.Sir Rothenberg
A Mornay lo conoscono tutti, Tebaius Rothenberg: è un signorotto dall’ aspetto distinto, che risiede con la vecchia governante nell’antico castello di famiglia e passa il tempo libero accompagnando i turisti in visita per i suoi possedimenti. "Attualmente i Cavalieri di Mornay vengono tenuti un po’ in disparte, come cavalleria pesante. Nel frattempo, ritengo più utile far conoscere la storia dell’ ordine e trasmettere il suo messaggio, i suoi valori di onore, fedeltà, rispetto". Alto e allampanato, a cinquantasette anni Sir Rothenberg si muove con la stessa agilità di un ragazzino, guidando i suoi ospiti in un percorso a ritroso attraverso i passaggi segreti della sua residenza, i quadri parlanti degli antenati, le armature incantate che da tempo non combattono più e stanno nei corridoi a prendere la polvere. "L’ ordine fu istituito da Atreius McGoohan, nato su quest’ isola e divenuto Ministro della Magia nel 1232" dice, indicando il quadro di un barbuto signore. "Divenne Ministro a soli diciannove anni, dopo che si sparse la voce della sua bravura nella Difesa Contro Le Arti Oscure e il suo impegno nella lotta contro i Goblin. Era molto spaventato, dicono le cronache, ma capì subito che doveva continuare a lottare e a difendere il suo popolo. Chiese dunque ai suoi compagni di un tempo se volevano unirsi a lui. Quasi per un gioco di ragazzi, nacque l’ ordine più importante della Storia della Magia", conclude, non senza una punta di orgoglio. Dopodiché si dilunga a parlare di quanto fosse complessa, molto più complessa di quanto emerge dalle cronache, la personalità di McGoohan: timido e insicuro, figlio cadetto del signorotto di Mornay, ma straordinariamente coraggioso, leale e spietato in battaglia.
Un po’ il ritratto dello stesso Tebaius Rothenberg, discendente di una delle più antiche famiglie dell’isola e imparentato probabilmente con gli stessi McGoohan, studioso di filologia magica ed amante del flauto traverso, esageratamente cortese nella vita di tutti i giorni, affabile, giovale, ma estremamente severo, inflessibile nello svolgere il suo ruolo nel Cavalierato. "Non ci sono guerre, certo, né conflitti in cui possiamo intervenire. La situazione del Sigillo è molto più complessa, non c’è uno scontro diretto, non c’è una strategia da preparare: mi rendo conto che abbiamo dei limiti, fra cui l’ agire singolarmente. Del resto, siamo appunto un gruppo" spiega, quando i turisti gli chiedono perché se ne sta a perdere tempo fra le sue anticaglie e non arriva a Londra per aiutare dei compatrioti in difficoltà. Si allena, in compenso, si allena molto con quelli che chiama "i suoi ragazzi": hanno dai quattordici anni in su, e fino ai diciassette si uniscono all’Ordine solo d’ estate, perché in inverno devono frequentare regolarmente la scuola. "Attualmente siamo in quarantuno, dei quali sette allievi. (nota: uno di questi allievi è la nostra vecchia conoscenza Archibald Sinclair, sapete?) Non sono del tutto certo che tutti e sette riusciranno ad arrivare in fondo, spesso molti di loro si rendono conto di essere più capaci in altri campi, o in altre professioni, quali l’ Auror. La differenza fra un Cavaliere e un Auror è che l’ Auror agisce singolarmente, noi invece dobbiamo pensare come una cosa sola. Non tutti ci riescono, ad annullarsi in qualcosa di più grande. Eppure è necessario, è parte della nostra forza, è la nostra forza. Una sola persona moltiplicata per quarantuno".
Gli allenamenti, come vengono chiamati, sono molto duri: i concittadini di Rothenberg lo vedono spesso lanciarsi con il resto del gruppo in imprese apparentemente prive di senso, quali correre senza vestiti sotto la neve o attraversare a nuoto lo stretto che li separa dall’Inghilterra durante un temporale. Ci sono marce forzate, duelli apparentemente all’ultimo sangue, costruzione di armi utilizzando esclusivamente quello che natura offre. Il tutto durante il fine settimana, perché il resto del tempo i suoi compagni lavorano. "Sono un Guaritore" dice uno di loro, dai capelli arruffati ed un pizzetto improbabile. "Ma sapere che, in caso di bisogno, potrei difendere la mia famiglia e il mio paese mi rende felice". Nell’ Ordine da sedici anni, confessa le sue perplessità riguardo il suo comandante d’ armi: "Quando mi hanno detto che era lui, a comandare, sono rimasto perplesso. Insomma, non ha molto l’ aspetto del soldato, porta anelli, ha le mani delicate, si esprime in latino. Ma è solo apparenza, forse lo fa apposta per cogliere di sorpresa: è uno stratega geniale, e sono sicuro che deve ancora nascere chi riuscirà a disarmarlo".

Tebaius, con un mezzo sospiro, porta i suoi ospiti lontani dal suo commilitone, raccontando estasiato di come il più famoso scultore rinascimentale sia venuto nel palazzo dei suoi avi, scolpendo per questi il baldacchino più bello del Regno Unito; perfettamente a suo agio, racconta di banchetti nuziali di cugine lontane e di melodrammi rappresentati in quello stesso cortile. Nega, invece, di mostrare ai suoi ospiti la Locomozione Levitante Leggera, incantesimo che i membri della sua famiglia si tramandano da secoli e che lui ha applicato alle sue strategie militari. "In pratica, si tratta di far combattere armi o armature o qualsiasi dispositivo bellico senza che ci sia dentro o dietro il mago. Non è utilissimo, ha dei limiti, ma fa molta scena" confessa di malavoglia, prima di annunciare che il giro è finito e che se qualcuno volesse assaggiare i filetti di anguilla, specialità locale, consiglia la Taverna Ammezzata vicino il porto.

 

Charlotte Midlee