Un fantasma è la forma trasparente e tridimensionale di una strega o un mago deceduti, ma che continuano a esistere nel mondo mortale. I Babbani non possono ritornare sotto le sembianze di fantasmi, così come le streghe e i maghi più saggi decidono di non farlo. Sono coloro che hanno "affari in sospeso", sotto forma di paura, colpe, rimpianti o con un evidente attaccamento al mondo materiale, che rifiutano di passare alla dimensione successiva. Essi possono passare attraverso gli oggetti solidi senza farsi del male o danneggiarne il materiale, ma provocano disturbi in acqua, fuoco e aria. La temperatura cala nelle immediate vicinanze di un fantasma, un effetto che s'intensifica se più fantasmi si raccolgono nello stesso luogo. La loro apparizione può anche colorare le fiamme di blu. Se parte o tutto un fantasma passa attraverso una creatura vivente, quest'ultima avverte una sensazione di estremo freddo come se si fosse tuffata in acqua gelida.
A Hogwarts ci sono in circolazione almeno venti fantasmi, anche se non tutti sono noti a noi studenti. I più noti sono quelli dei quattro fantasmi delle case: Nick-Quasi-Senza-Testa per Grifondoro, il Barone Sanguinario per Serpeverde, Helena Corvonero, altrimenti detta la Dama Grigia per Corvonero e il Frate Grasso per Tassorosso. Da vivo, ognuno di loro è stato studente della casa cui ora appartiene. Ed è loro che mi accingo ora ad incontrare per fare una “piacevole” quanto originale chiacchierata.
La mia prima domanda è posta a tutti e quattro i fantasmi.

Seanna: Vita da fantasmi. Ho avuto la possibilità di vivere tre giorni come un fantasma. Ammetto che all'inizio, specie per chi ha la mia età – e la consapevolezza di poter tornare normale – possa essere eccitante. Ma, alla lunga, com'è la vita da fantasmi? Pro e contro della vostra condizione.

[Nick Quasi-Senza-Testa si mostra ben felice di collaborare con me, nonché parecchio orgoglioso che il suo ruolo all’interno del Castello venga sottolineato ed elogiato con quest’intervista] Oh Signorina Hollins, questa è proprio una bella domanda! Nonostante i secoli non si vedono tanti giovanotti abbastanza arguti da capire il nostro ruolo fondamentale all’interno del Castello. Noi siamo questa scuola! In un certo senso siamo la vostra memoria, e siamo qui da più tempo di alcuni dei muri di questo edificio. È un bell’onere dover tenere a mente tutta l’eternità. Certo è che il tempo non manca mai… una volta un ragazzino non più grande di te mi chiese quale era il nome del quarto vicepreside di Hogwarts. Ammetto d’averci messo un pochino per ricordarmelo, ma quando sono andato a cercarlo per dirglielo ho scoperto che nel frattempo aveva preso i suoi M.A.G.O. e se ne era andato a cercare draghi in Algeria. E io che per poco non ho perso la festa di Complemorte di Herbert per fargli questo favore… avrebbe almeno potuto usarmi la cortesia di aspettare. Che saranno mai una dozzina d’anni? [A questa domanda posta da Nick, il Frate Grasso emette una profonda e bonaria risata che gli fa traballare il pancione evanescente] Suvvia, Fratello Nicholas, non essere così pedante. Vedi, Seanna cara, a volte passare l’eternità a guardare gli altri vivere fa evanescere la soglia della tolleranza, ma la parte migliore della nostra condizione è proprio poter veder crescere generazioni e generazioni di giovani e promettenti maghi. Vedervi scorrazzare allegri fra queste mura mi fa sentire di nuovo vivo, più corporeo di un patronus! Sai quanti giovanotti avventurosi come te ho portato a fare delle belle passeggiate nelle cucine? Aaahh, quelle sì che mi mancano. Ora è decisamente più facile entrarci, ma non sai quante volte ho peccato di invidia nei confronti delle vostre papille gustative. Ohohohohohoh. [Al contrario di loro, invece, Helena Corvonero, non è così partecipe. Cordiale e composta, fa quel che può per rimanere in disparte, tanto che si ha quasi l’impressione che sia più trasparente del solito.] C’è scarso senno nell’arrovellarsi su una questione simile: se ciò che è non può non essere e ciò che non è non può essere, a che pro trovar lodi e demeriti dell’incontrovertibile? [E se la Dama Grigia vi sembra sibillina, figuriamoci cosa potete pensare del Barone. E’ rimasto sempre alle spalle del fantasma della figlia di Cosetta, quasi lei fosse l’unico motivo della sua presenza. Quando i miei gli occhi incontrano la sua figura in attesa di risposta, si limita a fissarmi con sguardo vitreo, inclinando appena la testa verso sinistra.]

