Paura, Potter?
Ti piacerebbe…

Sono certo di aver sentito bisbigliare qualcosa del genere tra le coppie di duellanti pronti a salire sulla famigerata pedana allestita ogni sera in Sala Grande, simbolo del Torneo che grazie al professor Spooner è sbarcato nuovamente tra le mura di Hogwarts.
Ma cosa è un duello tra maghi? Si inizia con un inchino rivolto al proprio avversario, poi ci si volta, cinque passi indietro e si può iniziare con la pioggia di incantesimi atta a dimostrare chi ha la bacchetta fatta del legno migliore. In Scozia si dice in un altro modo, ma i tempi sono quelli che sono e non voglio far perdere al giornale quella fetta di lettori troppo suscettibili provenienti da Londra e dintorni, quindi magari ve lo dirò in separata sede, se siete curiosi. Nessun contatto fisico, nessun incantesimo che faccia troppo male, in pratica uno sfoggio di bella magia ed eleganza, che ad ogni modo dovrebbe avere come obiettivo finale quello di disarmare il proprio avversario e, ovviamente. vincere.
Le prime due giornate dedicate alle gare sono state Sabato 19 e Domenica 20 novembre in cui hanno iniziato a dar spettacolo alcune delle coppie appartenenti alle categorie Lumos e Stupeficium. Di alcuni studenti sono riuscito a raccogliere le reazioni a caldo, per altri ho dovuto aspettare almeno il giorno successivo per farci due chiacchiere. La prima domanda che ho rivolto a tutti è la più semplice e apparentemente scontata: perché ti sei iscritto al torneo? No ok, a Colin Butterbeer probabilmente ho chiesto come prima cosa se ha una cotta per la Hollins, ma torniamo a noi. Una delle prime streghe riuscite a passare al turno successivo, conferma bene o male ciò che cercavo di spiegarvi nell'introduzione dell'articolo, quando ho parlato dei famosi sventolii di bacchetta abbinati al desiderio di scoprire chi ha il legno migliore. "Non potevo non partecipare a una competizione così grande, per Morgana, sono una strega e questo significa che sfide di questo calibro devono essere raccolte e gestite in una certa maniera, non lasciando nulla al caso. Poi, certo, è un modo come un altro per dare il buon esempio e insegnare a quelli più… Disadattati? Si, disadattati – e purtroppo ce ne sono fin troppi – cosa vuol dire avere il privilegio di possedere una bacchetta e come si può usare, tanto per l’attacco quanto per la difesa." Sono sicuro che avrete riconosciuto i toni soavi di Aurora Halliwell, che da buona figlia di Cosetta, ha pensato come prima cosa ad iscriversi per…dare il buon esempio. Si, avete letto bene e confesso di aver dovuto rileggere pure io un paio di volte le righe messe su dalla mia Prendiappunti, per essere certo di aver ben interpretato le sue parole. Dare il buon esempio, io lo definirei più un mettersi in mostra come fa il 90% dei suoi concasati, ma capisco che sono punti di vista.
C'è chi al contrario mi è sembrato troppo scottato dalla sconfitta per darmi una risposta sensata e si è limitato a sbraitarmi in faccia un semplice, ma esaustivo "Iscrivermi è stato solo un errore e basta!". Butterbeer, io te lo consiglio: ripigliati. E come lo dico a lui, lo dico anche a tutti gli altri che si sentono addosso il grande e grosso peso della sconfitta, perché perdere un duello non è la fine del mondo o, se è così che vi sentite, dovreste rivedere le vostre priorità. E se a dirlo è un Serpeverde, potete pure credermi perché, udite udite, un duello non assomiglia nemmeno lontanamente alla realtà; perché, udite udite, uno Sciacallo non si inchinerà mai davanti a voi prima di schiantarvi, né seguirà le regole del professor Spooner che chiede di non usare Fulmen e Languelingua come incantesimi di apertura.
