Un europeo così non se lo sarebbe mai aspettato nessuno. Nemmeno il sottoscritto.
Un europeo dove ha visto l’eliminazione prematura di squadre blasonate già dalle qualificazioni, come la Transilvania, la Polonia, la Scozia e la Spagna.
Un europeo che ha visto squadre dotate di un discreto livello tecnico battere squadre favorite per il titolo.
Un europeo così non ce lo scorderemo così tanto facilmente.
 
Nel girone A si fronteggiano due squadre di livello mondiale, come Francia e Italia, contrapposte a una semisconosciuta quale San Marino e ad una grande in grande crisi, come la Germania.
Nella prima giornata assistiamo ad una partita a senso unico: Italia – Francia. Le squadre si fronteggiano a viso aperto, ma gli ampi spazi lasciati dagli italiani e le grandi parate di Jean Butz, portiere dei Magpies giudicato il migliore al mondo, consentono alla Francia di portarsi dopo appena un’ora di gioco sul risultato di 140 – 10, con la metà delle reti segnate dal cacciatore dei Magpies Cavaliers. Nemmeno il capitano Bragagni è riuscita ad arginare gli attacchi francesi, fornendo comunque un prezioso assist per la rete di Poli. Ma il quidditch, come si sa, è imprevedibile, e il risultato viene ribaltato in una frazione di secondo, consegnando di fatto la vittoria agli “Spaghetti Boys”. Debernardi si è visto improvvisamente il boccino venirgli contro, e con gran riflessi ha allungato la mano di lato, stringendo la presa sulla pallina alata.
Nell’altra partita, invece, San Marino sconfigge a sorpresa la più titolata Germania, orfana di Cortese e sostituito da un opaco Hyzer. I tedeschi passano al comando nei primi dieci minuti con quattro reti della Codolski e due di Sfacteria Woerns. Nonostante il vantaggio di ben sessanta punti, la Germania crolla, forse anche per il bolide di Serafini, che ha centrato la Codolski in mezzo alle scapole, limitandone il rendimento per l’intera partita. Il San Marino riesce comunque a recuperare lo svantaggio e a compiere il sorpasso dopo due ore e un quarto di gioco. Dopo essersi portato su un risultato rassicurante (240-140) è arrivata anche la cattura del boccino da parte della bella Baratti, che si è fiondata dritta sul boccino mentre Hyzer è rimasto dietro ad ammirarle il didietro (e come non assecondarlo?).
Nella seconda giornata l’Italia conferma il suo primato, ai danni della Germania, che deve ancora schierare Hyzer al posto del talentuoso Cortese e il pur promettente Weidlinger al posto dell’infortunata Codolski, ancora alle prese coi forti dolori causati dal bolide del sammarinese Serafini.
Carl Weidlinger non fa rimpiangere la cacciatrice, mettendo a segno un hat trick nei primi minuti di gioco, mentre Reizigler è autore di un’ottima prova, mettendo a segno anch’egli tre gol. Nonostante tutto i tedeschi sono in vantaggio di soli dieci punti sull’Italia, e quando Hyzer avvista il boccino l’intera curva tedesca si alza in piedi. Ma alla fine a gioire è l’Italia, con Debernardi che sfrutta una curva del boccino per tagliare la strada al tedesco. Trovandosi così a tu per tu col boccino, che verrà stretto dopo qualche secondo nelle piccole mani del cercatore italiano.
La Francia invece demolisce San Marino, che però può vantarsi dell’ottima prova di Macerata, migliore in campo con 16 reti. Croisser batte la Baratti al pelo di ippogrifo, catturando la sfera dorata in un modo molto simile a quello della Norvall sulla James.
Ma è nella terza giornata che avvengono le sorprese più grandi.
La Francia decide di concedere la cattura del boccino al rientrante Cortese che approfitta di una svista di Croisser per effettuare una cattura spettacolare sul boccino: in picchiata a qualche centimetro dal suolo, non riesce a rialzare la scopa, ma atterra comunque in piedi, con la scopa a qualche metro di distanza, spezzata a metà.
Invece la vera sorpresa è l’eliminazione dell’Italia da parte del San Marino che a sorpresa si aggiudica il posto ai quarti di finale. Debernardi intento nello schivare i due bolidi spediti a gran velocità, non s’accorge della presenza del boccino a qualche metro da lui, e quando torna normale il fischio finale è appena stato fischiato. La Baratti cattura il boccino, consegnando così la qualificazione nelle mani di Francia e San Marino.
 