Beh, caro Nick, se per te dodici anni non sono una grande attesa, e posso anche capirlo, per noi sono una vita. Quanto all'ingresso delle cucine… beh… non so quanto fosse difficile trovarlo in passato, ma oggi garantisco che non è poi tanto facile. Non so, comunque, se i fantasmi provinbo ancora sentimenti che possano assimilarsi all'amore. Ma, e non dite che sono romantica, vi prego, ho avuto come la sensazione che il Barone non fosse poi tanto indifferente nei confronti della Dama Grigia.

Seanna: Barone Sanguinario e Helena Corvonero, voi siete tra i primi studenti che avete frequentato questa scuola al tempo dei Fondatori. Tralasciando il rapporto personale tra madre e figlia (di cui, comunque, parleremo più avanti) cosa potete dirci di queste quattro figure mitiche, per noi che le studiamo oggi sui libri di scuola? Com'erano come docenti o come persone Tosca Tassorosso, Godric Grifondoro, Salazar Serpeverde e Cosetta Corvonero?

[Quando gli viene chiesto qualcosa più direttamente., il Barone si limita ad avanzare un poco, unico segno dell’aver come minimo recepito le mie parole, ma è di nuovo la Dama Grigia a prender parola senza che il Barone accenni minimamente a voler aprire le labbra] Grandi maghi con un grande progetto. Questo è ciò che leggete sui libri e ciò che son stati come persone. Il tempo ha fatto sì che i loro cognomi diventassero sinonimo di determinate inclinazioni caratteriali, ma ciascuno di loro era esattamente ciò per cui voi oggi portate un colore piuttosto che un altro; maghi, streghe, esseri umani con tutti i pregi e i difetti che voi non avete l’onere di dover possedere in toto per poter indossare il loro blasone. L’ambizione di una grande idea, il coraggio di volerla render concreta, la sagacia di trovare il modo e la perseveranza per realizzarlo, insieme alla superbia di non considerare i limiti, l’avventatezza di andare incontro alle difficoltà, la testardaggine di non accettare consigli e l’incoscienza di superare le proprie forze. Sono questo castello mattone per matt… [un certo trambusto interrompe l’inusuale loquacità di Helena. Inconfondibili i campanelli che tintinnano e la risatina stridula che accompagnano l’entrata in scena di quello che fantasma non è, per quanto disponga di molti dei vantaggi di questa categoria.] CHI OSA IMPORTUNARE VOSSIGNORIA IMPUNEMENTE? [Così esordisce Pix, arrivato a servire e riverire l’unica essenza – evanescente - che mostra di rispettare, ovvero il Barone.] EGLI FU NOBIL PADRONE DEI SOTTERRANEI E LO È TUTT’ORA, FIERO DISCENDENTE DI SALAZAR E SUO PUPILLO! [Saltella da una parte all’altra il poltergeist urlacchiante, lanciando per aria oggettistica random mentre, da bravo saltimbanco, accenna un catastrofico numero di giocoleria con la testa, la mano e lo schiniero di un’armatura che, chissà in quale corridoio, giace fatta a pezzi.] NON V’È MAGO CHE È IN DIRITTO IGNORARNE LA GRANDEZZA, [cantilena come fosse uno stornello] MA GLI STOLTI VANNO OVUNQUE CHE SI GLI SCIOGLI LA CAPEZZA. [ e mentre blatera in questo modo comincia a lanciare i pezzi d’armatura con cui stava giocando, creando un gran casino. Ma è nel pieno dello sproloquio che lo spiritello più molesto di Hogwarts viene zittito da un solo sguardo. Il Barone Sanguinario, coi suoi occhi perennemente persi nel vuoto, indirizza un’occhiata in tralice al poltergeist. E quest’ultimo, come colpito dal più magistrale silencio, si fa piccolo tanto quanto il suo ego non farebbe mai presumere, e batte la ritirata con gli stessi scampanellii che hanno annunciato il suo avvento]

Una volta che una semplice occhiata del Barone ha finalmente ristabilito l'ordine dopo l'invasione di Pix riprendiamo la nostra conversazione.

