Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? Che voce ti dai? Perché stai scrivendo queste righe nonostante ti sia già magata e la voce dovrebbe essere quella degli studenti di Hogwarts? Purtroppo a volte la vita è fatta di tante domande destinate a non ricevere risposta. Conviveteci.

Harriet Mayfair

La tentazione di chiudere la busta e spedirla in redazione senza ulteriori commenti è stata abbastanza forte, devo ammetterlo, ma visto che completando l'articolo faccio anche (e forse soprattutto, poiché ormai tutto fa pozione, ovvero "curriculum") un favore a me stessa, tanto vale proseguire e vedere quel che succede. Tradizionalmente Che Voce ti dai? dovrebbe essere una sorta di feedback che le persone già uscite da scuola danno a coloro che stanno ultimando il proprio percorso… e, sì, mi duole dirvi che stavolta sarò io ad aprire le danze e a sfatare qualche mito; certo ho già chiarito di non avere le risposte alle domande esistenziali per eccellenza, né sono sicura di possedere i suggerimenti per La Vita Grinzafichissima che molti di voi anelano come il sole, però almeno una cosa posso spiegarla: perché, nonostante le mie numerose sparate sul fatto di volermi lasciare Hogwarts e i suoi abitanti alle spalle, sono ritornata a scrivere per La Voce degli Studenti? Non è tanto una questione di fama, chiariamolo subito, quanto più di lungimiranza; i giovani di oggi, si sa, sono gli stagisti di domani e gli adulti di dopodomani, e io di certo non voglio che quelli che diventeranno miei dipendenti o modelli dei miei – aiuto – figli siano persone inette, con alle spalle scelte sbagliate, e tutto perché nessuno li ha fatti svegliare quando erano ancora in tempo. Diciamo che sto facendo un favore alla società, insomma.

Vi racconto una cosa: quando nelle mattine di ottobre aprivo gli occhi, restavo molto impressionata dal silenzio di tomba che aleggiava per la mia stanza o dall’assenza del pungente aroma di chissà quale lozione per l’aspetto; in effetti mi sarebbe bastato (e mi basta ancora) aprire la porta che dà sul corridoio del dormitorio per rivivere le, ehm, gioie della convivenza giovanile, ma diciamo che mi sembra già un grande passo avanti rispetto all’anno scorso. Che io abbia continuato a stupirmi di questi dettagli per un certo periodo, e sebbene avessi iniziato a frequentare l’Accademia Fingal, penso significhi che ci vuole un po’ di tempo prima di disintossicarsi del tutto da Hogwarts (o da qualsiasi altra scuola magica abbiate frequentato, se siete abusivi stranieri). Poi però i giorni passano, e cominci ad abituarti ai ritmi della nuova vita, finché i paragoni con il passato diminuiscono sino a scomparire o a trasformarsi in espressioni da Troll pensante, mentre si sta cercando di ricordare: “ma io, esattamente, com’è che prima riempivo la mia squallida esistenza?“
Se tra qualche mese o qualche anno (o magari qualche giorno, nel caso stesse per provare il brivido dell’espulsione), dovesse capitarvi una situazione del genere, il mio responso sarebbe: tranquilli, state percorrendo una buona direzione; ma se invece questa cosa non dovesse accadervi mai… non so, io personalmente inizierei a farmi qualche domanda.
C’è chi da Hogwarts non si libera manco a morire, attendendo scodinzolante l’occasione per tornarvi o facendo il possibile per restare aggiornato sulle ultime notizie, il che secondo me rischia di essere soltanto il modo migliore per aumentare la propria sfiducia nel genere umano. Io che ad esempio, sino a pochi giorni fa, mi ero tenuta alla larga da ciò che era successo dentro il castello da settembre, quando mi hanno ragguagliato di tutto quel po' po' di roba in una sola lettera sono rimasta molto “EH?”, perché boh, cioè gente, non capisco. C’è chi sclera, chi non passa più neanche dal portone della Sala Grande, chi rischia di avere parecchi shortbread nel forno (e con “shortbread” intendo “bambini”)… fidatevi che una volta fuori di qui, il vostro Edoardo o la vostra Brutt Swag, saranno l’ultimo dei vostri problemi. Anche perché tanto vi lascerete comunque prima che i sette anni siano finiti, sicché.
Quindi, che fare per accelerare il processo di disintossicazione? Tenersi impegnati è sempre una buona idea, anche se probabilmente lo sarete a prescindere nel tentativo di portare a casa la pagnotta (e con “pagnotta” intendo… “pagnotta”); ci sarebbe poi tutto un discorso a parte da fare per i figli di papà tipo i Medicine, ma non è questo il luogo per esaminare Le Vite Grinzafichissime che si concludono con una moglie alcolizzata ed un suicide note pieno d’errori di ortografia: vi rovinerei la sorpresa.
Se invece, in barba a Tosca Tassorosso, avete deciso di non volervi ancora far nobilitare dal lavoro, nel senso che intendete iscrivervi prima ad un'accademia qualsiasi, i primi tempi potreste commettere l'errore di sottovalutare il carico di lavoro ed energie che una scuola del genere richiede. Certo non vi chiederanno di sbattere la testa contro volumi di almeno nove materie diverse (che tanto poi finirete comunque col lasciare) come succede ad Hogwarts, la frequenza delle lezioni non sarà necessariamente obbligatoria e il corpo docenti sembrerà avere finalmente idea di ciò che dice, ma anche le accademie nascondono le loro insidie. Tipo il numero di esami da sostenere in un anno, o il fatto che potreste scoprire che, al di fuori della vostra classe, non siete poi così tanto speciali in quella materia che credevate la vostra ragione di vita e solo perché eravate circondati da Scadenti, Desolanti e Troll.
La vita Là Fuori è un po' come svegliarsi brutalmente da un sogno, spaventarsi un po' e riderci su, o almeno questo è ciò che scriverebbe Beathag Chisholm senza aver di fatto detto nulla di eclatante, lasciandola non immune da un "eh, grazie al Bolide" collettivo. Come la metterei invece giù io per tirare le fila del discorso… beh, penso sia comunque chiaro almeno al lettore attento; poiché la voce che mi do è proprio la mia, carica delle mie scelte e della mia visione delle cose che non ho permesso a nessuno a distorcere (neanche ad un mago, già), e che ho riportato qui perché, chissà, magari qualcuno non si dimostrerà sordo e di questi, boh, consigli ne farà uso.
Suppongo come carta igienica, ma ok. In fondo vi avevo già annunciato che dalla vita non si può ottenere proprio tutto.

Harriet Mayfair. Magata nel 2069 sotto i colori del Serpeverde, a scuola ha svolto tutta una serie di attività, anche se ci piace ricordarla come spillata per le sue punizioni rieducative che, di fatto, hanno ritardato l'espulsione di soggetti come Rupert Garros. Grazie, Harriet. Ex Vice Caporedattore, fotografa e buona amica de La Voce degli Studenti, così tanto cara da averci promesso un'Illusione Ambientale… a prezzo ridotto. Attualmente si sta infatti specializzando all'Accademia Fingal, benché abbia un inquietante feeling con gli spiriti, ravvisabile nella sua scelta di accettare l'incarico di fotografa collaboratrice per Queste Oscure Materie. Può sembrare una persona timida, tuttavia Merida McReady ci ricorda che: "ad Harriet non importa delle vostre esistenze, direi quasi che l'annoiano".