Non avrei mai pensato di dar seguito a questa sorta di appuntamento mensile, con un incipit come quello che doverosamente deve riguardare Cedrick e quello che ha combinato. Sono una delle persone più ligie al Regolamento Scolastico di questa Scuola – lo sapete anche meglio di me, da quel che sento e leggo in giro – eppure, se ve ne siete accorti, sono anche uno di quelli che non ha ancora assegnato una punizione vera e propria, tutto questo per un valido motivo: credo nel dialogo. E nella possibilità che ogni cosa si possa risolvere senza giungere a limiti estremi. Cedrick ha sbagliato, su questo non c'è Idros che piova. Ha rubato dell'Agrimonia dalle Serre approfittando probabilmente di una distrazione del buon Skene, ha deliberatamente attirato degli studenti in Sala Trofei e ha giocato con loro, lo dicono i fatti oltre alle testimonianze dirette. Andava punito, certo. Andava espulso? Non lo so, immagino dipenda dai punti di vista, qualcuno direbbe anche che chi è stato coinvolto nella faccenda sarebbe potuto uscirne "traumatizzato" anche se l'Agrimonia di suo concede solo un sonno artificiale, nulla di più.
Non spetta a me decidere, ci mancherebbe, ma se di educazione si deve parlare, Hogwarts e la Preside Wallace in special modo, mi hanno sempre insegnato a trovare una soluzione senza sfociare subito nel drastico ed irreparabile, voglio dire solo questo. Il resto è solo una serie di prese di posizione più o meno diverse, ma quasi sempre soggettive.

1. Allo studente del secondo anno Claus White dovrebbe essere ricordato che, tra i principi fondamentali su cui si fonda la Scuola di Magia e Stregoneria che frequenta, vi sono anche quelli della diversità e pluralità. Probabilmente la giovane età non consente al Tassorosso in questione di distinguere al meglio il significato di parole forti come quelle da lui stesso utilizzate nel riferirsi di continuo ad una casata in particolare. Il rispetto – lo si dovrebbe sapere – nasce dalla conoscenza dell'altro. E per questo occorrono impegno, investimento e talvolta anche sforzo.

Articolo 43, Sezione Comportamentale, rigo ventidue

Nessuno mi ha mai chiesto per davvero perché mi sia fissato così tanto con il Regolamento Scolastico, preferendo la storiella secondo cui – nella maggior parte delle ipotesi – mi circondo di regole per non correre il rischio di prendere delle decisioni per conto mio. In realtà, come nel caso del secondino Tassorosso additato dai più come colui che ha dato vita ad una sorta di battaglia interna al castello, credo semplicemente che non sono le regole a dover essere rispettate, ma gli esseri umani in quel che sono. E quindi, considerando che i regolamenti, non solo scolastici ma anche del vivere civile, sono stati scritti o pensati da esseri umani con uno scopo ben preciso, le norme devono essere seguite per educazione, come prima cosa. Claus non ha infranto alcuna riga del Regolamento Scolastico – ma questa rubrica non è seriosa come si potrebbe credere – eppure ho scelto lui per iniziare P in Condotta di questo mese perché vorrei dargli un consiglio, soprattutto ora che è entrato a far parte anche lui della famiglia de La Voce: impara a considerare le singole persone, non le etichette che dei colori sulla divisa o una spilla diversa dalla tua possono mandare indietro. Ma non farlo perché te lo dico io o qualcun altro di più influente e/o autoritario. Avrai tutto il tempo – crescendo – per renderti conto di come la diversità sia quel che, in fondo, salva la Comunità Magica. Sempre.

2. Si ricorda alle intere casate di Corvonero e Tassorosso che gli spillati, soprattutto se della stessa casata, non godono di alcuna vena sadica che li porta sistematicamente a punire ogni esponente di una casata per desiderio di notorietà o anelito di potenza. In determinate circostanze – quindi – è consigliabile fare un passo indietro, sì anche laddove la presunta "controparte" non si comporta allo stesso modo, dimostrando la maturità che gli insegnanti – e non solo – vorrebbero tanto vedere negli studenti.

