La Voce degli Studenti è il nome di questo giornale che a tutti è piaciuto leggere almeno una volta. Persino ai pigri che preferirebbero buttarsi dalla torre di Astronomia piuttosto che ritrovarsi a leggere altre parole impresse su pergamena – come nei libri – l'hanno letta almeno una volta in vita loro. La Voce degli Studenti, come dice il termine, nasce dalla possibilità di parlare a proprio nome di problematiche della vita, del castello, di qualsiasi cosa si voglia denunciare o condividere a nome degli altri.
La Voce nasce come obiettivo di sfogo di qualcuno, diventa di altri, assume un nome e riesce a divenire persino un hobby. Un momento di assoluta allegria, così come sarebbe altrettanto bello leggere un articolo prima di andare a letto, a colazione mentre i gufi ci volano sopra la testa per l'arrivo della posta.
Due studenti non riceveranno più la loro rispettiva posta.
Non li conoscevo per niente bene, nonostante entrambi fossero miei concasati e avessero soltanto un anno più di me. Forse anche per questo mi sembra una sottospecie d'insulto l'idea di mettermici io stessa e dedicare il mio tempo, su questa pergamena, nei confronti di persone che non conoscevo davvero. A tentare di parlare a nome di tutti coloro che avrebbero potuto rendere maggiormente un omaggio nei loro confronti, tra banchi di Scuola o condivisione di manuali di testo. Sebbene entrambi non fossero un esempio di condivisione proficua con il mondo circostante, rintanandosi nella bellezza di un rapporto quasi unidirezionale fatto di loro stessi e nessun altro. Perché se mi chiedono di pensare a Sidney penso a questa figura calma, pacata. Ma penso anche a Leon. Inevitabilmente sempre collegati, vicini. E se penso a Leon penso a Sidney. Probabilmente raramente li ho visti separati, per quanto io per prima non sia una che nota poi troppo le dinamiche sociali con cui  ogni membro della mia singolare casata va avanti nella vita.
Chissà cosa c'è nella testa di ciascuno di noi. A quanto pare Sidney e Leon sono scappati da Hogwarts di loro spontanea volontà, così come sono saltati nell'acqua di loro spontanea volontà. E lì ci sono rimasti.
Troppa voglia della vita tanto da cogliere sfumature che noialtri non coglieremmo mai?
Ripenso a come ognuno di noi avrebbe potuto evitare questa tragedia, ripenso alla mancata accettazione del diverso. Ripenso alle continue battaglie del Diversity Matters o del WWFFB,  potrei addirittura spendere parole al riguardo, ma non interesserebbero davvero a persone come Sidney o come Leon che se non avevano speranze nei confronti della vita è perché qualcosa in loro è scattato o si è rotto. Tanto da portarli a lasciare Hogwarts, fuggire fino a Moher e ritrovarsi su quella scogliera. Avevano l'espressione serena, ha detto Jeff Quincy de La Gazzetta del Profeta. Mi piace immaginare che ci sia stato un momento in cui entrambi si siano finalmente sentiti parte di qualcosa, che abbiano guardato tanto in alto da scegliere di volare, come corvi, nel cielo. O come aquile, libere da qualsiasi legame con la terra.
"Ricordiamoli in vita, per quello che ci hanno donato e regalato in questi anni, teniamo vivo il loro ricordo, solo così saranno in pace", sono state parte delle parole che la Preside Welkentosk ha speso per i due ragazzi in questione. Lo so che c'eravate, c'ero anche io, ma non fa mai abbastanza  male leggerle. Quando qualcuno non c'è più resta soltanto un vuoto e così come ci saranno persone disinteressate dalla vicenda, voglio dire a tutti coloro che sono rimasti scossi dalla situazione, che è dalle crepe che entra la luce. "Ci si rialza, come si sono rialzati tutti gli altri prima di noi e come continueranno a farlo dopo di noi, quando avremo oltrepassato i cancelli di questo castello. Ci rimbocchiamo le maniche, prendiamo i nostri pesi e li portiamo sulle spalle, schiena eretta, testa alta, mento fiero".

In alto le bacchette.

Jacquelyn Pearse. Fiera quartina Corvonero, spesso decanta le lodi di Cosetta e ringrazia mentalmente l'universo per essere finita in una casata tanto astuta e intelligente. Animalista accanita, membro del WWFFB scolastico e puntigliosa quanto basta per stare sul naso agli studenti più distratti o almeno precisi tanto quanto lei. Ha spesso il sorriso sulle labbra e l'aria innocente e genuina che si porta dietro chi non ha ancora visto nessun male nel mondo. Lunghi capelli bruni e aspetto da principessina inglese quanto basta. E' gentile e dolce, anche se sempre più sessista, per la gioia di pochi – sempre a favore dell'universo femminile, ovvio. Si dice abbia una cotta per Devon Laury, ma lei risponde che è unicamente per l'amore della materia e degli animali, se passa il tempo a guardare l'insegnante con estrema attenzione e che di certo non sono occhi da Amortentia, quelli che rivolge al giovane assistente.