Questione di riservatezza e un modo di fare un po’ schivo

 

Sabu1

Nessun mago può sperare di diventare un gran mago senza conoscere adeguatamente i numeri”. Scolpita nel tempo che è trascorso da quel giorno di Settembre di alcuni anni fa, questa frase racchiude abbastanza bene parte del ricordo che conservo del professor Manish Sabu. Per chi di voi è troppo marmocchio o smemorato o entrambe le cose, mi sto riferendo all’ex docente di Aritmanzia, in carica ad Hogwarts fino ad un paio di anni fa. Trapiantato a Londra nell’ Indian’s Lot ma di origini indiane, il professor Sabu si è sempre distinto per il suo portamento austero ed autoritario, a suo modo. Per chi non ha mai avuto la fortuna di averci a che fare a lezione i suoi modi sono apparsi probabilmente come da mago perennemente sulle nuvole o totalmente assorbito da una materia che, come lo stesso docente ha ricordato diverse volte, vista dal di fuori appare fondamentalmente teorica e noiosa. Egoisticamente, credo che sia stato un bene avere la possibilità di dividere la sua attenzione con pochi altri studenti piuttosto che con un’aula colma di chiacchiere e sussurri, perchè quando Manish Sabu ti degnava della sua attenzione significava sempre qualcosa di importante, in bene o in male che potesse essere. È difficile da spiegare per chi, diversamente da me e senza dover mostrare della finta modestia per questo, non ha una vera e propria passione per l’Aritmanzia, ma una volta che si chiudeva la porta dell’aula (magari sulle dita di Bobo, il fidato ed autolesionista elfo domestico del docente) e la lezione aveva inizio, era come se si creasse una bolla, una manipolazione congiunta di aria, terra, spazio e tempo che lasciava fuori tutto il resto. Può sembrare un’esagerazione, ma basta che facciate qualche domanda agli studenti del settimo o del sesto anno e potrete capire che non è solo una mia impressione, sempre che non abbiate la sfortuna di rivolgervi a chi ha frequentato Aritmanzia perchè al terzo anno non sapeva che materia facoltativa scegliere e dopo i G.U.F.O non ha avuto il coraggio di lasciarla e ce ne sono. Manish Sabu era così: carismatico, forse è questo il termine migliore per descrivere la scia che ha lasciato qui ad Hogwarts anche dopo che è andato via. Smistato a Serpeverde, come il padre, ha lasciato Hogwarts al termine della sua carriera studentesca con dei ragguardevoli voti soprattutto in Incantesimi, Trasfigurazione, Aritmanzia (ovviamente) e Divinazione, materia che, per ammissione dello stesso docente in una vecchia intervista per il nostro giornale, gli era stata consigliata vivamente dalla famiglia per il presunto dono della Vista. Una volta fuori dal castello la sua vita si è orientata verso il Ministero della Magia, nello specifico all’interno dell’Ufficio Misteri, anche se il richiamo di Hogwarts aspettava paziente dietro l’angolo il momento giusto per riportarlo a casa. Già, perchè questo castello contornato dal Lago Nero e dall’anello di montagne che dovrebbe proteggerlo, è stato come una seconda casa per l’ex docente di Aritmanzia. Manish Sabu ha insegnato una materia così affascinante e complessa allo stesso tempo per oltre trentanni senza mai stancarsi o mostrar segni di abitudine, routine, noia. Amava il suo lavoro. Amava il potere del far apprendere una disciplina come l’Aritmanzia in menti fertili e predisposte. Ed amava che questo fosse riconosciuto, credo di poterlo affermare senza voler essere irriverente nel ricordare la figura del docente ormai scomparso. Richiamato ad Hogwarts per entrare a far parte del corpo docente quando aveva appena superato i ventisette anni trovandosi davanti una materia come Aritmanzia..ritengo che senza l’ambizione e la rivalsa abbastanza frequente nei discendenti di Salazar ci si sarebbe trovati davanti ad un’altra storia. E ad un’altra persona.

Anche dal punto di vista personale Manish Sabu non è mai stato un mago sopra le righe o degno di colpi di testa come quelli che si possono ritrovare nelle storie dei docenti che gli sono succeduti, non solo nell’insegnamento della sua materia. Sebbene si sia sposato in giovane età, poco dopo il suo ritorno ad Hogwarts, con una studentessa appena maggiorenne, infatti, non si è mai separato dalla moglie per la quale provava un amore d’altri tempi; il fatto che  anche io lo definisca così avendo letto solo la dichiarazione che ha rilasciato a Stars nell’intervista che ho già menzionato, significa che c'è poco spazio per dei dubbi in merito. Dedito al lavoro, dedito alla famiglia..so che probabilmente molti di voi si aspettano o una beatificazione istantanea dell’ex docente o qualche scheletro di manticora nell’armadio che mostri un altro lato di Manish Sabu che ne intacchi la figura quasi mitologica che accompagna anche solo il pronunciare il suo nome. Aveva un pessimo gusto nello scegliere i colori, chi si intende di queste cose e perde del tempo a controllare le ultime tendenze in fatto di moda, direbbe così. Un kamiz viola acceso con decorazioni dorate e un dothi formato da un lungo drappo di stoffa bianco avvolto intorno alle sue gambe. È il primo ricordo che ho di lui e se mi è rimasto impresso forse si, non badava tanto all’appariscenza del come presentarsi. Questo è ciò che potete credere, sicuramente. E aveva una predilizione per i Serpeverde, ma non di quelle che fanno lagnare i Grifondoro (tanto quello capita comunque); gli si illuminavano gli occhi, sempre che non fosse qualche cataratta inversa, e pretendeva tanto, forse anche di più, proprio per questo.

Il mondo si fonda sui numeri, signori, e la magia, essendo elemento naturale, non può estrinsecarsi da questa verità

Ho sempre creduto che questa frase debba essere incisa perennemente su una parete dell’aula di Aritmanzia. O sulla botola che conduce allo studio che ora è occupato dal professor Rootword. O tra le pagine dei libri che si spostano rapidi tra gli scaffali che compongono il corridoio prima dello studio vero e proprio. Sembra una frase ordinaria, di quelle che si trovano nei libri di testo e fanno felici i docenti se le ripeti a memoria quando ti interrogano. Ma non è così. È l’essenza di un insegnamento portato avanti per decenni da un mago che a questa scuola ha dato tanto, qualsiasi cosa si possa pensare di lui come persona. Anima e corpo per una disciplina “di nicchia” . Anima e corpo che hanno lasciato un segno non solo in chi scrive, ne sono sicura. Per quanto io possa essere velenosa e poco incline a condividere con voi qualcosa del genere, Manish Sabu lo merita. Perchè l’Aritmanzia non sarebbe la stessa senza i suoi insegnamenti e le sue scoperte (tra cui un metodo studiato insieme al professor Rootword) e io con tutta probabilità non avrei scoperto la passione per questa materia. Scusate se è poco.

Anne Burton