Il girone B invece è il più equilibrato, e anche qui vi è un’eliminazione illustre: quella dell’Irlanda.
Infatti Erzegovina, Inghilterra e la già citata Irlanda concludono la classifica finale a pari punti, dopo un’accesa battaglia nei relativi scontri diretti.
Nella prima giornata l’Irish International sembra già ipotecare il primo posto sconfiggendo l’Inghilterra 220-190. Nonostante la buona prova dei cacciatori inglesi, in primis quella di Arthur Rabbit dei Bats, la Drownlanders riesce clamorosamente ad afferrare il boccino prima della Coast, colpita violentemente da un preciso bolide di Kreater.
L’Erzegovina, che schiera un giovanissimo Krkic titolare, liquida la Corsica con un perentorio 400 – 180. La Corsica riesce solo a segnare 3 reti grazie ad un buon Vahirua che si conferma un gran giocatore della nazionale corsa. Delude le aspettative invece il cercatore bosniaco, facendosi soffiare in modo abbastanza ingenuo il boccino da sotto il naso dal comunque ottimo Aleria.
La Domcic è autrice di una rete spettacolare: la cacciatrice si impossessa della pluffa e dopo aver scartato più volte i cacciatori corsi piazza la pluffa nell’angolo più lontano da circa 40 metri.
La seconda giornata mostra la ripresa dell’Inghilterra, che batte l’Erzegovina per 280 a 180, un’ottima Coast strappa il boccino dalle mani di Krkic dopo un bel duello.
Nell’altra partita l’Irlanda batte con fatica la Corsica. Deludente prova di Roe e compagni, letteralmente allo sbando, e devono ringraziare solamente Jill Drownlanders, che è riuscita ad acchiappare il boccino prima di Aleria. Solo quattro reti, tutte del cacciatore Finningham, da parte dell’Irlanda, mentre in Corsica si sono distinti particolarmente Vahirua e Guivar’ch, autori rispettivamente di 5 e 4 reti. Un episodio singolare ha caratterizzato questa partita: dopo mezz’ora il battitore corso Montgrés, forse stufo degli sfottò dei lepricani, ha spedito un bolide contro le mascotte Irlandesi, ferendone alcune.
I miracoli accadono raramente, ma l’Erzegovina non sperava di certo di vincere contro un’Irlanda forte delle due vittorie.
La partita è combattutissima, Milosevic e Darmopil roteano le loro mazze con ferocia, sbalzando la Finney dalla sella dopo appena un minuto. La cacciatrice delle Holyhead riesce comunque a montare nuovamente in sella e a riprendere il gioco, miracolosamente illesa dopo un volo di sei metri. Ogni rovesciamento di fronte, ogni pluffa toccata è gol! Finningham prima, Rizvic dopo, poi Finney e replica Banja, e poi Larson e poi Domcic, e poi nuovamente Finningham.
Poi, dopo un’ora e dieci di gioco la sfera dorata si fa strada tra i giocatori, e al suo seguito c’è la Drownlanders, tallonata dal giovanissimo Krkic. La sfera si ferma a poca distanza dai tifosi slavi, e la Drownlanders rallenta appena, in modo da evitare un probabile scontro in caso di cattura del boccino a velocità elevata. Non è dello stesso avviso Krkic, messo in discussione dalla propria federazione, che con un numero d’alta scuola conquista il boccino, regalando vittoria e la qualificazione. Il cercatore ha aggirato dal basso la Drownlanders, acchiappando il boccino con uno spettacolare ma efficace giro della morte, davvero notevole.
L’Inghilterra invece si qualifica in extremis, grazie ad Angelina Coast che cattura indisturbata il boccino, in quanto Aleria giaceva inerme sul prato. Infatti sembra incredibilmente svenuto mentre stava duellando con la Coast per una buona posizione al momento della cattura. La Coast, Flash e Montgrés, i più vicini al momento dell’accaduto, sostengono che non c’è stato contatto tra lui e l’inglese prima che egli svenisse. Si sta indagando, ma non si esclude la pista delle fatture.
 
