E siccome sei molto indaffarato, più copiosamente ti scriverò. Immagino che dopo una citazione del genere, come minimo ci si aspetta che chieda scusa alla canzone babbana da cui ho preso ispirazione, seppur cambiando il testo. Nah, non è vero. O perlomeno nessuno che abbia letto almeno un mio articolo e mezzo, potrebbe davvero aspettarsi che io chieda perdono per qualcosa che ho fatto. Mi assumo le conseguenze del mio operato – come si dovrebbe dire in questi casi – esattamente come non mi pento di essere andata a cercare risposte direttamente alla fonte primaria, quando si parla di sicurezza pubblica, protezione della Comunità Magica e/o la nostra salvaguardia. Ovvero: Ministero della Magia, Secondo Livello, Dipartimento Auror.
L'idea, in realtà, ha fatto capolino nella mia testa già da qualche tempo, rafforzandosi ogni volta che i quotidiani hanno riportato una notizia sottoforma di dubbio o illazione, di probabile ma è meglio se usiamo il condizionale; ogni volta, in pratica, in cui il solo commento che si è arrampicato sino alle mie corde vocali è stato: ma questi ci sono o ci fanno? 
Chi mi legge più o meno con costanza sa quanto abbia difeso l'operato del Dipartimento retto da Hegla McDunst non solo ora che la mamma di Jay ha preso in mano le redini di ciò che Morgan Shepard ha contribuito a costruire, come altri prima di lui. Non me ne pento, malgrado la mia posizione possa esser stata vista come quella di chi non ha fatto altro che seguire gli insegnamenti che si ricevono in famiglia sin da piccoli. Sono scozzese, lo ricordo solo nel caso in cui chi è stato sfiorato da tali pensieri, possa allo stesso modo ricordarsi di come – al massimo – ciò che ci viene insegnato da piccoli è avere una nostra personale identità, radicata almeno quanto il desiderio di indipendenza. Indipendenza… chiaro il concetto? Quando, in un passato neanche poi tanto lontano, ho sostenuto che il lavoro degli Auror andrebbe compreso, prima di parlare a vanvera, non cercavo il facile plauso dei lettori né di tirare l'acqua al Coerceo di avere un cugino che ha iniziato l'Accademia Auror lo scorso autunno. Allo stesso modo – dunque – il bisogno di verità che mi ha spinto a scrivere al Dipartimento nella sua totalità, non deriva adesso dalla necessità di unirmi al coro di coloro che devono per forza puntare la bacchetta contro qualcuno, alla ricerca di spiegazioni su quanto sta accadendo all'interno di una Comunità Magica in cui Stoker è ancora latitante anche se nessuno ne parla o la Francia ci ha chiuso le porte in faccia non proprio – e non tanto – perché abbiamo detto loro per l'ennesima volta che non è credibile chi mangia lumache e ranocchie. 
Risposte. E' tutto ciò che ho sempre e solo cercato. Risposte. Non solo come scribacchina, ma prima di tutto come membro di questa Comunità Magica, la stessa in cui vi è un serial killer tuttora a piede libero, si rumoreggia di strani via vai delle Forze dell'Ordine Magico dal San Mungo e nessuno dice più niente in merito a nulla, l'avrete notato anche voi. L'immobilità è la prima forma di rinuncia, dicono dalle mie parti. E visto che non sono conosciuta per l'attitudine a star ferma, ho mosso la piuma, come si suol dire, e quello che potete leggere qui di seguito è lo scambio epistolare tra una studentessa rompiboccini del settimo anno ed il Capo degli Auror che immagino di dover considerare come portavoce dell'intero Dipartimento, visto che è la sola voce in mezzo al coro che ha voluto rendermi partecipe del suo punto di vista. 

Caro Quartier Generale degli Auror,
il mio nome è Merida McReady, ma per quanto il mio cognome non credo sia nuovo per voi, ciò che mi spinge a scrivere direttamente al Ministero della Magia è qualcosa di diverso dalla parentela che ho con qualcuno che sta scalando più di un Grampians, per essere annoverato tra le vostre fila.
Sin da quando ho preso in mano una piuma per scrivere le prime righe su un giornalino scolastico – ma a ben vedere anche prima, considerando la famiglia in cui son cresciuta – ho sempre creduto che castare degli schiantesimi su qualcuno non ha senso, se prima non si chiedono spiegazioni. Perché la verità non sta tutta da una parte, spesso e volentieri, o solo perché ognuno deve avere il diritto di poter dire la sua.
E quindi vi chiedo: voi cosa avete da dire?
Su Stoker, sul Festival dell'Uguaglianza, su questo fantomatico (e davvero così?) killer delle figurine. Voi cosa avete da dire?
Sulla Francia che chiude le frontiere dimenticandosi di quanto l'aiuto di questa stessa Comunità – e di chi la rappresenta – sia stato per loro fondamentale in passato. Voi cosa avete da dire?
Sapete, un'altra cosa che – da non ancora adulti – ci viene detto sempre è che per riuscire davvero a spiegare le cose si deve immaginare di parlare con i bambini, perché se si riesce a illustrare i concetti ad una simile platea, allora si è pronti per far fronte anche agli adulti. Allo stesso modo, voglio credere che spiegarvi attraverso un giornalino scolastico possa essere la vostra occasione di confrontarvi con il bambino in attesa di comprendere.
Non siamo adulti, non abbiamo le stesse pretese e, di certo, il sarcasmo che cerchiamo di mettere nei nostri articoli non è paragonabile con quello di chi scrive per professione o vuole per forza vedere anche quello che non c'è.
Ma questo non significa che non dobbiamo pretendere delle risposte.
O che non sia vostro dovere farci sentire al sicuro.