Seanna: Mi rivolgo ora al Frate Grasso. Un mago in un convento cattolico in un epoca in cui il mondo magico veniva visto con sospetto e maghi e streghe rischiavano la vita. Cosa l'ha portata ad abbracciare la vita monastica, oltre a tutte le caratteristiche che fanno di lei un vero figlio di Tosca, e un esempio per tutti noi Tassorosso?

[Un’altra gustosa risata emerge dal grosso torace evanescente del Frate.] Mano sul flagramus – per quello che vale - [sventolando la manona trasparente per aria a sottolineare l’effettiva inefficacia di un simile modo di dire su un fantasma] che in tutte le mie primavere sei forse la terza persona a pormi una domanda del genere. [e c’è dell’evidente ammirazione per la cosa nel suo tono] E’ proprio quello che tu e io abbiamo in comune che ha voluto che intraprendessi quella strada; come sai meglio di me, Tosca ci ha scelti per quello che abbiamo qui dentro. [allungando un dito grassoccio verso di me ad indicare il mio cuore] Per la nostra voglia di aiutare il prossimo, per l’instancabilità con cui portiamo a termine i nostri progetti. Quelli sono stati secoli bui, bambina cara. E se i libri fanno pensare che lo siano stati principalmente per chi rischiava il rogo, lasciami dire che i non maghi brancolavano nella più nera delle polveri buio pesto. Ho sempre pensato che avrei fatto la stessa scelta anche se fossi stato un babbano, ma la magia… come dire? Sai da dove viene il tuo essere strega, Seanna? Cosa c’è di meglio della magia per insegnare che lo spirito e l’intenzione hanno più valore delle cose materiali? Quando una pozione o uno sventolio di bacchetta possono aiutare chi rischia la vita anche per un semplice raffreddore… Non pensi che anche tu avresti fatto lo stesso? [Mi sorride gonfiando le guance rotonde] E poi, detto fra noi… [abbassa quindi il tono in una specie di sussurro confidenziale] dovresti proprio assaggiarla la cucina dei monaci. Sono quasi più bravi dei nostri elfi domestici, ohohohohoh.

Motivo più che ottimo per giustificare questa scelta Frate. Ma perché ogni volta che lo sento ridere, con quella sua risata tipica, mi viene in mente il Babbo Natale dei… Babbani?

Seanna: Helena Corvonero, tra noi non c'è molta simpatia, lo ammetto, ma non è di questo che volevo parlarle. Lei è la figlia di una dei quattro Fondatori di questa Scuola e, nello stesso tempo, anche studentessa nella Casa di Cosetta Corvonero. Qual'era il suo rapporto con lei a livello di alunna-insegnante? Si è mai sentita incompresa? E quello con i suoi compagni di scuola e di Casata?

Oh, per favore. Le antipatie sono per chi ha una vita da consumare coltivandole. [Commenta con il consueto tono piatto e indifferente che tanto s’amalgama al grigiore che le ha dato il soprannome, apprestandosi quindi a rispondermi davvero.] La fama di mia madre l’ha sempre preceduta anche da viva, per ovvi e giustificati motivi. Tanto più è intenso il lumos maxima della gloria, quanto più è estesa l’ombra che genera. Sono state grandi le aspettative riposte nella sua discendenza, sia dal mondo esterno che da lei. Ma di Cosetta Corvonero posso sicuramente dire che non fu né madre né insegnante pretenziosa. “Un ingegno smisurato per il mago è dono assai grato” è ciò che amava ribadire, ed era più letterale di quanto si possa pensare nel parlare di dono; non ha mai preteso che un simile fiore sbocciasse dove non v’era traccia del seme, con tutto ciò che poteva significare ritrovarsi ad esser trattati da lei con indulgenza, se riesci a capire cosa intendo. Come mi sia sentita io rispetto a questo non credo sia diverso da ciò che provano i suoi studenti ancora oggi, né da ciò che hanno provato i miei compagni di studi. Se invece mi stai chiedendo quanto possa pesare un nome, lascia che ti ponga una semplice domanda: è quella che sei a farti appartenere alla tua casata o la casata a cui appartieni a renderti quella che sei?

