Con tutta la buona volontà e le migliori intenzioni di sfatare alcuni falsi miti sui Babbani, talvolta raccogliendo notizie qua e là mi scontro comunque con un certo grado di ottusità; ottusità che per fortuna sembra appartenere solo a certi individui, ci tengo a precisare, ed è per colpa di questi pochi che tutta la comunità Babbana rischia spesso di essere catalogata sotto un’unica specie di ignoranza.

geranioFiori di Geranio Zannuto

Risale solo allo scorso mese la nota Festa dei Fiori, che mi dicono sia stata festeggiata anche al castello. Quest’anno, tra i Babbani, nei giorni dal sette al dieci maggio, a Londra sono stati chiamati ad esibirsi cantori assai folkloristici ed inoltre è stata organizzata una mostra di composizioni floreali all’abbazia di Westminster. Complicate cornici di fiori e piante intrecciate si frapponevano qua e là tra un sarcofago e l’altro; pare che i proprietari delle tombe non abbiano avuto granchè da ridire, anzi dall’Angolo dei Poeti un gruppetto di bardi fantasma ha persino celebrato l’evento con qualche musichetta d’altri tempi. Ogni giorno, dunque, l’abbazia ha ospitato un via vai di appassionati di giardinaggio, per la maggior parte innocue vecchiette che hanno fatto delle piante il loro hobby. Il fatto è che le carovane di vecchiette in visita a Westminster erano miste, ovvero tra loro c’erano sia Babbane che streghe, come per esempio la mia cara nonna Coraline. Oltre a volermi descrivere nei particolari tutte e dico tutte le composizioni che ha visto e spiegare quali avrebbe replicato e modificato nel suo giardino (cito «Conrad, caro, credi che uno di quei deliziosi bardi trapassati accetterebbe di venire ad allietare il mio giardino nell’angolo delle Rose Ringhianti?») , mi ha anche raccontato di un piccolo incidente occorso l’ultimo giorno del festival. Qualche anziana strega un po’ più, diciamo, distratta delle altre, ha pensato bene di portarsi dietro in vaso un tralcio di geranio, per mostrare alla sua presuntuosa vicina Babbana che i suoi gerani erano più belli. Si sa quanto le signore di una certa età siano suscettibili riguardo i loro fiori, ed è pure comprensibile che non sopportino di essere scavalcate; il problema, però, è che il geranio portato dall’anziana strega apparteneva alla specie dei Gerani Zannuti. La vicina Babbana è rimasta in effetti impressionata dalla pianta, tanto che ne ha tagliato un rametto di nascosto e se l’è infilato nella borsetta. Per fortuna, se così vogliamo chiamarla, il rametto di geranio si è stufato presto di essere rinchiuso in una borsetta e ha cominciato a mangiucchiarne la stoffa interna per poter uscire, mentre l’anziana Babbana non aveva ancora lasciato Westminster ma si stava riposando e imbottendo di muffin nel suo chiostro. Le sue grida hanno scatenato un parapiglia nel chiostro, addetti alla sicurezza Babbana che correvano di qua e di là, gruppi di streghe che, forse con un po’ di coda di paglia, tentavano di defilarsi dall’altra parte e bardi fantasma che, scambiando le urla per un qualche segnale di avvio, riprendevano a suonare arpe evanescenti.
È stato un bambino Babbano in visita con i genitori a vedere per primo il ramo di geranio che si dibatteva fuori dalla borsetta e a stordirlo con un colpo di peluche. Il peluche, curioso a dirsi, rappresentava un gufo. Nonna Coraline ha poi spedito il suo Patronus a chiamare un Auror, mentre l’anziana Babbana, impietrita per lo spavento, veniva trasportata via in ambulanza (una grossa carrozza che serve a portare la gente in ospedale).
Dunque, una banale questione di orgoglio magico ha rischiato di trasformarsi in un brutto incidente; la malcapitata vittima è stata sì un po’ sprovveduta a rubare in quel modo, però, poverina, non poteva di certo distinguere un Geranio Zannuto da uno normale. Forse, se la smettessimo di usare la nostra magia per dimostrare quanto siamo migliori dei Babbani, saremmo davvero migliori; e, soprattutto, non rischieremmo di avere sul capo accuse di Porto Improprio di Geranio Zannuto, che è qualcosa di cui, a detta di nonna Coraline, ci si dovrebbe davvero vergognare. 

Conrad Cheek