E forse è per questo che mi viene da sorridere ripensando all'ultima domanda che ho posto alla signorina Halliwell prima di lasciarla ai suoi compiti di Aritmanzia. Era fin troppo evidente quanto fosse soddisfatta per la sua vittoria schiacciante, quindi le ho chiesto se fosse davvero sicura di aver usato una strategia vincente, senza pecche e che avrebbe neutralizzato chiunque. La botta di Felix Felicis è sempre dietro l'angolo d'altronde, non ho avuto problemi a sottolinearglielo, ma lei in tutta risposta ha dichiarato "Non ho lasciato nulla al caso come avrai notato, e qui la fortuna non c’entra proprio nulla."  dopo di che mi ha spiegato quale è stata la sua strategia, sostenendo come fosse pressoché perfetta e adatta in ogni circostanza. "E’ importante avere un vantaggio ambientale, così da disorientare il nemico, peccato che nel suo caso è stata anche fin troppo sprecata… Cioè, si è buttato a terra come un soldato! Ma scherziamo? Un po’ lo capisco, aveva paura che lo schiantassi in pieno petto, ma un attacco diretto non è mai il miglior modo per sconfiggere un nemico, bisogna lavorare di astuzia, di cervello e lo puoi vedere dalla combinazione data da elettricità e metallo e ci sono andata anche leggera in realtà, la Felix l’ha assunta lui visto che in parte ha evitato il mio secondo incanto."
In pratica, pensa che di fronte ad un Nubilàbus – il primo incantesimo che ha utilizzato – qualcuno con più esperienza e cattiveria di Maverick Attwater non avrebbe avuto la prontezza di riflessi di controbattere con un Pousikus per mandar via la nebbia ed infine schiantarla. Un attacco diretto non sarà il miglior modo per sconfiggere un nemico, certo, ma non lo è nemmeno l'uso dell'arroganza che alla lunga porta a sottovalutare chi si ha davanti, e non permette nemmeno di ammettere che in certi casi si tratta davvero di pura e semplice fortuna. I babbani dicono qualcosa del tipo o la va o la spacca che penso voglia dire che – se non conosci il tuo avversario – non potrai mai prevedere se dalla sua bacchetta uscirà uno Stupeficium, o un Exco Flagrantis. Alla fine durante un duello funziona così, perché non ho ancora sentito nessuno che mi dicesse che ha studiato il suo avversario prima di salire sopra la pedana. Strategie generiche, che potrebbero andare bene così come fallire miseramente non appena tornate nel mondo reale. Perché la realtà è così, è semplicemente diversa: non ci sono regole, non ci sono passerelle dalle dimensioni standard su cui muoversi, in compenso ci sono gli imprevisti, e un contesto che bisogna sfruttare a nostro vantaggio per uscirne vincitori. Magari prima o poi  le modalità dei duelli formali cambieranno, e magari a quel punto riuscirò a vederne la reale utilità in maniera più chiara, ma fino ad allora…penso che mi troverete impegnato a preparare qualche pozione giù nei sotterranei.

Jayden Burtons. Scozzese, Serpeverde, Sestino. Amante delle regole da poter infrangere, ma sempre ben attento a non andare in braccio ai guai. Ha un fratello grifondoro, si, ma non ditelo in giro. Osserva e studia tutto ciò che lo circonda, non si pone mai problemi a dire la sua, ma pecca in pigrizia. Si dice che sia uno dei maggiori ricercati del WWFFB scolastico per la sua conclamata incapacità di portare a termine qualsiasi tipo di incantesimo di trasfigurazione, soprattutto se si lavora con gli animali. Un topo non è destinato ad essere una tazza da tè, e grazie a Salazar, da quest'anno non sarà più costretto a perdere tempo con quegli esperimenti. Lo si può vedere zitto e concentrato solo davanti ad un calderone, e non perchè la Merlmemblose l'ha silenciato. Ama le pozioni più di qualsiasi altra cosa, e non è raro trovarlo in qualche angolo dei sotterranei, a mescolare qualche strano intruglio fumante. E' entrato in redazione perchè quando gli ricapita di stare agli ordini di un Capo Scozzese?