In tanti, immagino, iniziano il loro ultimo articolo su un giornale scolastico più o meno allo stesso modo: saluti, ringraziamenti o anche solo quel nostalgico ripercorrere gli eventi che hanno caratterizzato sette lunghi anni scolastici. Qualcuno non ha voglia di andarsene, altri si rammaricano perché lasciano ad Hogwarts affetti che devono aspettare ancora un pochino, prima di ritrovarsi in quel famigerato là fuori di cui tutti parlano. Io no, sapete? Io non vedo l'ora di viverlo, quello che ci aspetta al di là dei cancelli di questa Scuola di Magia. E, certo, anch'io lascio qui delle persone care – Isobel e tutta la mia Sala Comune in primis – ma so che la vita in fondo non è così melodrammatica e non stiamo andando incontro ad alcun funerale, malgrado quello che abbiamo vissuto in questi ultimi due anni scolastici. E' solo una tappa che volge al termine e come tale si dovrebbe esclusivamente festeggiare, senza particelle ipotetiche che rischiano di rovinare ogni cosa. E senza sottrarsi ad ogni attimo di vita collettiva…capito?
Per quest'ultimo articolo, tuttavia, ho dovuto chiedere consiglio ad una cara amica, non sapendo bene cosa sarebbe stato meglio utilizzare, in una rubrica come questa che non ha mai avuto l'ambizione di diventare la nuova T in condotta come ai tempi di Alfred Lewis e di un altro Parker. Mi è stato consigliato di lasciare una certa eredità, ora che me ne vado, ma malgrado io abbia scherzato sul fatto che avrei scritto di regole e norme, alla fine ho deciso di scommettere su tre "P" – ancora una volta – senza venir meno al titolo di questa rubrica, ma esprimendo allo stesso tempo anche ciò su cui ripongo la mia fiducia di quasi ex studente di Hogwarts. Non è un articolo di commiato, tuttavia, né di saluti strappalacrime, semplicemente perché credo che da adesso in poi dobbiamo concentrarci sul sorridere e sull'ottimismo. Andrà bene come mi ha ricordato un mio nuovo amico, di recente. Riguardava un altro argomento, decisamente differente, ma il concetto è lo stesso, in fondo: diamo spazio ad un po' di ottimismo, ce la possiamo fare.

1. Si fa presente a tutti i Primini – attuali ed in arrivo a settembre – che la vera responsabilità di Hogwarts, secolare Scuola di Magia e Stregoneria, è nelle loro mani. Tale verità è imprescindibile per ogni regola o normativa che compone il Regolamento Scolastico, ma ancor di più è sacrosanta per chiunque si ritrovi a vivere il quotidiano tra queste mura, malgrado quel che si possa asserire in merito. E' agli studenti dei primi anni, dunque, che è affidato il futuro di questa Scuola e di tutti coloro che vedono in Hogwarts il rifugio che è sempre stato, in tempesta come in bonaccia.  

Articolo 35, Sezione Speranza, rigo uno

Non poteva che essere questa, la prima "P" da apporre non solo su un'ipotetica eredità da lasciare, ma anche come appunto di vita spesso non tenuto in considerazione come si dovrebbe. A molti sembra una frase fatta, asserire che gli studenti dei primi anni sono il fondamento di Hogwarts; altri – del resto – credono direttamente che sia un'eresia e che tanto, l'anno prossimo come gli scorsi, le cose non andranno poi diversamente e se sei all'inizio della tua esperienza scolastica devi mettere in conto solo una cosa: gavetta. Io non credo sia così che dovrebbero andare le cose e quest'ultimo anno scolastico mi ha dato ragione ogni volta che uno studente del primo anno ha lottato per questa scuola, la stessa in cui viene magari preso in giro o malmenato ogni giorno. E' quindi a voi che mi rivolgo, direttamente e nel solo modo che mi riesce, ovvero chiacchierando senza che io sia in grado di mettermi un freno o segua un determinato filo del discorso. E vi dico di farvi sentire a vostra volta, con tutti i mezzi che avete e non da ultimo questo stesso giornale scolastico che l'anno prossimo sarà un filino più vuoto, in redazione. Osate – ma rispettate sempre le regole, mi raccomando – createvi il vostro spazio e non vergognatevi di quello che siete né degli interessi che potete sviluppare con il tempo. Se mi fossi fatto scoraggiare, dopotutto, sarei ancora qui a credere che l'Astronomia è per le femminucce o il regolamento per asociali fissati. Che poi forse lo sono, ma chi se ne frega! 

2. Si ricorda al Corpo Docente ed alla scolaresca intera che, seppur non esista una normativa in materia, le Promesse sono da considerarsi alla stregua di un Voto Infrangibile e, come tale, si deve fare anche l'impossibile per onorarle. Solo l'attenta corrispondenza tra ciò che si dice e quello che si fa, infatti, può contribuire alla crescita personale così come al rifiorire di una Comunità Magica flagellata a lungo da promesse inconsistenti, illusioni ben orchestrate e menzogne. E ne abbiamo già avute abbastanza.

