Dal titolo si capisce sicuramente che abbiamo voglia di gloriarci. Anche se "noi" non è la persona giusta. Sarebbe più corretto scrivere che Alfred Lewis ha voglia di parlare con affetto del suo giornale, prima di lasciarlo. Perché vi stiamo scrivendo in due? Perché al sopracitato viene l’orticaria al solo sentir nominare la parola "storia". Crediamo sia un collegamento non poi tanto inconscio con la figura del Vicepreside. È stato quindi necessario affincargli qualcuno che andasse a spulciare i registri della scuola tenuti nella segreteria. Non serve che si scriva quanto malvolentieri l’altra metà della coppia che firma questo pezzo abbia acconsentito a sobbarcarsi quest’onere.

pergamenaAbbiamo scoperto che la Voce degli Studenti è nata a Hogwarts nel 1980. Il periodo storico è molto particolare. Il mondo magico viveva in un’atmosfera molto simile a quella che stiamo vivendo noi oggi. I morti assassinati quasi non si contavano. Le sparizioni erano all’ordine del giorno. Una figura che molti considerano il mago più potente sia mai esistito stava ascendendo al potere. Sì, stiamo parlando di Voi-Sapete-Chi. Se non sapete chi è arrangiatevi, perché noi il suo nome non abbiamo nessuna intenzione di scriverlo neppure dopo sessant’anni dalla sua morte. Si dice fosse maledetto e che la maledizione duri ancora oggi quindi… niente da fare. Il bisogno di informazioni ha spinto un gruppo di studenti a creare la Voce. Un giornale scolastico che rendesse più abbordabili e sintetici articoli e informazioni che sui giornali nazionali fioccavano. Pagine e pagine di informazioni ridotte all’osso in un giornale dove due o tre articoli di cronaca estera facevano il sunto degli avvenimenti che in un mese colpivano il mondo magico. Il tutto circondato, così come ancora oggi facciamo noi della Voce degli Studenti, da pezzi più leggeri, che trattavano degli avvenimenti della scuola, cercando di informare e contemporaneamente alleggerire la sensazione di oppressione che si avvertiva. I maghi spariti o uccisi erano sempre il parente di qualcuno a scuola, ma non ci si doveva e neppure ci si poteva permettere di lasciarsi andare alla situazione, senza combattere con le unghie e con i denti per il diritto di continuare a vivere.
Se sentite molto attuali queste considerazioni è perché non le stiamo scrivendo tanto per scrivere. È perché alla partita di Quidditch tra Tornados e Magpies, oppure alla visita del Ministro della Magia francese, c’erano anche nostri parenti tra i feriti, o peggio, tra i morti. Vogliamo ricordarvi che si va avanti sempre e comunque. Che come: Mortimer Parker, Tobey Gordon, Tessa Burton, Gary Wallace e Joanna Williams, anche noi, oggi, siamo qui a scrivervi per gli stessi motivi. Se i cognomi dei fondatori della Voce vi sono noti è perché la loro discendenza è arrivata sino a noi, a riprova che la vita va avanti. Certo, in alcuni di questi casi sarebbe stato meglio che alcuni di quei cognomi si fossero estinti, ma questo è un commento del tutto personale e soggettivo di chi vi scrive. Magari niente di definitivo come una morte per opera di un Anatema che Uccide, ma un’ infertilità di tutti i maschi della famiglia Parker non crediamo sarebbe stato poi così dannoso per le società future, ecco!
Per far meglio comprendere cosa ha spinto alla creazione della Voce degli Studenti, vogliamo dividere con voi uno stralcio dell’editoriale che si trova nella prima pagina del primo numero del nostro giornale, scritto dal primo Caporedattore: Gary Wallace, Grifondoro. Chiunque abbia scritto per la Voce dovrebbe conoscerlo, visto che sta appeso sopra l’ingresso ed è visibile da tutte le scrivanie, anche se dubitiamo che giornalisti come i Muldoon o Parker si siano mai fermati a leggerlo.

