ascoltare la telecronaca delle partite dei Cannoni di Chudley.

E qua mi fermo, visto che i miei neuroni stanno entrando in sciopero e si rifiutano di avventurarsi oltre in queste selve oscure quanto la Foresta Proibita. Come potete notare, la faccenda puzza come solo può fare il pus di Bubotubero quando ti finisce addosso, perché non hai ascoltato la Belvoir mentre eri impegnata ad ammiccare a quel compagno tanto carino o come lo spogliatoio maschile in un qualunque periodo dell’anno. Io comunque non ho saputo darmi risposte soddisfacenti neppure quando ho provato l’ebbrezza di essere sotto l’effetto della Giana per due ore e per questo l’ho chiesto ai diretti interessati, sperando che potessero chiarirmi le idee con un Lumos, magari Maxima. Il primo al quale ho chiesto qualche chiarimento non poteva che essere Leonard Murray, (esatto, lo stesso dell’articolo della rissa dello scorso mese) rapidissimo ad aver battuto tutti gli altri nell’apporre la propria firma per iscriversi con ben QUATTRO punti esclamativi, il che mi ha fatto subito pensare che forse c’era un altro lato nascosto e taciuto per anni nel mio migliore amico: dopo quello del boxeur segreto, ora quello dell’alcolista anonimo. Alla mia gentile richiesta di sapere che cosa avesse imparato, mi ha detto:
Leo: “Devi sapere che il cognac è un`acquavite francese, che si ricava dalla distillazione del vino bianco, quindi è tipo un processo fighissimo.”
Pare proprio quindi che il circolo sia dedito allo studio puramente teorico di questa acquavite francese ottenuta tramite un processo che qualcuno reputa “fighissimo” mentre qualcun altro (io) invece preferirebbe quasi finire in un campo di Starnutaria piuttosto che sorbirsi cinque minuti di spiegazione sull’argomento. In orario extra-scolastico, poi. Visto che una sola fonte non mi bastava, ho rigirato le domande ad alcuni degli altri membri noti del club, come ad esempio il duo Grouse&Lewis:

L: “Posso chiedervi una cosa? Visto che voi ne sapete… Pensavo che si potrebbe creare un club pro qualcosa anche per noi “vere donne”… però ecco, non saprei bene che cosa potrebbe mai riguardare… tipo, voi di che parlate a quello del cognac? Così da prendere una vaga idea di riferimento…”
Noah: “Nel nostro club parliamo della storia e della fermentazione del cognac! Perché ce lo chiedi? Non credo sia argomento adatto alle signorine, uhm, potreste.. aprire un club del cosmopolitan! Insieme alle riviste! Chi è il villano che si è messo a parlare di cognac con te? Non è cosa per signorine, davvero! Che poi, la storia del cognac è anche noiosa, sai?”
Grouse: non pervenuto. La mia bellezza deve averlo ammutolito.

Quindi, anche loro hanno confermato come argomento degli incontri sia la storia del cognac e la sua fermentazionaaawn… scusate, non sono proprio riuscita a trattenere l’ennesimo sbadiglio. Stessa storia anche per gli altri membri più giovani, come Aidan Callahan, Rory (hai troppe lettere messe a casaccio nel tuo nome, lo SpellInk continua a correggere il tuo nome in un “Quadri” random, ci rinuncio) Kerney e Lot Hevenge:

L: ”Allora, com’è sto club del cognac, eh?! Che fate di bello?”
Aidan&Rory: “Ma niente di che, cose da veri uomini! Ma proprio di quelli con i peli ovunque e che sollevano i mobili senza bisogno di wingardium leviosa!” (Il che avvalora la mia tesi del punto 3.) “Non so quanto ti potrebbero interessare le cose che diciamo, ma abbiamo parlato soprattutto del cognac che spero Tommy ci farà presto assaggiare!”

L: “Mi chiedevo… com’è che ti sei voluto iscrivere al club pro cognac di Tommy? Insomma, hai solo… dodici anni? Non è un po’ presto per pensare agli alcolici, mh?”
Lot: “Ehi! Io sono grande, non sono piccolo. E poi non è mai troppo presto per studiare una bevanda così gustosa. Mica c'è un'età per la teoria, e anche se siamo scozzesi, inglesi, irlandesi o gallesi, non è che non possiamo conoscere cose francesi. Se il capitano vuole insegnarci le bellezze del cognac, io imparo le bellezze del cognac anche se ho dodici anni. Il cognac è un'acquavite francese ricavata dalla distillazione di vino bianco, cioè è un processo grinzafichissimo!!” (sono sicura che abbiate la sensazione di avere a che fare con pappagalli; ebbene, non siete i soli).
Pappagallo mancato è invece James Blueberry che, dopo aver detto che:

J: “Disquisiamo approfonditamente di questioni riguardanti l'elemento trattato.”
L: “…Qualcosa di meno astratto? Che argomenti avete trattato finora? Un esempio.”
J: “La teoria del rombo… Le origini del cognac e quali tipi siano i migliori.” (Teoria del rombo? Pare sia una questione sulla pregiatezza del cognac. A me sembra un nome strano per una cosa simile.)

si è lanciato in una perla di filosofia spicciola riguardo tutta la teoria affrontata nel club: “Una questione di intelletto, capisci? L'attesa è molto meglio del momento stesso… È una cosa verissima.” (Convinto tu, Blueberry…)
Ovviamente nemmeno Tommy è stato risparmiato e, per saggiare le competenze che vanta, gli ho posto qualche domanda:

L: “Che invecchiamento del cognac consiglieresti a chi volesse avvicinarsi per la prima volta a questo superalcolico? Ne hai uno preferito?”
T: “Io sono più un tipo da cognac maturo, sai, fino ai quaranta se mantenuto bene. Però ho assaggiato cognac più giovani, e non sono rimasto deluso. Quindici, sedici… diciott'anni. Il '52 è stata una buona annata, per esempio.
L: “Come ti è nata la passione? Bevevi di nascosto dalle bottiglie del nonno?”
T: “Oh, no. Nonno Percival non può più bere cognac. Dopo una certa età, ecco… In ogni caso, ecco. Il cognac è davvero una grinzafigata. Tutti dovrebbero bere cognac, anche le donne. Perché se una donna bevesse cognac davanti a me, capisci…? Merlino ladro! E comunque, ecco. Io preferisco il cognac tedesco. Ma so che sarebbe un invito a vuoto, visto che Hogwarts mi pare più un covo di poveracci da acquaviola.” (che viene additata come “per femmine”).

Insomma, sembra proprio un improvvisato club di diligenti studiosi della materia. Esatto… sembra. Perché i miei informatori hanno cercato di mettersi in contatto con me ed ero ad un passo dal risolvere il mistero una volta per tutte quando… ZAC! La ghigliottina della censura imposta è calata e alla mia fonte è stato proibito di aggiungere altro proprio sul più bello; posso però dirvi che tutto quello che ho potuto carpire è stato l’inizio: “Parliamo di ragazz-“, il resto è una serie di mugugni incomprensibili anche per chi abbia studiato la lingua Troll. Ma per fortuna, grazie a un astutissimo trabocchetto della sottoscritta, sono riuscita a prendere in contropiede O’Flynn che ha ammesso che sì, anche di ragazze parlano!
L: “Quindi smentisci le voci che circolano che parlate di ragazz-eh?!?”
T: “Non posso smentire le voci che circolano, io parlo sempre di ragazze. C'entrano sempre le ragazze, in ogni cosa. Ma il club del cognac è il club del cognac.”
Gli ho infine posto un’ultima domanda:
L: “Hai qualche particolare dichiarazione sul tuo club che vuoi far sapere ai lettori della Voce?”
T: “Entrate nella Voce degli Studenti! Merida ha bisogno di schiavetti! …Il club del cognac ha le iscrizioni chiuse.” Al che è seguito un apprezzamento a qualche pezzo di artiglieria da guerra, su delle belle caccabombe che non ho afferrato.

E voi? Avete qualche idea in merito? Che cosa sarà mai questa teoria del rombo? Sono accetti suggerimenti e/o chiarimenti!
Ma in fondo, sapete che cosa c’è? Qualunque sia il reale scopo del neonato Circolo pro Cognac, devo ammettere che mi ha fatto venire voglia di crearne uno per “vere donne”. E propongo già anche il nome: CPV, Circolo pro Vodka, ove il nome del superalcolico sta per Visite Omaggio Di Kuasi Adoni (mi sono presa la licenza poetica). Chi ci sta?
N.B. nessun esponente del genere maschile è stato maltrattato più del necessario per la realizzazione di questo articolo.

Lily Morris. Nata e vissuta da che ha memoria in compagnia dei cinque corgie (Gin, Sherry, Whiskey, Brandy, Vodka) della nonna appena fuori Birmingham, infesta la torre Grifondoro da ben quattro primo settembre. Tendenzialmente la gente sembra pensare che il Trio di cui fa parte sia un’unica entità inseparabile, e c’è chi dice che condividano un neurone in tre, chi che vivano in perenne simbiosi. La leggenda vuole difatti che possa perdere tutta la linfa vitale e rinsecchirsi se sta più di un’ora lontana dai due suoi migliori amici. Estimatrice degli esponenti in cui i cromosomi X ed Y si sono combinati in maniera piuttosto piacevole alla vista, pare abbia una lista misteriosa su cui di tanto in tanto qualche nome viene spuntato, motivo per cui gira voce che sia entrata in redazione per avere una scusa in più per avvicinare la popolazione maschile degna di nota… non giungono smentite in merito dalla diretta interessata. È possibile che una volta passata a miglior vita si impegni ad infestare uno dei bagni maschili della scuola, imitando Mirtilla Malcontenta.