La casa infestata

Di ristrutturare la vecchia “Miller House”, una decadente villa ai confini di Hogsmeade, si parlava già da molto tempo: malgrado ormai la casa non avesse più un proprietario, infatti, si rendeva necessario un intervento per le sue terribilmente antiestetiche connotazioni, certamente non favorevoli allo sviluppo turistico della deliziosa cittadina; molti genitori, inoltre, hanno raccolto firme per bloccare almeno l’accesso all’area. «Non è difficile entrare in quel rudere diroccato» dice la signora Taylor, preoccupata madre di cinque ragazzini e titolare del negozio di fiori “Selvachia”. «E non è difficile nemmeno farsi male, quei pavimenti non reggono nemmeno per magia, figurarsi! L’anno scorso il mio Richy s’è rotto un braccio, precipitando da un ballatoio: quanto durerà questa follia?»

MSMiller House

Finalmente, un paio di settimane fa, il sindaco del villaggio ha finalmente iniziato i lavori di ristrutturazione, mostrando orgoglioso i progetti a La Gazzetta del Profeta: secondo quei disegni, al posto di Miller House sarebbe dovuta sorgere una struttura alberghiera, sempre nel rispetto del sopracitato e tanto importante sviluppo turistico. Se non che, non appena è venuto il momento di allestire il cantiere, ai tre maghi incaricati è stato impedito l’accesso della casa da un fantasma di cui non si sospettava l’esistenza. Presentandosi in vestaglia e col nome di Bobby, costui ha lanciato diverse maledizioni contro tutti coloro che avessero osato toccare la casa dei suoi avi, la casa che lui infesta di diritto da almeno trecento anni. Ma è il fatto che Bobby non sia solo, ma anzi circondato da una nutrita schiera di suoi familiari, ciò che ha lasciato stupiti cittadini ed autorità: solitamente, i fantasmi che infestano i luoghi si fanno sentire. «Nel caso in cui siano maleducati» precisa Cathy, moglie di Bobby, che invece sfoggia camicia da notte e bigodini e sembra divertirsi a farsi intervistare: «Noi non diamo noia a nessuno, la casa nemmeno ai tempi dei Miller (parenti alla lontana, io ci tengo a precisare) è mai stata particolarmente curata, se la gente non vuole guardarla non la guarda». Eppure, il sindaco non è granché persuaso dalle ragioni della signora, e annuncia battaglia ai fantasmi; orgoglioso, dice che ha appena scritto a quelli della Lega per la Difesa contro le Arti Oscure, e quindi a breve verrà qualcuno a disinfestare l’area. «Non ne hanno il diritto» borbotta Tod, panciuto signore in calzamaglia, la cui posizione all’interno della famiglia va ancora chiarita. «La casa non ha proprietario, nessuno la reclama, di alberghi ce ne sono già troppi: senza motivo non possono cacciarci, ecco».
Effettivamente, sempre secondo la signora Taylor intenta a preparare graziose composizioni floreali per San Valentino, l’unica obiezione alle parole del fantasma potrebbe essere quella legata alla sicurezza dei ragazzini del posto. «Come possiamo controllare ventiquattro ore su ventiquattro i nostri figli? Siamo genitori, non cani da guardia!» si sfoga, legando un mazzolino di peonie ad un cuore di plastica rosa elettrico «Se veramente questo Bobby non tollera le intrusioni nella casa dei suoi avi, di certo potrebbe fare qualcosa per impedire ai nostri figli di rompersi l’osso del collo. Angie, l’amica di mio figlio Richy, nemmeno tre mesi fa ha preso una trave in testa ed è stata quindici giorni al San Mungo!»
Al riguardo, Cathy risponde vagamente sorpresa: «Be’, i ragazzini sono divertenti! Portano un po’ di vita in questa casa che, in effetti, è un mortorio. Eh eh, capita la battuta?» A suo dire, vedere i giochi scatenati dei bambini è per loro estremamente interessante, proprio “delizioso”. «Non so se mi capisce» prosegue, buttando indietro la testa e scoppiando a ridere «Ma sono così vivi, così spericolati! Disturbarli sarebbe veramente un peccato, non le pare? Noi ce ne stiamo zitti, li guardiamo, aspettiamo sempre con ansia le vacanze scolastiche – forse con più ansia di loro! – perché il paese si ripopola e loro tornano a giocare qui».
Eppure, il fantasma non ha niente da rispondere alle mamme preoccupate, niente di tranquillizzante almeno dal loro punto di vista. «Ovvio che i bambini possono farsi male» dice tranquillamente, cominciando a togliersi i bigodini con aria pensosa «Ma questo è nella natura degli esseri umani, farsi male, dovrebbero averlo messo in conto». A detta di suo marito Bobby, che per qualche minuto ci degna della sua attenzione, proprio vederli farsi male è divertente, rende meglio le proporzioni tragiche dell’esistenza umana.
Inammissibile, dice il sindaco, che ormai ha preso la battaglia contro i fantasmi come questione personale, anche se Mary Taylor e le sue amiche pensano più ad un compromesso: si potrebbe semplicemente ristrutturare Miller House, in modo che eventuali visitatori non rischino più di sfondare i solai, e farla diventare una sorta di albergo per fantasmi. In questo modo si risolverebbe il problema delle infestazioni, almeno di quelle nella zona, e i loro figli potrebbero talvolta continuare a fare loro visita – anche se, ci tiene a far sapere la signora Taylor, Bobby dovrà trovarsi altri modi per divertirsi e per riflettere sulla tragicità dell’esistenza umana.

Charlotte Midlee