Stiamo tutti affrontando tempi oscuri e difficili. Alcuni di voi hanno subito terribili sofferenze ad opera di Voi-Sapete-Chi. Molte delle vostre famiglie sono state distrutte. La paura, la diffidenza e l’abilità di Voi-Sapete-Chi nel seminare discordia e inimicizia sono molto grandi e tali da spingere ognuno di noi a cercare l’isolamento. Possiamo combatterlo solo mostrando un legame altrettanto forte di amicizia e fiducia. La Voce nasce perché sappiate intorno a chi stringervi, chi ha bisogno di sostegno per andare avanti. Siamo forti solo se uniti, deboli se divisi.

Sì, sono indubbiamente belle parole, che andrebbero ricordate di continuo. In fondo è su questo che si fonda la nostra scuola: un tasso, una serpe, un grifone e un corvo con identità separate ma uniti intorno ad una H. Niente allarmismi, niente panico, solo solidarità reciproca davanti a qualcosa su cui gli studenti di Hogwarts hanno ben poco da poter fare. Uniti e pronti a ricordare. Perché il tempo sembra scorrere in cerchio. Oggi come allora la situazione è la stessa, ma se ricordiamo magari possiamo evitare che tutto si ripeta in futuro. Infatti confidiamo che il male sarà sconfitto e avremmo di nuovo modo di ricominciare e ricostruire.
Finiti i proseliti! Nota storica terminata! Perché è così che è nata la Voce, ma è anche ben altro. C’è una vita qui dentro e noi abbiamo deciso di mostrarvene una parte.
Qui a Hogwarts vige la regola generale che, se da qualche parte c’è un segreto, che riguardi una persona o un posto o un oggetto e così via, questo presunto segreto è puntualmente conosciuto da tutti, dai quadri sperduti nei meandri dei Sotterranei fino all’ultimo elfo domestico. Tuttavia, come si suol dire, l’eccezione conferma la regola. Ebbene, ci sono ancora posti qui dentro che non sono ancora diventati di dominio pubblico e le cui pareti sono state quindi risparmiate dal dover ascoltare discorsi vanagloriosi di chi non sa più su quali specchi arrampicarsi. Per quanto alcuni proverebbero una sorta di piacere perverso a sostenere il contrario, uno di questi posti che mantengono ancora il segreto sulla propria ubicazione è proprio la redazione della Voce degli Studenti.
Lo volete sapere come ha fatto la Voce a tenersi la redazione nascosta per quasi un secolo? Semplicemente perché non esiste nessuno in grado di riferire a terzi come si fa ad arrivarci. Questo vuol dire che non solo la redazione è Indisegnabile, ma anche che le indicazioni per arrivarci sono custodite all’interno di una persona, tramite il rituale del Custode Segreto. Ogni volta che un nuovo giornalista entra per la prima volta nella baracca, è il Custode Segreto che ce lo deve accompagnare e il novellino da quel momento in poi saprà come arrivarci ma non potrà raccontarlo né sarà in grado di accompagnarci a sua volta persone esterne. Solitamente il Custode Segreto è il Caporedattore in carica ma, poiché questa cosa è piuttosto ovvia e non è molto intelligente rendere tanto ovvio un segreto, di volta in volta i vari Caporedattori hanno deciso se correre il rischio di diventare Custodi Segreti o di passare sotto banco il compito a una persona meno sospetta o a una persona cui nessuno sano di mente affiderebbe mai un segreto o, ancora meglio, far girare il segreto tra se stessi e altre persone.