Articolo 54, Sezione Bacchettate, rigo 8

Mi hanno sempre dato dell'utopico. Dell'idealista. O semplicemente del Troll lontano dalla realtà che vive sulle nuvole e non si rende conto di come i fatti seguono un'altra via, a chilometri di distanza dalle aspettative. Io credo nella sacralità di una promessa e non posso quindi prescindere da questo caposaldo nella scelta della seconda "P" che vorrei lasciare a chi legge. Le promesse sono importanti – frase fatta – ma non credo si rifletta abbastanza quando ci accingiamo a farne una, altrimenti ci sarebbe molta meno delusione in giro e le persone si sentirebbero meno prese per i fondelli (magici e non). Perché tutta questa tiritera? Perché – come Alexandria Lloyd ha tenuto a sottolineare spesso – occorre ricostruire e bisogna farlo sin dal nostro piccolo, ma per portare avanti un proposito del genere serve impegnarsi e questo significa promettere. Impegnarsi non è mai semplice, ma nel momento in cui si apre la bocca dovremmo esser sicuri di non dire le cose tanto per. E quindi io mi sento di promettervi ciò: farò il possibile per questa Comunità Magica, per renderla più vivibile e meno arroccata su torrioni di odio e sospetto. Posso fallire – certo – sono in pochi a possedere la Vista e capire da subito cosa può succedere o meno, ma una promessa non ha bisogno di successo certo, quando viene formulata, quindi vi domando: voi, cosa siete disposti a promettere?

3. Secondo la normativa in vigore sin dall'istituzione di questa Scuola di Magia, la sicurezza, salvaguardia e istruzione di Hogwarts è affidata alle sapienti mani del Preside. Con i poteri che vengono conferiti a tale figura e con le responsabilità che gravano su una singola persona, la Scuola di Magia e Stregoneria si impegna a riconoscere alla sua Guida gli elogi dovuti. Sempre.

Fondamento numero 1, Sezione Ringraziamenti, rigo 7

E' colpa della Preside. La Preside cosa sta facendo? Perché la Preside non si oppone ad O'Neill? Perché la Preside permette ad Humphrey di fare tutto quello che gli pare? E gli Sciacalli? Perché? Io non so ancora cosa voglio fare davvero, da grande, ma so che non vorrei mai essere il Preside di Hogwarts. Non è il carico di lavoro a spaventarmi, tuttavia, quanto l'incomprensione e la facile accusa che serpeggia nell'aria ogni volta che qualcuno fa, mentre altri – all'esterno e senza conoscere – si permettono solo di giudicare. E' semplice, lo so. E' la cosa più facile del mondo commentare l'operato altrui; peccato che non sia altrettanto facile gestirlo, tale operato. Perché, vedete, il Regolamento Scolastico per cui tanto mi prendete in giro – lo faccio anche da solo, ormai, tranquilli – fa capire molto bene come Hogwarts goda di indipendenza o giurisdizione a sé solo fino ad un certo punto e avreste quindi potuto risparmiarvi molte domande in merito all'apparente inerzia di Loreen Wallace visto che – semplicemente – non poteva. Non poteva risparmiare a Medea di essere cacciata, così come non ha potuto far nulla per il momentaneo allontanamento dei docenti delle materie facoltative o impedire l'espulsione di Cedrick. Neanche la presa di posizione da parte del Ministero della Magia sulla necessità di qualcuno che tenesse d'occhio l'operato dei docenti, è stata probabilmente oggetto di un accordo con la direzione di Hogwarts così come dubito che sia capitato per l'obbligo di indossare sempre la divisa o le mancate uscite ad Hogsmeade. Vi stupirò, quindi, ma la mia terza "P" resterà sempre la Preside, la sola che ho conosciuto durante il mio percorso scolastico ed insieme la strega che più di chiunque altro mi ha fatto aver fiducia. Si, fiducia. Perché ci ha protetto e preservato e perché nonostante tutto (e tutti) resta sempre la Guida che ci accompagna lungo il nostro cammino e veglia non solo sulla nostra preparazione, ma anche sui maghi e le streghe che ci apprestiamo a diventare una volta là fuori. Ecco, questa è l'eredità vera che mi sento di lasciare, in un eccesso di presunzione: salvaguardate la Guida se si comporta da tale. Non risparmiatevi i grazie, quando servono, né dateli per scontati. Perché non c'è eredità più bella di crescere in un micromondo che cresce a sua volta.

E adesso tranquilli, sto effettivamente lasciando la Scuola e queste sono davvero le ultime righe che dovrete sorbirvi, da parte mia. E' stato un bel viaggio e non rimpiango alcun momento, visto che lo concludo sentendomi più ricco e tutto sommato anche migliore. Agli studenti di Grifondoro vorrei solo aggiungere che ho provveduto a lasciare una copia del Regolamento Scolastico sul fondo dei loro bauli almeno così si ricorderanno di me. Paura, eh?

Jackson Parker. Scozzese con il kilt di castità, si vocifera che abbia imposto il rispetto delle regole anche alla Piovra Gigante, ricevendo come risposta una doccia gelata e qualche apprezzamento – non recepito come tale – da parte di poche svenevoli studentesse intente a bighellonare sulle sponde del Lago Nero. Creatore inconsapevole di doppi sensi che è il primo a non afferrare come tali, ha fatto del regolamento scolastico una delle sue ragioni di vita, al punto da essere più noto come Il Moralizzatore che con il suo nome di battesimo. Incline a salutare chiunque più volte al giorno come se non ci fosse un domani, se non altro ha finito di far sanguinare le orecchie altrui millantando una parentela alla lontana con Agatha Wickham, errore scaturito probabilmente da tutte le volte che gli viene augurata una morte lenta e dolorosa per aver sabotato feste non autorizzate o coprifuoco non rispettati. Affetto dalla sindrome di sorellanza con gran parte delle sue coetanee e circondato spesso da esponenti di sesso femminile, più che un Billywig che va di fiore in fiore si tratta in realtà di un pianeta interstellare ancora inesplorato. Letteralmente.