Il girone C vede le nostre compagini (Galles e Irlanda del Nord) eliminare senza troppi patemi le più modeste Liechtenstein e Cipro.
Nella prima giornata i nordirlandesi sconfiggono il Galles con un buon 290-230. Non basta capitan Bount, autori di ben diciassette reti su ventitré, il giovane Dennison infatti è autore di una prova alquanto prodigiosa che lo proietta a soli diciotto anni nel quidditch che conta. I Karasjok Kites l’hanno acquistato dal Pride l’anno scorso, dove si era già distinto con alcune buone prove, e a quanto pare hanno ragione nell’affidarsi ad un portiere così: atletico e carismatico.
Il Liechtenstein invece si libera facilmente della cenerentola Cipro per 370-10, grandissima prova di Ocwirk, autore di ben 17 reti e 4 assist.
Nella seconda giornata non ci sono sorprese, l’Irlanda del Nord batte il Liechtenstein grazie ad Athlone ed alle grandi parate di Dennison.
Altra batosta per Cipro, sommerso dalle 13 reti di Bount, Antogorakis non può far squadra da solo e trova poca collaborazione dei compagni.
Ma è alla terza giornata che accadono le sorprese. La già qualificata Irlanda del Nord viene sconfitta a sorpresa da Cipro, autore di una gara favolosa con Antogorakis, Xanthis e Christodolou protagonisti di una prova maiuscola. 280-190 il risultato finale, Athlone si può consolare con la terza presa del boccino, il più continuo del torneo.
Nell’altra partita il Galles sconfigge il Liechtenstein 190-10, la partita dura soli 18 minuti, quando la Linnel cattura il boccino per un soffio dalle mani di Frick.
 

Il Girone D sembrava predestinato alla qualificazione certa della Bulgaria (e così è stato), e del Lussemburgo. Ma i lussemburghesi in realtà hanno faticato più del dovuto, conquistando il turno successivo per soli 10 punti: 410-400 sulla Macedonia, Kroizemberg ha catturato il boccino proprio mentre la formazione balcanica stava dominando il gioco. Altri venti punti e la qualificazione sarebbe andata alla formazione biancorossa. Il girone D, inoltre detiene alcuni piccoli record: il minor scarto di vittoria in una partita del torneo (Lussemburgo – Macedonia 410-400), la partita più lunga (Bulgaria – Macedonia 830-700, 19h 38m 56s) che vanta anche il maggior numero di reti segnate in una partita e da un giocatore nel torneo (50, Izminov).