Merida McReady
Caporedattrice de La Voce degli Studenti

Se queste sono le righe che ho indirizzato al Ministero della Magia e all'attenzione dell'intero Dipartimento del Secondo Livello, dunque, la risposta non si è fatta attendere più di tanto, per quanto a leggerla mi sembri più un parere personale di una strega che è anche una mamma, con tutto ciò che questo comporta.

Cara Merida,
se c'è un fatto su cui i giornalisti non hanno mai mentito in tutti questi mesi, è il descrivermi schiva nei confronti della stampa. Non solo a causa degli avvenimenti più recenti dello scorso anno che, come tu e gli altri scribacchini ben saprete meglio di me, hanno portato a manipolazioni e censure, ma perché sono convinta che non tutto possa essere spiegato a parole, non nei modi e nei tempi che la Comunità Magica a volte vorrebbe. Per spiegare qualcosa, serve prima di tutto poter dire la verità, senza impedimenti di alcun genere, senza giri di parole, e invece spesso e volentieri il segreto professionale a cui siamo vincolati ci consente di dire solo mezze verità e a volte ci costringe direttamente al silenzio, almeno finché il caso in questione non verrà risolto. E' una cosa che mi ha sempre dato un gran fastidio e che mi pesa tutt'ora a volte, ma anni di esperienza mi hanno insegnato che spesso il silenzio è ripagato dall'effetto sorpresa e in altri casi dalla salvaguardia della copertura delle persone che lavorano con noi.
Tutti gli eventi che hai nominato fanno parte dell'attualità, dei fatti di cronaca che leggiamo sui giornali e di tutti quei casi che – purtroppo – sono ancora aperti al Quartier Generale e su cui lavoriamo ogni giorno. Solo nei libri della Wickham i tasselli del puzzle vanno a posto con tanta facilità, mentre nella realtà il processo per inserirli – e soprattutto trovarli – non è così semplice. Posso però provare a darti un quadro generale del puzzle e dirti come secondo me i fatti siano legati tra loro più di quanto sembri. Posso dirti che il killer delle figurine potrebbe essere chiamato più correttamente complice degli Humphreyani. Sicuramente è in linea con il loro obiettivo finale: ferire una Comunità Magica che sta cercando di riprendersi con le unghie e con i denti la sua normalità. Alla fine poco importa il nome con cui li etichetti: Humphreyani o Sigillari, Killer delle figurine o Gran Maestro, è importante prendere coscienza del fatto che stanno tutti remando nella stessa direzione. E noi? Non mi nascondo dietro un dito, e non dirò che è sempre tutto sotto controllo, perché a volte anche noi Auror siamo umani e commettiamo degli sbagli. Ci prendiamo degli schiantesimi sui denti – metaforici e non – come tutti, facciamo errori di valutazione, a volte quelli che per comodità chiamiamo "i cattivi" riescono a depistarci, ma se c'è una cosa di cui sono sicura è che ho alle spalle un Dipartimento che nonostante tutto non molla mai.
A volte credo che il fine ultimo dell'addestramento in accademia sia proprio questo: non creare dei super uomini in grado di prevedere qualsiasi cosa, ma piuttosto darci la capacità di reagire in ogni circostanza, per dare alla Comunità Magica la certezza che ci sarà sempre qualcuno pronto a combattere per loro, pure nei momenti che sembrano più bui, anche quando sembra che mezza Confederazione Internazione ci stia voltando le spalle. A proposito, le questioni internazionali non sono esattamente il mio forte, Merida, come la politica in generale. Per quello dovrai bussare ai piani alti quando magari sarai qua fuori, che ne dici?
In bocca al gramo per l'uscita del numero,
Hegla McDunst.