E anche se la storia che mi hanno raccontato parlava di un rapporto meno amichevole tra madre e figlia, può anche essere che con il tempo Helena abbia rivisto il suo ricordo della madre. Ad ogni modo la sua domanda mi da da riflettere.

Seanna: Per concludere, di nuovo una domanda a tutti voi. Che differenze trovate, secondo voi, nella scuola dei vostri tempi e in quella di oggi? Voi che, sicuramente, attraverso i secoli avete visto tanti cambiamenti tra queste mura oltre che negli studenti, anche nel modo di insegnare dei docenti? Cosa “condannate” e cosa “premiate” tra la Hogwarts di allora e quella di oggi?

Ogni cosa trova il modo di essere adatta alla sua epoca. [Continua a parlare la Dama Grigia.] Hogwarts non s’è trasfigurata poi molto nel corso dei secoli, se non per ciò che era giusto cambiasse con l’evolversi del nostro mondo. [Forse il Barone non è del tutto d’accordo. Continua a non proferir parola, sempre assente e con lo sguardo rivolto al nulla, ma arriccia le labbra argentee in una smorfia supponente nel cogliere ciò che fra le righe ha appena detto Helena e che il Frate si trova praticamente a ribadire subito dopo.] Quello che ai nostri tempi era un atto di tolleranza oggi è diventato la normalità. Vedere un figlio di non maghi fra queste mura era raro quanto vedere un mago vivere serenamente fra i babbani. I presidi di questa scuola hanno fatto un lavoro eccellente per far sì che i loro studenti crescessero con l’idea che siamo tutti uguali, e questo è sicuramente da premiare. [E se si parla di tolleranza Nick ha sicuramente qualcosa da dire] Beh, senza ombra di dubbio se il presidente del club dei cavalieri senza testa fosse uno di voi non avrei appena ricevuto il mio settecento tredicesimo cordiale rifiuto. [Sbuffando e facendo così traballare la testa semi mozzata sul collo.] ma è pure vero che un po’ della sana disciplina di un tempo non guasterebbe. Per la barba di Merlino, hai visto come vanno in giro quei guitti dei tuoi compagni? Proprio due giorni fa un giovanotto con le terga quasi fuori dai calzoni m’è corso attraverso insieme a un manipolo di altri scapestrati guasconi per non farsi mettere in punizione… hai mai provato la sgradevole sensazione di avere una mandria di giovani erumpent che ti scorrazza attraverso le braghe? E’ inaccettabile! Ai miei tempi una simile scortesia non si sarebbe mai vista.

E sebbene non ricordi di aver mai provato la “sgradevole sensazione di essere attraversata da un branco di giovani erumpent” dubito sia molto diversa da quella che si prova venendo attraversati da un fantasma in piena regola.

La mia conversazione con i fantasmi di Hogwarts si è conclusa e devo ammettere che è stata molto piacevole e istruttiva. Dopo i saluti di rito mi ritiro a risistemare i miei appunti. Non prima, però, di essermi rifugiata nei pressi, se non dentro, il primo caminetto acceso che trovo perché in loro compagnia mi sono praticamente congelata. E se non mi prende un raffreddore oggi…

 

Seanna Hollins. Terzina Tassorosso. Da ragazzina chiusa e riservata che era l'anno scorso, quest'anno si è letteralmente trasformata. Inglese di Bedford ama le montagne, l'aria fresca, quei paesaggi di montagna che variano a seconda di dove volgi lo sguardo, ma anche i boschi. O la campagna inglese, quella dei paesi e dei piccolissimi centri sperduti chissà dove e che nessuno conosce, la quiete e il silenzio. La sua stagione preferita potrebbe essere l'autunno con i suoi colori e quel pizzico di nostalgia e di romanticismo. Non ditele però che è romantica: negherebbe tutto. I suoi colori preferiti, manco a dirlo, sono il giallo e il nero. Miss Mandragola 2072, e non pensava nemmeno che Erbologia fosse tra le materie in cui riesce meglio! Come è finita nella redazione della Voce? Se lo sta ancora chiedendo. Le hanno chiesto un articolo di prova…ed eccola qua.