Mi trovo in uno stanzino piccolo, decisamente troppo intimo – Eoghan la metterebbe su questo piano per trovare il lato buono della questione, come ogni volta che gli si concede di aprir bocca – e visto che tutti sono indaffarati a correggere questo e quello o assicurarsi che Sean e Jericho non infilino una ciocca di capelli di Dupret nella pressa per, cito testualmente, cercare di dare un tocco fescion (giuro, hanno scritto così) a La Voce ed abbattere definitivamente il protocollo EPC dalla parte del castello che si diletta con l'arte della scrittura al di fuori dei rotoloni di pergamena gentilmente concessi dai docenti. Se siete astuti vi starete chiedendo perchè, mentre il resto degli scribacchini è intento a confezionare il numero del solo giornale scolastico definibile come tale, io posso permettermi di rubare la scrivania alla Caporedattrice – santa Margareth discesa dall'alto della Torre Grifondoro – posare i miei regali piedi sulla bozza di un articolo di Noreal sull'importanza della marmellata nell'alimentazione degli studenti in odor di esami ed allo stesso tempo osservare tutti gli altri chiedendomi – come ogni volta che l'uscita del giornale è alle porte – chi sarà il primo a schiattare su qualche sedia accompagnando il gesto con la parolina magica che tutti i frequentatori di questo sgabuzzino angolo giornalistico ben conoscono: è fatta.
La verità, oltre all'innegabile presenza di una targhetta mordente che ha minacciato più volte di azzannarmi quando ho puntato la scrivania della regina oscura – per via dello sviluppo delle fotografie - Harriet Mayfair è che non sono stata nominata supervisore ufficiale del giornale, non ancora perlomeno, quanto… testimonial. Io. Esattamente io che a) sono praticamente appena arrivata da queste parti e che b) ho la capacità di pubbliche relazioni pari a quella di un Dubaku, proprio io sono stata scelta per una nobile causa (devo smettere di farmi suggerire certi termini da Leroi, soprattutto quando è intento a star dietro a tutte le elucubrazioni mentali di Dorothy se mio cugino vale A/O tu sei direttamente una S Milford sulla fauna maschile che persiste al castello). E se vi state chiedendo quale sia la nobile causa che questi sciagurati hanno pensato di affidare nelle mie sapienti mani nonostante Vega continui a sorridere per aver scamp… beh, banda di frullobulbi che state leggendo queste righe, non credete che sia giunto il momento di esporvi al sole e trasformare le vostre foglie scure in un rigoglioso intreccio più chiaro e vivace? Rileggendo quest'ultima frase mi rendo conto di aver probabilmente già fatto scappare qualcuno ancor prima di spiegare cosa intendo, ma non è colpa mia se ho un cugino appassionato di piante – e pure di spade dai singolari nomi, mi sa – che ogni tanto se ne usciva con simili paragoni. Certo, ho il vaghissimo sospetto che ci fosse una base di humor scozzese nel suo dire, ma il paragone stavolta calza a pennello.
Come saprete – almeno quelli che mi vedono nella loro stessa aula ogni giorno – frequento il terzo anno, in questa scuola. Non sono l' Alfred Lewis della comunità magica e – francamente – non voglio neanche diventarlo, ma in fondo scrivere per questo giornale non è poi così male, lo ammetto anche io che spesso preferirei avere a che fare solo con le creature che il professor FitzRoy ci mostra a lezione piuttosto che con la fauna che cammina su due zampe soltanto. E quindi mi chiedevo… vi andrebbe di scrivere per La Voce degli Studenti? Giuro solennemente che non si tratta di una presa in giro – tranne se avete le capacità cerebrali di chi scrive per la concorrenza, in quel caso posso solo consigliarvi i disegni da colorare – quanto di una scommessa che abbiamo deciso di lanciare a chi frequenta questa scuola. E mi raccomando, non siate i soliti Grifondoro che si lagnano di non essere considerati bravi nello scrivere. O i Corvonero che hanno paura del confronto con le altre casate e se la scrivono e se la leggono da soli. O i Serpeverde che diventano davvero dei casi umani ogni giorno aspettando che Salazar in pura essenza srotoli loro innanzi il tappeto lastricato di cattive intenzioni. Io, Alys, Eoghan, Ivy e la stessa Priscilla siamo i più piccoli in redazione, ormai, eppure vi assicuro che Giselle non ha mai minacciato di usarci come ingrediente per qualche pozione nonostante Eoghan ci sia andato molto vicino, secondo me. Neppure Gwendolyn ci ha buttato fuori dalla finestra le volte in cui abbiamo pasticciato con i colori o qualcuno ha inceppato la pressa con della marmellata… il fatto che in redazione non vi siano finestre se non quel buco da cui arrivano i gufi è sicuramente un dettaglio, si. 