Questo è quanto. O, meglio, questo è ciò che la più alta rappresentanza del Secondo Livello ha da dire in merito a tutto ciò che sta accadendo all'interno della Comunità Magica. Per le questioni internazionali – come avete potuto leggere – mi consiglia di aspettare di finire la Scuola e chiedere direttamente ai piani alti, anche se magari per quando mi sbatteranno fuori qui a schiantesimi sulle chiappe, la Comunità Internazionale si sarà già allineata con la posizione francese perché non si può aspettare in eterno che la nostra immagine sia migliore di quella attuale dove neanche il Ministro della Magia Lloyd parla più, l'avete notato?
E si, perlomeno alla mia attenzione non è sfuggita la rivelazione che sinora non mi è capitato di leggere in alcun quotidiano: il killer delle figurine – a detta della McDunst – potrebbe essere in combutta con chi ha issato determinati vessilli al Festival dell'Uguaglianza o durante l'attacco fulmineo a determinate attività commerciali. Da giornalista in erba, dovrei prendere il tutto come uno scoop utile a far vendere a questo giornalino scolastico qualche copia in più – sempre che il borbottare di Jay in sottofondo non mandi le copie in autocombustione prima dell'uscita vera e propria – ed in effetti non posso negare che questo sia un gran bel colpo per La Voce degli Studenti.
Da membro della Comunità Magica, tuttavia, non posso limitarmi a prendere le rassicurazioni del Capo Auror come una Bevanda della Pace da rileggere ogni volta che non ricevo lettere dai parenti e mi viene da domandarmi se non sia in realtà successo qualcosa. E' vero, ne abbiamo affrontate tante – negli ultimi anni – e non serve neanche diversificare dei nomi che sono portatori dello stesso messaggio di distruzione, anche se in modi diversi. Ma proprio perché ne abbiamo viste diverse, dovrebbe essere ormai chiaro che da una parte vi è la necessità di silenciare elementi utili alle indagini – come vengono chiamati in gergo – ma dall'altra c'è anche e sempre il sottovalutare il potere della gente comune e l'aiuto che, se correttamente informata, questa potrebbe dare.
Nella mia testa ho la bella immagine di studenti che pendono da una trasmissione radiofonica interrotta per raccontarci come Humphrey sia appena caduto, in seguito ad un colpo di mano che per la sua riuscita ha attinto ad una manifestazione popolare. Era una distrazione per allontanare maghi e streghe dal Ministero? Chi se ne frega! E' ora di smetterla con la storiella che i civili, quasi sempre, non sono altro che ostacoli. Lo siamo – si, è vero – ma lo diventiamo maggiormente se ci muoviamo sotto il doppio Fulmen di chi trova giovamento dal lasciarci ciechi ed ignari e chi pensa che non possiamo essere una risorsa.
Mi fa rabbia, tutto questo. Mi fa rabbia dover attendere – per quanto? ci sono dei progressi? – affidandomi unicamente ad una pergamena ben scritta in cui si cerca di far appello ad una parte razionale che, mi spiace signora McDunst, non è facile da mettere a fuoco, soprattutto in questi momenti. Perché in quelli che lei stessa definisce come momenti che sembrano più bui tutto quello cui si riesce a pensare è che i cancelli di Hogwarts sono invalicabili non solo per chi vorrebbe provare ad addentrarsi al castello. E siamo cresciuti per aspettare che quel che ci riguarda ci venga raccontato solo dopo, come una favola della buonanotte con il suo bel lieto fine da cui la sola morale che riusciamo a trarre è: siamo il futuro, ma senza insegnanti.

Merida McReady. Scozzese dei monti Am Monadh (Grampians in lingua inglese) e Tassorosso per buona lena e tempra davanti alle difficoltà, frequenta il settimo anno e, come tiene a sottolineare, anche tutti i corsi extra che possono affinare la sua "non grazia" da sindacalista. Attivista e fondamentalista in tutto ciò che riguarda la fauna del mondo magico, paragona spesso studenti e docenti a Creature poco conosciute di cui ha sentito parlare dagli innumerevoli cugini tra cui spicca Robert McReady. Diretta e senza peli sulla lingua, non si fa problemi nell'esprimere ciò che pensa anche quando non può piacere, anzi, soprattutto quando sarebbe preferibile addolcire la pozione prima di somministrarla o quando, da Caporedattrice, dovrebbe dare il buon esempio. "Gli scozzesi non danno proprio niente" la sua eterna giustificazione in merito. L'ironia decisamente scozzese e le descrizioni caricaturali di chi la circonda emergono dai suoi articoli sebbene la sua missione annuale – per ammissione – sia quella di riuscire a farsi una fotografia con Laury e Darsel sebbene tanta grinzaficaggine sia difficile da contenere in un unico scatto. Fiera sostenitrice dell'abbandono delle Terre di Bleah, ogni occasione è buona per sottolineare come il Ministro della Magia abbia i mesi contati. Per l'esattezza sino a Luglio del 2073.