Proposta di modifica comportamentale da inserire nel libro dei desideri, Pagina 80, rigo otto

Immagino mi si possa facilmente accusare di scarsa obiettività o di facile difesa di Isobel piuttosto che di Emrys o Helen Wood per le decisioni che i miei colleghi spillati hanno preso nelle ultime settimane con il solo scopo di far riflettere gli studenti delle rispettive casate su quanto infantile possa essere questa "gara" – seriamente? – a chi ha l'ultima parola. O, meglio, l'ultima trovata di pessimo gusto. Anzi, dirò di più, pur appoggiando totalmente le scelte dei Prefetti e Caposcuola coinvolti in questo gioco al rimbalzo, sono il primo a credere che le motivazioni alla base non facciano altro che alimentare le divisioni all'interno di Hogwarts. Se a Corvonero l'invito è quello di ritrovare un'unità di casata per riscoprire lo spirito ingegnosamente bronzo-blu, infatti, agli studenti di Tassorosso vien sottolineato come non si debbano far scherzi ai propri compagni. Personalmente, però, non sono d'accordo, visto che la sola cosa che andrebbe detta in merito all'intera questione è che vi state comportando come dei BAMBINI e non dovrebbe esistere niente di diverso dal suggerirvi caldamente di smetterla prima possibile, anche perché probabilmente siete i primi a prendervela con i Serpeverde per le loro trovate o a definire i Grifondoro come quelli che vanno costantemente incontro alla morte come se si tratti di una passeggiata salutare. Solo che non dovreste farlo per l'ingegno che Cosetta dovrebbe avervi messo nel corredo o perché Tosca non ama chi se la prende con i propri concasati, quanto perché – francamente – ci avete rotto i boccini!

3. A Isobel Carrot – studentessa Corvonero del sesto anno – dovrebbe esser fatto presente che il fare con cui si prodiga costantemente per riprendere, correggere ed indirizzare il comportamento degli studenti della Scuola di Magia e Stregoneria è apprezzato da più persone di quello che si potrebbe esser portati a credere considerando quel che si legge e sente talvolta. Le basi su cui si è sempre fondata Hogwarts abbracciano infatti al meglio l'operato con cui la zelante Prefetto Corvonero si prende cura dell'organizzazione scolastica come di tutti quelli che compongono la popolazione scolastica e non del castello.

Auspicio 79, Sezione Desideri, rigo sei

Quando ho scelto la lettera "P" come accompagnamento per il titolo di questa sorta di rubrica non mi sono limitato all'iniziale del mio cognome o alle punizioni, come può aver pensato qualcuno di voi; nonostante io abbia saputo che sono state avanzate anche altre varianti di certo meno ripetibili ma che dovrebbero comunque avere a che fare con il mio strampalato stare al mondo, infatti, tra le mie varianti preferite vi era anche quella di perfetto/a. E di certo questa è una delle occasioni in cui avrei sfruttato questa dicitura senza alcun problema o pentimento. Sono infatti un inguaribile mago convinto del fatto che, se solo si smettesse di voler per forza vedere quel che non c'è, si smetterebbe all'istante di mettere il naso nelle faccende – sentimentali e non – di una strega totalmente votata al ruolo che è chiamata a ricoprire e talmente dedita a quel che fa, di qualsiasi cosa si parli, da meritare sul serio una P in condotta. Sei perfetta così, Alhena. Grazie per tutte le ronde, i consigli, il supporto e la presenza costante. 

Jackson Parker. Scozzese con il kilt di castità, si vocifera che abbia imposto il rispetto delle regole anche alla Piovra Gigante, ricevendo come risposta una doccia gelata e qualche apprezzamento – non recepito come tale – da parte di poche svenevoli studentesse intente a bighellonare sulle sponde del Lago Nero. Creatore inconsapevole di doppi sensi che è il primo a non afferrare come tali, ha fatto del regolamento scolastico una delle sue ragioni di vita, al punto da essere più noto come Il Moralizzatore che con il suo nome di battesimo. Incline a salutare chiunque più volte al giorno come se non ci fosse un domani, se non altro ha finito di far sanguinare le orecchie altrui millantando una parentela alla lontana con Agatha Wickham, errore scaturito probabilmente da tutte le volte che gli viene augurata una morte lenta e dolorosa per aver sabotato feste non autorizzate o coprifuoco non rispettati. Affetto dalla sindrome di sorellanza con gran parte delle sue coetanee e circondato spesso da esponenti di sesso femminile, più che un Billywig che va di fiore in fiore si tratta in realtà di un pianeta interstellare ancora inesplorato. Letteralmente.