Controeditoriale

di Merida McReady

Ho la conferma che Natale si avvicina dal momento in cui Eusine è al mio fianco. Ok, si parla di colonne di un giornale scolastico, ma è pur sempre un inizio… no? Un inizio di cui la credibilità dell'Emo del Corvo non ha mai potuto godere, ma in fondo non è neppure colpa di chi li dirige o della pressa che stampa i loro articoli se sono talmente monotematici da farmi distinguere un numero dall'altro solo dopo aver controllato la data. No, il Natale non mi rende meno rognosa e quella storia del siamo tutti più buoni vale solo per i dolci, ve lo assicuro.
Quindi, considerando che l'argomento principe dovrebbe essere il Natale, come la Caporedattrice ci tiene a ricordare anche a chi ha le orecchie foderate di decreti ministeriali o foglie di Agrimonia, dovendo andar contro vedrò di sfatare brevemente alcuni luoghi comuni sul presunto periodo fantastico racchiuso dall'epilogo di dicembre; è un po' come dichiarare pubblico amore a Thomas Lancaster quando sarebbe più facile dargli del pazzo esaltato complotto-fondaio, me ne rendo conto, ma non per questo è meno vero. Anche che lo amo, sì. Natale è quando ti nominano Vice Caporedattrice del giornale, ma il ricordo di tale nomina sarà sempre legato all'abbandono da parte del tuo migliore amico. Natale è quando fai carte false per avere il Controeditoriale e ti capita quella volta su un milione in cui Ivy Hevenge riesce ad essere la più inviperita figlia di Morgana e tu, dovendo andare contro, ti chiedi quasi se è tuo dovere predicare il porgi l'altro White in segno di pace. Poi per fortuna rinsavisci. Natale è quando uno dei più fieri sostenitori del nuovo corso governativo viene espulso da Scuola proprio per l'intercessione di un ministeriale mandato ad Hogwarts da Humphrey. Non vi basta? Natale arriva quando pensi che sia l'anno giusto per un Ballo dell'Agrifoglio indimenticabile… almeno sino a quando non ti rendi conto che devi effettivamente indossare un vestito elegante. Fare i conti con gli originalissimi di turno che sceglieranno come battutone della serata: McReady, a chi hai rubato una Polisucco? Prepararti alle interminabili feste con i parenti – non so voi, ma nel mio clan gli Asticelli a tavola sono un ramo dell'albero genealogico che non ha mai attecchito – dove si finisce immancabilmente con il non distinguere più un tronco che rotola lungo il pendio dallo zio Gerard che ha un concetto tutto suo di bruciare i grassi. Ah sì, certo, poi c'è tutta quella cosa dello scambio di auguri – di circostanza, molto spesso – le vacanze che ci ricongiungono con i nostri cari (letteralmente, visti i galeoni spesi per regali grandi quanto l'acume di Parker per certe cose) e le speranze da riporre nel nuovo anno, ma le leggerete in quasi tutti gli articoli ed in altrettante salse quindi mi astengo, con SOMMO dispiacere, certo.
ps: ho anch'io un termine dal dizionario per descrivere certi soggetti: poveri (agg.,s.): che manca o scarseggia di qualità, di risorse, di requisiti ecc.

 

Vita da Caposcuola

di Eusine Van Houten

Ammetto che ho provato a rileggermi gli altri articoli degli spillati prima di scrivere il mio. Non perché non sia in grado di scrivere, oh, figuriamoci! Più che altro perché non ho idea di cosa sia la vita dello spillato rispetto alla vita dello studente. Non mi sembra che sia cambiato molto dall'anno scorso, insomma, i miei amici sono sempre gli stessi e la mia routine, ronde a parte, è sempre la stessa. L'unica cosa che posso dire è che ci si ritrova ad avere una responsabilità in più ed è una responsabilità che mi piace. Non si tratta solo di mettere in punizione chi lancia una caccabomba in corridoio o controllare che i compiti dati dai castighi di altri siano svolti, no, quella è la parte più sciocca e inutile del nostro lavoro, se così lo si vuole definire. Quello che dovremmo riuscire a fare è essere delle guide e dei fratelli o sorelle maggiori per i nostri compagni, grandi o piccoli che siano, ovviamente. Se un anno si prospetta particolarmente difficile dobbiamo essere in grado di essere delle figure di riferimento forti, se un anno è privo di libertà, dobbiamo crearla. Gli altri studenti contano su di noi come loro rappresentanti e amici, il più delle volte. Non serve per forza la spilla per entrare in questa mentalità, tutti noi dovremmo essere gli uni le spalle degli altri in qualunque momento ma la spilla è un po' un Lumos, ci mette in evidenza rispetto agli altri, capite? A me piace, davvero, mi piace un sacco pensare di poter essere il sostegno dei miei compagni di scuola e la responsabilità di sostenerli in tempi apparentemente facili è qualcosa di complesso ma che sono felice di dover fare.
Oh, sapete cosa? Io odio le punizioni che hanno in mezzo la frase "senza l'uso della magia", è una punizione non poterla usare? No, ma lo diventa quando quello che si fa è ripetitivo e inutile. Insomma, non pare brutto? Se vi ritrovaste di fronte uno studente che prende a calci un banco che senso ha farglielo pulire con uno straccio? Sono tempi in cui l'aria è secca e il vento tira all'improvviso, molti reagiscono senza accorgersene. Forse mi sono perso a parlare di cose che non hanno molto a che fare con la vita da caposcuola, scusate! La vita da spillato non è altro che diventare a tutti gli effetti la famiglia dei propri compagni di scuola, ci si dà un'occhiata a vicenda, ci si aiuta se qualcuno sbaglia e ci si tiene al sicuro, è per questo che viene data la spilla, penso, per farci sentire tutti più a casa.