CONTROEDITORIALE DI VANIGLIA PRICE

Non ho alcuna intenzione di attaccare l’editoriale della Somma Capa (aka Hilary), dato che sono d’accordo con quello che ha scritto fino all’ultima goccia di inchiostro…meno una cosuccia. Davvero, potrebbe sembrare appena un pelo di Puffskein ma…ehi, questo è un controeditoriale e io devo pur fare il mio dovere di scribacchina, anche se la maggior parte del tempo che sto in redazione lancio aeroplanini di carta a Tommy e Merida. O mi capita di prendere in prestito e accidentalmente scordarmi di restituire, le pergamene dalla pressa. So di essere noiosa come un Plimpi alle caviglie (un Plimpi? Lo so, forse un po’ di più) quando prendo d’assalto uno ad uno tutta la redazione per far loro comprare un nuovo gusto gelato. Ma anche se consegno sempre gli articoli all’ultimo millisecondo non vuol dire che la questione non mi stia a polmone. Voglio ricordare a Hilary, alla redazione, a tutti i lettori, al secondino raffreddato che userà queste pagine per spalmarsi il moccio in faccia (ti ho visto!) che questo problema non è secondo a nessun altro e il fatto che contemporaneamente ce ne siano molti più lampanti e manifesti non vuol dire che questo non necessiti una soluzione tanto netta ed efficiente quanto la pretendiamo per i numerosi atti di terrorismo di cui siamo a conoscenza. Ritengo estremamente egoista farsela sotto dalla paura vedendo i Babbani arsi vivi al British Museum, logorandosi fra sé e sé: “Chi me lo dice che il prossimo che quegli Sciacalli maniaci faranno arrosto sarò io? Insieme ai miei padre, madre, moroso, gatto, canarino e Pryxie del Donegal?”non pensando che al tempo stesso c’è un problema che miete più vittime di quanto possano mai fare (o almeno, speriamo) atti di violenza pubblica e organizzata di tal genere, sebbene il suo modo di logorare, danneggiare, uccidere sia lento, non clamoroso, lontano dai riflettori e dall’attenzione mediatica dei giornali. La manifestazione antipolvere di drago tenutasi a Diagon Alley durante le vacanze pasquali aveva come principale scopo adoperarsi per dire BASTA al massacro gratuito dei Draghi, e sì, Hilary, in questo caso la faccenda potrebbe interessare molte meno persone come dici tu (ma se provi a fare un paio di conti, cara Capa, vedrai che più persone di quante tu possa immaginare lucrano o comunque sono coinvolte nei traffici, che non si limitano solo alla società magica della Gran Bretagna ) ma quella è solo una delle tante conseguenze del problema. Problema di cui il Faro è un lampeggiante discepolo, vista la grande capacità con la quale questo soggetto ha portato avanti il “dibattito costruttivo” tirandosi indietro ogni qualvolta in bacheca apparisse qualcuno a fare osservazioni sensate, che il Faro non avrebbe potuto controbattere. Sono sicura che dovrei chiedere ai portavoce del WWFFB scolastico, Riley Stratford e Savin Reid, di aprire una raccolta fondi per questa grave epidemia.
La stupidità umana.

Una pergamena. Quattro parole in croce. Frasi accattivanti. Il potere della chiacchiera. Che ci vuole – ti diranno – per metter su un giornalino scolastico? Prendi qualche studente, sicuramente quelli che hanno più tempo da perdere, pardon, senza troppe attività scolastiche. Certo, ti ci vorrà qualcuno che sappia far funzionare una pressa, ma questo è il minimo. Ti diranno.
Trovati un'aula che nessuno usa più. Mettici dentro qualche sgangherato banco. Un po' d'inchiostro, qualche pergamena nuova. Se proprio riesci a procurartela, una Prendiappunti potrebbe aiutare i più pigri. Che ci vuole – scherniranno – a far di quattro fogli un giornalino scolastico?
Ti criticheranno. Ti additeranno come di parte. Serioso. Noioso più di una lezione di Storia della Magia o di Babbanologia. Vale davvero la pena – ti provocheranno – di star dietro una boccetta d'inchiostro e qualche notte in bianco alla ricerca di un'idea che non arriva, per un giornalino scolastico?
Vieni fuori, è primavera, persino un bolide in testa è meglio di scervellarsi a trovare una storia che coinvolga. Dammi retta, se non ti adegui alla tendenza di sparlare senza curarti di informare, fai poca strada. Che, sei matto? Là fuori c'è la guerra! La Comunità trema e tu che fai? Tieni nota, affinché nulla si perda?
Lascia stare, quelli son fissati. Con il fatto di tenere informati si stanno perdendo quel che gli potrebbe capitar davanti. E poi credono di essere professionali – giornalisti arrivati, sissignore –  quando invece sugli articoli ci fan cadere direttamente la marmellata.
Voce.
Smetti di ridere, mi deconcentri. Un pezzo non si scrive da solo…no, neanche con i tuoi commenti. Hai paura? Io un po'. Ma non dell'articolo…no. Li arrestano, il peggio è passato, immagina che editoriale verrà di certo evocato. Dobbiamo dare speranza, è questa la nostra importanza. L'Oscuro è caduto, un forte sostegno va mantenuto.
Degli Studenti.
Lo senti? Arriva anche qui. Non sono le dimensioni che fanno un ambiente, ma l'eco – puah, non dire quella parola – dato dal silenzio. Arriva anche qui, i tempi stanno cambiando. L'anima no. Abbiamo un compito, l'avremo sempre: se lo scrivi, nulla si perde!
Il numero è stato censurato, ne va del buon nome del castello. Questo hanno detto e non perché usiamo colori pastello. La verità è un macigno, tu riesci a vederla dietro quel volto arcigno? Hogwarts non cadrà, silente resteranno tutti a vegliare queste mura, ma tu non temere, scrivi e ogni cosa andrà bene.
Conta. Fai l'appello. Non ti dimenticar di questo e quello. Odor d'inchiostro e pressa, quanto era da preferire a questa ressa? Che ci vuole – ti avevan detto – per trarre fama da un giornaletto? La piuma pesa, in verità, al di là dell'esito della cruda realtà. Molti sono andati, altri chissà se torneranno. Per quanto il sole sorga ogni giorno, non lo fa mai senza affanno.
Sorridi, i tempi son maturi. Cadono i veli d'ombra, la vera storia ci è riconsegnata. Li hai trovati, infine, quei manoscritti. Pezzi d'altri tempi, mai trascritti. Osservali, rileggili e prenditene cura. La stoffa di un giornalista si vede dalla sua caratura.
Ricorda e fa che rammentino: tutto è nato da uno stanzino, ma non è mai stato al confino. E quei giorni, quelle serate perse, le rivedrai infin riflesse. In un primino che ti addita tremolante, così come in un settimino che là fuori attenderà agognante. Che sia un impiego, una carriera ed una famiglia insieme, tu sei stato comunque quello che non teme.
E nel silenzio che accompagna sempre il calar della notte, è un anno in più che rintocca con la mezzanotte. A tutti quelli che negli anni son passati va il più sentito grazie, da quelli che son restati. A guardia, emblema e paragone di verità, coraggio e quel tocco d'ardore.

28 Aprile 1980 – 28 Aprile 2071