E' per tutte queste ragioni, quindi, che vi domando una cosa semplicissima: why not? Ho letto ciò che hanno scritto due studentesse in uno degli articoli di sport, analizzo costantemente le interviste che vengono fatte o le pergamene che atterranno Noreal ogni volta che qualcuno scrive una lettera al giornale… eppure mi domando ancora perchè non provare a fare il passo successivo e scrivere davvero insieme a noi. I dolci non mancano, eh! In qualità di vecchio Caporedattore del giornale, Vincent Stars ci manda spesso e volentieri gli ultimi ritrovati di Mielandia così come Alcyone Webber non si è scordata di quando scriveva la rubrica di cucina de La Voce – e dai che all'esser presi per la gola è impossibile resistere! – e poi, ve lo dico francamente, ora che Mius ha smesso di cantare cori da tifoso che cerca platealmente le botte, non si sta poi così male. Riesco persino a star dietro i compiti anche più di prima, sarà che visto che qui in redazione ci sono studenti di tutte le età il confronto e lo scambio di pareri sono costanti, nonostante l'ambiente decisamente intimo. Basta lavarsi, ecco. E possibilmente evitare lozioni che sanno di vermicolo o larva di mosca. Giuro, non capisco come possano essere considerate all'ultimo grido, a meno che non si intenda che subito dopo si crepa e quindi quella è l'ultima manifestazione possibile.
Mentre scrivo queste righe mi rendo però conto che vedere un giornale che prende forma sotto i tuoi occhi è un po'  come sperimentare una nuova pozione senza che ci sia un docente a dirti cosa va messo nel calderone e cosa invece è meglio evitare. La differenza è che siamo noi studenti, in questo caso, a decidere su cosa scrivere e dove puntare l'attenzione. Gli ingredienti che danno corpo a La Voce non arrivano da nessun libro di testo scritto chissà quanto tempo fa, talvolta anche in modo incomprensibile, ma è qualcosa che prende forma dalla collaborazione di tutti – compresi gli inquilini del sacro baule o quelli che parlano ai pianeti – e vi assicuro che ci sarebbe da provare a far parte di una realtà simile solo per questo. Sapete chi sono, magari anche che mi siedo sempre allo stesso posto in Sala Grande, quindi non siate timidi anche perchè io non lo sarò di certo con voi, neanche nell'interpretare i vostri segnali nascosti. Ho già detto a Philip che secondo me quella forchettata nella chiappa aveva un messaggio nascosto… volete che qualcosa di diverso possa fermare noi scribacchini dal convincervi che scrivere rallenta i brufoli e le T in grammatica inglese? Protocollo MMMH Merida McReady Minaccia Hogwarts benvenuto tra noi. 

Merida McReady. Scozzese dei monti Am Monadh (Grampians in lingua inglese) e Tassorosso per buona lena e tempra davanti alle difficoltà, attualmente frequenta il terzo anno e, finalmente, anche il corso di Cura delle Creature Magiche. Attivista e fondamentalista in tutto ciò che riguarda la fauna del mondo magico paragona spesso studenti e docenti a creature poco conosciute di cui ha sentito parlare dagli innumerevoli cugini – tra cui Robert McReady – o dai visitatori dell'allevamento di cavalli alati degli zii. Sempre che non se le inventi, direttamente. Diretta e senza peli sulla lingua non si fa problemi nell'esprimere ciò che pensa anche quando non può piacere, anzi, probabilmente soprattutto quando sarebbe preferibile addolcire la pozione prima di somministrarla. Si lamenta sempre delle compagne di dormitorio sostenendo che russano.