Sembra ieri che mi sono ritrovato ad uscire dalla redazione per la prima volta. La solita aria da imbecille che avevo in passato e non il reale pensiero che quel posto mi sarebbe dannatamente mancato, un giorno. Riscrivere per la Voce degli Studenti è una sensazione strana. Mi sento, da una parte, come se non fosse passato un singolo giorno dall’ultima volta che ho posato la piuma sul tavolo, ho sorriso all’uscita del giornale, ho letto famelicamente i saluti della redazione a chi di noi andasse via da scuola in quel periodo, nel giugno del 2068. Perché la vita passa, un sacco, e da una parte sembra ieri che ero tra di voi, dalla prima sera in cui venni smistato a Grifondoro e caddi tragicamente nel Lago Nero durante la traversata delle barchette, fino all’ultima, con una spilla da Caposcuola sul petto e la divisa addosso; dall’altra mi sento dannatamente distante da quella realtà, dalle mura miracolose di Hogwarts, dalla condivisione del dormitorio con i miei compagni e dai litigi quotidiani con gli stessi – perché, si sa, sono terribilmente rompibolidi quando mi ci metto ed avermi in dormitorio per sette lunghi anni è una cosa che non consiglierei a nessuno. Qualcuno di voi potrebbe chiedersi com'è la vita una volta lasciata Hogwarts. Bella, per Merlino! Sapete cosa significa svegliarsi la mattina senza il pensiero pressante di dover necessariamente presentarsi alla lezione di Storia della Magia ed assistere sicuramente ad una delle sceneggiate della Welkentosk? Ero uno dei suoi favoriti, ma comunque quelle smorfie dovevo sopportarmele anche io. Una cosa, però, ho da dirvi, da membro anziano quale sono, oramai: tenetevi strette le vostre passioni. Abbracciatele, stringetele al petto, soprattutto adesso che il futuro non si prospetta così tanto roseo. Identificatevi nei vostri sogni, coltivate ciò che vi piace fare. Nessuno, allora, potrà privarvi del vostro talento più prezioso. Se vi piace scrivere, non abbiate paura e proponetevi come giornalisti! Cominciate da La Voce, magari, e sarà lei stessa ad indirizzarvi verso giornali importanti! A me non è mai piaciuto, ad esempio, devo essere sincero. Una certa persona, che mi sta molto a cuore, mi ha accusato di essere sempre stato privo di fantasia – lei ha la fantasia tipica degli arcobaleni, per dire – quindi avreste mai potuto vedere un tipo come me in redazione? Folle, ecco cosa. Entrai in redazione per essere ancora più popolare di quanto già non fossi, perché evidentemente non mi bastavano il Quidditch, le spille da Prefetto e Caposcuola ed una mole d'incarichi con cui mi riempivo ogni giorno. No, dovevo strafare. O tutto o niente e non mi dispiaceva essere sulla bocca degli altri. Poi cresci e ti rendi conto che spesso l'essenziale te lo perdi per strada. Se ripenso all'ultima volta che sono stato in redazione, che mi sono alzato da quella panca, che ho posato la pergamena ed il calamaio sul tavolo, al loro posto, penso soprattutto a quanto io sia cambiato nel corso del tempo. E a quanto il tempo abbia cambiato me. Devo essere sincero, il cambiamento è una cosa che mi spaventa da morire e sono ancora legato ad una certa immagine che ho di me nella mia testa, ma che non corrisponde effettivamente a chi io sia diventato ora. Ci faccio a pugni, di tanto in tanto, con l’immagine attuale, ma sono fortunato perché sono circondato da persone speciali che ogni giorno mi ricordano chi io sia. E concludo con una cosa, cari lettori: da bravo Grifondoro che si rispetti posso solo raccomandarvi di non avere paura. Tendenzialmente di tutto: delle vostre aspirazioni, di voi stessi e dell’immagine, soprattutto, che vedete dentro allo specchio ogni mattina. Non abbiate paura se qualcuno non approva, se vi mettono i bastoni tra le ruote. Lottate, cari miei, perché se non lo fate voi per primi, non ci sarà nessuno a difendervi. Perché se no sarete vittima di soprusi e di bullismo. E’ stato un piacere riscrivere per voi! Ci vediamo in giro, se capita!