Esiste un detto popolare babbano che recita più o meno così: Chi la fa, l’aspetti; espressione che calza a pennello con quanto capitato alcune settimane fa nel villaggio di Hogsmeade dove un comune tentativo di furto all’interno di un’abitazione privata ha avuto un epilogo tutt’altro che felice per il malintenzionato di turno.
Oliver McTaylor, questo il nome dell’attempato mago dedito ad attività poco lecite, ha infatti sottovalutato un metodo di salvaguardia delle abitazioni che si accompagna spesso agli incanti di difesa statici con cui ormai tutti i maghi tentano di tenere al sicuro le proprie case: la Pozione Antifurto, quella che nella nostra scuola viene spiegata (e anche fatta testare, da quanto ho sentito dire) agli studenti del V anno.
Le autorità del luogo hanno ragione di credere che l’arzillo ottantenne fosse nel periodo più florido della sua attività di lucro, ipotesi confermata sia dall’aumento di furti avvenuti nella cittadina nel corso degli ultimi due anni, sia dalle parole dei vicini di casa dell’uomo, sollevati per non dover più chiudere un occhio di fronte all’ improvvisa comparsa di oggetti di dubbia provenienza.
. L’epilogo della carriera di ladro, coinciso con il termine stesso della vita di McTaylor, arriva  all’imbrunire del 9 novembre, quando il mago decide di introdursi all’interno di un’abitazione su tre piani situata nella periferia della cittadina di Hogsmeade.
Quando il ladro ha deciso di prendere di mira la loro abitazione Henry Tucker e consorte, proprietari della villetta in questione, noti più per le ricerche stravaganti nel campo delle pozioni che per reali meriti resi alla comunità magica, erano fuori casa ormai da un paio di giorni, impegnati nel recupero di  una particolare specie di pianta acquatica indispensabile per la nuova crema di bubotubero che stanno testando da mesi; McTaylor deve aver quindi pensato che sarebbe stato un furto abbastanza semplice, anche perché, secondo le voci che circolavano sui Tucker, nessuno avrebbe mai creduto che potessero proteggere la propria casa dalle cattive intenzioni altrui.
In una stanza al terzo piano della costruzione, invece, insieme a tutte le scoperte magiche dei due coniugi, McTaylor è stato accolto da una Pozione Antifurto il cui fischio, micidiale per chi non si munisce di tappi per le orecchie, l’ha privato all’istante di tutti i sensi tranne quello più sviluppato nell’uomo: il tatto.
Incapace di vedere o sentire qualsiasi cosa, l’ottantenne ha iniziato ad andare a sbattere contro diversi oggetti, rovesciando anche qualche sedia fino a perdere del tutto il senso dell’orientamento all’interno della stanza. Colto di sorpresa, il vispo topo d’appartamento non ha pensato neppure a castare qualche incantesimo non verbale per risolvere la situazione, preferendo affidarsi al solo senso rimasto inalterato, una scelta istintiva che non si è rivelata fortunata.
La ricostruzione effettuata successivamente ha permesso di stabilire come siano andate le cose in quei minuti che hanno preceduto la tragica fine di McTaylor; convinto di muoversi nella direzione giusta, infatti, l’uomo ha oltrepassato la soglia di quella che pensava essere la porta che si affacciava sul corridoio, accorgendosi dell’errore fatale solo quando ormai aveva già perso l’equilibrio nello sporgersi oltre la ringhiera del balcone di casa Tucker.
Una fine volendo banale per un mago che è riuscito a non farsi mai sorprendere dalle autorità durante tutti gli anni in cui si è dedicato a questa attività illecita; un epilogo beffardo, soprattutto se si pensa che il motivo che l’aveva portato sin lì pare una pozione che permetterebbe di levitare senza l’uso della bacchetta.

Nicholas Trevor