La signora Dell è una vedova sessantasettenne che vive al primo piano di un graziosa palazzina, con le persiane verdi e i muri bianchi, in High Street; madre di un’unica figlia, si dice tanto lieta che la sua Fanny abbia sposato uno Spezzaincantesimi della Gringott e che l’abbia resa nonna di due adorabili bambini, peccato vederli tanto poco, il lavoro del genero disgraziatamente non consente loro di fermarsi mai a lungo nello stesso posto!
Eppure, la signora Dell non ha mai troppo tempo da dedicare ai pensieri malinconici: oltre al circolo degli Incantesimi Rimestanti (e ci tiene a sottolineare che il 23 giugno viene organizzato l’annuale concorso di arti culinarie, chi vuole iscriversi deve semplicemente partecipare alla riunione del 20 giugno), ad aspettarla a casa ci sono i suoi diciotto elfi domestici. Che, forse per la prima volta al mondo, non si occupano di pulizie o di compiti domestici, ma si lasciano servire dal buon cuore dell’anziana donna. «Che Merlino t’abbia in gloria, ragazzina!» ci tiene a precisare lei, non appena scende in strada per accogliermi e mentre saliamo le scale trova il modo di sbirciare sul mio blocco degli appunti. «Non è proprio così, sulla carta io sono la padrona di questi elfi domestici: per natura, queste povere creature hanno bisogno di un padrone, senza probabilmente si lascerebbero andare, quindi formalmente non sono mai stati liberati, semplicemente mi sono stati ceduti dalle vecchie famiglie di cui si occupavano». Il perché questi diciotto elfi domestici siano stati ceduti alla signora Dell, in effetti, è immediatamente comprensibile non appena varco la soglia del piccolo e ingombro, ma estremamente lindo e curato, appartamento: vecchi, in qualche caso malati, sembrano generalmente incapaci di provvedere a loro stessi, figurarsi alle esigenze di un’intera casa! Alcuni siedono in salotto, sulla moquette, e sembrano intenti ad ascoltare Radio Strega; altri sono abbastanza in forze da piegarsi barcollando in un inchino, non appena entro in casa, e tornare a ritagliare stelle di carta al tavolo di cucina; qualcuno, invece, è così debilitato che si limita a guardarmi dalle sbarre del lettino da bambola in cui riposa, proprio sotto la porta-finestra della sala. «Per loro è difficile alzarsi, sai» dice tristemente la signora Dell, indicando questi ultimi con un cenno della mano. elfo«Ogni mattina li sposto qui, almeno possono parlare con gli altri, salutare me quando entro ed esco, ma specialmente guardare cosa succede fuori. Quando verrà davvero caldo, vediamo se riusciremo ad uscire tutti sulla terrazza: l’anno scorso abbiamo fatto un picnic tutto di fragole, c’erano anche i miei nipotini ed è stato bellissimo vedere elfi e bambini sporcarsi di succo, anche se poi il bucato è venuto pulito solo per magia!».
In effetti i diciotto elfi domestici sono ospiti della casa al numero ventidue di High Street solo da un anno e mezzo, anche se agli occhi dell’osservatore esterno sembrano essere lì da sempre. La prima, Hailey, è arrivata (come spesso accade) per caso: fuori dal negozio di alimentari della signora Corrigan, dove la signora Dell ogni giorno va a fare la spesa, una coppia di maghi stavano berciando contro l’anziana elfa, rea di aver fatto cadere ancora il sacchetto con la spesa, ed esasperati stavano per liberarla con un laccio da scarpe. «Non so perché mi sono intromessa, di solito sono una donna tanto discreta ed occuparsi degli affari altrui ho sempre pensato non andasse bene» ricorda oggi lei, parlando con me e allo stesso tempo controllando le stelle di carta, intanto che taglia le carote per il pranzo. «Però Hailey mi sembrava tanto vecchia e stanca, mi ricordava tanto mio marito all’inizio della sua malattia, che non ho potuto trattenermi. Ho detto loro di non farlo, io un elfo domestico non l’ho mai avuto prima e quindi non me ne intento, ma immagino si debba mostrare un po’ di gratitudine per queste creature, almeno solo perché ti sono sempre state fedeli. Loro mi guardavano come se fossi pazza e ricordo vagamente di essermi vergognata, anche se probabilmente avrebbero avuto loro da vergognarsi, ma siccome i pazzi si assecondano me l’hanno messa in collo e detto che era mia, che ci pensassi io. Bah, io non sapevo cosa pensare, ma l’ho portata a casa e le ho dato da mangiare, era così denutrita…!»
Il gesto della signora Dell ben presto diventa famoso per tutta Hogsmeade: un paio di giorni dopo, non si capisce bene se per scherzo o per sincera preoccupazione, iniziano a bussare alla sua porta molte famiglie, tutte con un vecchio, inutile elfo domestico – o, nel caso di Billy, Molly e Zolly, con tre. Lei, prima perché occuparsi di un solo elfo domestico è la stessa cosa che occuparsi di due elfi domestici, e poi perché non c’è due senza tre, e il quarto vien da sé, accoglie tutti; non ha la minima idea di cosa fare con loro, ma si dice che non deve essere tanto diverso da quando faceva l’infermiera al povero Antony, suo marito, e fiduciosa inizia a sistemarli prima nelle scatole da scarpe, poi nei lettini da bambola che trova nel vicino negozio di giocattoli. «Occuparmi di loro mi piace, mi fa sentire utile, mi sembra di non sprecare le mie giornate» dice al riguardo. «In un certo senso, mi aiuta a ricordare mio marito: quanto si sarebbe divertito con loro! Certo, è molto triste vedere alcuni non riuscire ad alzarsi quasi più dal loro letto. E mi addolora profondamente sapere che questa specie – mi sono iscritta ad associazioni che combattono per l’emancipazione e i diritti degli elfi domestici – è stata rovinata a tal punto che considera giusto obbedire ad un padrone: perfino gli elfi più malati stanno a letto, a riposarsi, perché sono stata io ad ordinarlo loro. Ma cosa fare, dopotutto? Ordinare formalmente le cose a loro, che sono vecchi e stanchi, è probabilmente il solo modo per aiutarli: se li liberassi se ne andrebbero, cercando un altro padrone e probabilmente lasciandosi morire, nel probabile caso in cui la ricerca non dia alcun esito».
Eppure, malgrado questo neo che non incontra il favore delle sopracitate associazioni, la vita in High Street continua serenamente: la signora Dell si prende cura della sua bizzarra famiglia, avendo cura di non fare annoiare chi deve rimanere a lungo sdraiato o seduto e tenendo occupato chi può ancora rendersi utile. Per esempio, in cucina alcuni elfi domestici tagliano stelle di carta: «Felix taglia stelle di carta per tanto gentile signora Dell! A Felix piace tagliare stelle di carta e Felix è contento che sue stelle di carta padrona metterà in circolo degli Incantesimi Rimestanti, per decorare sala concorso di cucina!» dice uno di loro, porgendo alla sua padrona una manciata di cartoncino tagliata con un po’ di fantasia a stella: questa annuisce con il capo, ringrazia molto gentilmente, dà un bacio a Felix sulla testa, ma prima di andare a portare la merenda al gruppo che ascolta la radio ha bisogno di voltarsi verso la finestra.
Forse è il riflesso del vetro, però mi sembra che abbia gli occhi lucidi.

Charlotte Midlee