Ai quarti l’Inghilterra approda in semifinale dopo appena 23 minuti, è questa la durata della partita contro la Francia, che viene battuta per 210-20. Buona la prova di Flash e di Tamble, che sostituisce Serway colpito da vari acciacchi. Le rivelazioni San Marino ed Erzegovina invece si scontrano senza esclusione di colpi, e ad uscirne malconcio è il povero Rizvic che deve uscire dal campo anzitempo per una forte botta al naso, soccorso tempestivamente dai medimaghi, ne avrà per qualche giorno. Il risultato finale è di 260-190 per i bosniaci che, pur trovandosi sotto, riescono ad agguantare il boccino grazie al cercatore Krkic, protagonista del più bel duello degli europei con la bella Baratti. In parecchi, soprattutto in patria, si stanno ricredendo sul diciassettenne giocatore, che dopo un inizio stentato ha dimostrato di avere le qualità per arrivare ad alti livelli. E’ il nuovo Grujensson. Un’altra bella partita è quella tra Irlanda del Nord e Lussemburgo, terminata 780-450 per i “Little Irish”. Risultato comunque bugiardo, poiché Kroizemberg ha impiegato 16 ore per trovare il boccino e, nonostante il divario di 48 reti, i lussemburghesi hanno sempre avuto in mano le redini del gioco. Ma ad opporsi a loro c’è uno strepitoso Dennison che ha lasciato passare circa un terzo delle pluffe tirate verso i suoi anelli. La Bulgaria viene clamorosamente eliminata dal meno quotato Galles, che nonostante il grosso divario tecnico, riesce ad arginare i cacciatori bulgari, anche grazie ai bolidi dei giovani Llondeyl e Southgate. Nulla può Dorina Pnivic sull’abile presa della Linnel, la compagine biancorossa approda così nelle semifinali, rischiando di conquistare il suo secondo trofeo consecutivo dopo la Coppa del Mondo. Ma il cammino gallese si ferma con la sola squadra in grado di battere Bount e compagni, coloro che hanno conquistato la vittoria anche nella prima partita inaugurale: l’Irlanda del Nord. Mulryne riesce a tenere unita la squadra dopo lo svantaggio iniziale, non si demoralizza e diventa il trascinatore di questa partita con le sue 13 reti. E Isaac Athlone si ripete esattamente come alla partita precedente: bel duello ma alla fine vince lui, il boccino è suo.E nell’altra partita l’Inghilterra mette fine ai suoi sogni di gloria facendosi sconfiggere dalla ben più modesta Erzegovina, che ha nell’organico però la rivelazione del torneo: Savo Krkic, che annulla le 11 reti di Rabbit e Flash e le grandi parate di Serway. Krkic contro la Coast, un duello già visto nella fase a gironi e che vide primeggiare la ragazza. Ma stavolta non va così, Krkic ha una marcia in più nella scopa e acchiappa il boccino senza difficoltà. La Coast è chilometri e chilometri dietro di lui. E si arriva così alla finale, preceduta dalla finalina che termina col risultato di 650-500 per l’Inghilterra.

La finale si gioca ad un Volkis Stadion esaurito, in ogni ordine di posto. Se la giocano le due rivelazioni del torneo: Erzegovina, capitanata da Milosevic e che ha nelle sue fila un grande promettente quale Krkic, ed Irlanda del Nord, che dispone di ottimi giocatori, Dennison e Mulryne in primis. Dopo gli inni nazionali e la scesa in campo delle mascotte (quelle dell’Erzegovina erano sospese a mezz’aria, si dice fossero munite di Thestrals) l’arbitro croato Juric dà il via ad una gara mozzafiato. Dopo un rapido uno-due di Mulryne, l’Erzegovina reagisce, con le reti segnate dalla Domcic e dalla Banja. Il risultato prende gradualmente forma, portando il divario tra le due squadre al 370-190 del minuto 179′. All’improvviso Krkic si lancia in picchiata verso il suolo, seguito a ruota da Athlone che lo tallona con esperienza. Inizialmente sembra una semplice Finta Wronski ma il cercatore bosniaco devia la traiettoria improvvisamente, compiendo una rapida piroetta che lo riporta in quota. Ma nessuno a parte l’arbitro e lo stesso Krkic s’era accorto che il boccino era in realtà ben stretto nella mano del giovane. La partita finisce tra la gioia nordirlandese, che ritira la coppa dalle mani del Primo Ministro cipriota Makos Amkolakis, e la delusione dei biancoblu, che ricevono sportivamente gli applausi del pubblico e dei pochi tifosi. E così, tra fuochi d’artificio Filibuster e bottiglie di Idromele termina anche questa edizione degli europei, che ci lascia certamente qualche talento e qualche sorriso in più.

Goodbye Dennison, goodbye Southgate, goodbye Weidlinger.

Goodbye Krkic.

 

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 Nigel Jarvis