bauleEd è precisamente così che ho fatto io-altra piuma dell’articolo-Lewis durante il mio mandato. Ho trovato le due persone meno affidabili che esistano e, nel corso dell’ultimo anno e mezzo, ho alternato il porto del segreto con loro. Sì, parlo proprio dei gemelli Muldoon e mi stupisco di come nessuno abbia notato che i due teppistelli sono entrati nella Voce esattamente quando io ne sono diventato direttore. Sicuramente ogni tanto a lezione o nei corridoi o nelle Sale Comuni ai due sarà sfuggito, come al solito, che erano Custodi Segreti ma, poiché sparano quattro  bolidate su tre, nessuno gli avrà dato credito. Questo piccolo dettaglio del passaggio del segreto, quindi, è rimasto tra me e loro fino a questo momento e ora lo sto scrivendo pubblicamente non perché mi si è riempito il cervello di Vermicoli, come molti amano pensare, ma semplicemente perché tra qualche settimana sarò fuori di qui e il segreto è già passato di mano, anzi, di mente. A questo punto potreste chiedervi cosa c’è di tanto importante in una redazione scolastica da necessitare addirittura di un Incanto Fidelius. Be’, tanto per dovere di verità, bisogna ammettere che al giorno d’oggi questo incanto potrebbe anche essere cancellato. Si potrebbe incantare un lucchetto e via, insomma. Quando fu fondato, come su detto, il giornale della scuola era anche, anzi soprattutto, un punto di riferimento per gli studenti che non sapevano dove andare a cercare qualche risposta. Negli archivi del giornale sono conservate testimonianze attendibili che spesso sui giornali esterni non venivano riportate, oltre a cronache di tutto ciò che accadeva di spiacevole all’interno della scuola. Quelle informazioni, insomma, meritavano di essere protette. Non che oggi non vengano conservate informazioni importanti nel nostro sgabuzzino piccolo spazio. In ogni modo, l’Incanto Fidelius ce lo teniamo per una sorta di tradizione e anche perché gli archivi storici della Voce devono restare dove sono.
Allo stesso modo, ci sono oggetti in redazione di cui pochi conoscono l’esistenza e che erano utili cento anni fa come oggi. Uno è il famoso baule, che attualmente sembra essere usato solo per rinchiuderci i soggetti che parlano troppo o che sono talmente imbranati da far inceppare una macchina semplice come la magipressa, tipo Darkem. In realtà potremmo chiudercene venti di Darkem là dentro, perché si tratta di un baule a sette serrature. L’ultima è quella che scherzosamente chiamiamo il Pozzo, perché uno dei primi giornalisti vi lanciò un incantesimo Dilatante che funziona ancora. Gli archivi veri e propri, invece, si trovano dietro un semplice ripiano secrataire che, al contrario del solito, è attaccato non ad un mobile ma al muro. Una volta aperto, se non si fa attenzione, schizza fuori un carrello infinito di cartelle e pergamene. È un po’ come il cassetto degli oggetti smarriti, d’altra parte nel nostro mondo quasi tutti gli archivi vengono venduti con un incantesimo Dilatante incorporato. Il problema è che non sempre ci si ricorda di questo dettaglio, e infatti abbiamo evocato una Parete Elastica sul muro di fronte, così almeno c’è qualcosa di morbido per ammortizzare il contraccolpo. Nel frattempo abbiamo dato qualcosa da fare all’infermiera, con tutta una serie di anche fratturate e scapole uscite fuori dalla sede. E di ustioni, naturalmente. Infatti, se avete seguito le nostre vicissitudini di qualche mese fa, conoscerete la faccenda dell’illuminazione a globi di luce magica e magari vi farà piacere sapere che ora non prendono più fuoco. Ci abbiamo messo due settimane a capire che in redazione si era infiltrata una Salamandra di Fuoco che faceva scattare nei globi quella strana reazione. Quindi, buttata fuori la Salamandra, i globi sono tornati innocui. Ad oggi, invece, abbiamo un piccolo, piccolissimo problema con gli Incantesimi Idranti, tant’è che la votazione per il nuovo Caporedattore è stata un po’… umida, per così dire. Per nostra fortuna non è andata per le lunghe e i risultati potete leggerli nel comunicato d’apertura di questo articolo.  Ai due fortunati non ci resta che augurare in bocca al Gramo. Piccola nota dal Caporedattore in uscita: le scorte di Bevanda della Pace sono nella terza serratura del baule. Sono certo che vi serviranno.

Alfred Lewis & Sunny Sputinc