Scrivere qui è stata una sorpresa pure per me. Non era pianificato, è stata tutta una conseguenza in qualche modo scatenata da quella dolcezza di Catherine, che in realtà mi ha dato suggerimenti ben più drastici di questo articolo, ma che – vorrei sottolineare – il sottoscritto non ha voluto prendere in considerazione anche essendone tentato. Prima di entrare nel dettaglio, sento doveroso ringraziare Ivy per l’opportunità concessami. So bene quanto la Caporedattrice della Voce sia una personcina corretta e imparziale, ma non riesco a non sorridere all’idea che il resto della redazione abbia festeggiato, quando ho presentato la mia bozza. Sì, perché un Corvo che gracchia sul proprio Ego non si vede tutti i giorni, no?

Inizio dicendo che, secondo me, sono finiti i giorni in cui il giornalino della torre bronzoblù portava concorrenza alla Voce. Almeno per il momento. Ora quest’ultima non ha più di cui preoccuparsi e, forse, sentirà la mancanza della vecchia redazione così come la sento io. Voglio essere obiettivo: l’Eco del Corvo ha sempre avuto un’impronta da giornalino rosa, ma nel passato si manteneva un buon equilibrio e, soprattutto, ci lavorava gente competente. Adesso sinceramente la situazione è tale che persino il vecchio Cappello Parlante si arrovellerebbe nel leggerlo, cercando di trovare qualche nuova rima con “frivolezza” e “malalingua”. Sul serio, dov’è finito il vecchio e il saggio? Dov’è l’espressione di ragione e sapienza? A volte ho la brutta sensazione di risvegliarmi in un mezzo pollaio. E mi dispiace, credetemi, perché all’Eco contribuiscono miei amici di cui apprezzo gli articoli. Athena, mia cara, veramente ti accontenti di pubblicare articoli di gente che neanche appura quello che scrive? Veramente trovi ok far scrivere articoli a gente che ribadisce ad ogni riga quant’è bella e quanti fan abbia? Pensi davvero che una bambina possa condurre una rubrica dove anche 18enni chiedono consiglio? Mi vengono in mente due particolari scenari in merito: uno in cui si scrive a questa neo-14enne con l’intento di farsi grasse risate sulla sua inadeguatezza al ruolo (e se la ragazzina in questione ha un po’ di sale in zucca, come spero che sia, dovrebbe riuscire a cogliere il vero significato di questa mia affermazione senza sentirsi offesa), e un altro in cui in effetti chi scrive al giornalino è solamente un pubblico estremamente giovane. Il ché farebbe abbassare la fascia di target, riducendo l’Eco ad una versione scolastica di Streghetta 2000 (e l’orribile sensazione che mi ha dato leggendolo è proprio questa).

Mi si potrebbe contestare dicendo “Eh, ora che hanno dedicato un articolo diffamatorio nei tuoi confronti, ti sfoghi sulla Voce”. Beh, potete pensarla come vi pare. Quelli più svegli si faranno sorgere qualche domanda, quelli più intellettualmente indipendenti verranno magari a chiedermi delucidazioni (visto che non voglio usare le pagine di questo giornale per giustificarmi), prima di giudicare. Non mi aspetto di certo queste accortezze da chi ha buttato giù un articolo utilizzando parole riciclate dalla bacheca pubblica (utilizzando solo quelle provenienti da una delle due campane, ovviamente) e senza neanche farmi una controintervista; è ovvio che tale persona non aveva altro interesse se non scrivere il suo articolino pieno di acidità, tanto per raccogliere i consensi di quelli a cui piace infervorarsi per queste cosucce. In altre parole, il suo intento non è quello di fare informazione ma il mero e discutibile piacere (che mi dà più che altro di valvola di sfogo personale) di spalare sterco di Manticora sulla prima persona che gliene dà la possibilità, senza preoccuparsi minimamente di conoscerla. Ovviamente sotto pseudonimo, eh. Lasciamo il coraggio ai Grifondoro.

Concludo, perché non voglio diventare un macigno (cit). La mia È una critica all’Eco intero, ad alcuni dei suoi scribacchini in particolare, e al modo in cui il tutto viene gestito (attenta, Thena, perché la faccia ce la stai mettendo te e non voglio vederti fare figure del Gramo). Qualcosa di buono per fortuna l’ho trovato, come accennavo sopra: interviste serie, spunti di riflessione nell’editoriale, l’intervento della Whiteheart che stimo e di cui sento la mancanza… e qualche altra rubrica piacevole. Ma perché lasciare che l’immagine della Torre venga distorta dal non esiguo restante? Perché non tentare di migliorarsi, sfruttando magari quelle caratteristiche che dovrebbero distinguerCi e dovrebbero caratterizzare il nostro operato rispetto a quello delle altre casate? Perché, ad esempio, non esiste una rubrica dedicata agli interrogativi più frequenti sulle materie scolastiche e sugli incantesimi? Perché la parola Corvonero dev’essere associata a gossip scadente?

Suvvia, vogliamo essere qualcosa di più, o al Corvo preferite le Galline?

Allen Hollowdale. Sestino Corvonero. 17 anni a giugno. Non passa inosservato per via dei capelli a-pigmentati e degli occhi color ametista, ma si destreggia alquanto bene con il cervello al punto che non dovrebbe passare inosservato essenzialmente per questo. Ha, infatti, una brillante carriera scolastica (segue ben 10 corsi) ed extrascolastica che lo portano a poter contare sia su una media oscillante fra la O e la E che sui riconoscimenti sportivi di un certo livello, essendo top rider del team di B1 della sua casata e battitore titolare bronzo-blu. Fra gli interessi ed hobby si annoverano il rinomato Probe Litteratus, il Club del Libro, il WWFFB ed il Club di Teatro; ho anche scoperto da poco che è bravo a disegnare sebbene non si definisca un artista. E' attento e diligente, minuzioso e curioso al punto giusto.