SagginaIl laboratorio di Thomas Green

Da qualche settimana, i proprietari scozzesi di manici di scopa assistono impotenti ad un fenomeno curioso: il furto della saggina eventualmente presente nelle loro scope. E se è vero che – e perfino una profana dell’ argomento come me lo sa bene! – ormai in quelle ultramoderne e destinate sia all’ attività agonistica che a pavoneggiarsi un po’ in giro, la saggina non si usa più da un pezzo, ci sono persone come la signora Amanda Delaney, sessantaduenne residente a Glasgow, che al risveglio hanno trovato la metà dei fili sul loro manico. «Non capisco a chi possa interessare un pezzo tanto inutile di un vecchio manico di scopa!» ha dichiarato subito dopo l’ accaduto, quasi più divertita che arrabbiata. «Insomma, questa scopa mi fu regalata da mio padre quando compii quindici anni, allora era nuova, ma adesso…!».
Altro caso, in tutto e per tutto simile a questo, coinvolge il signor Thomas Green, quarantatreenne che ripara scope di professione nella stessa città: a lui, che gira invece su un ultimo modello di una marca straniera dal nome impronunciabile, è stata sottratta la saggina di alcune scope che aveva in laboratorio. «Il problema è che i proprietari vogliono denunciare me!» sbotta. «Come se fossi felice che di notte la gente mi entri in casa! E poi questi qua che hanno fatto il furto sono idioti, non lo sanno che la saggina non serve a niente? Potevano rubare le scope intere e venderle ad un museo di anticaglie!».
La modalità con cui si ripetono i furti è piuttosto varia. Se all’ inizio avvenivano solo di notte, adesso pare che il misterioso ladro c’ abbia preso gusto e si stia arrischiando a rubare di giorno, spesso sotto il naso degli increduli proprietari. Ruba sempre e solo la saggina delle scope, dalle più pregiate alle più insignificanti, ignorando completamente oggetti più preziosi (portafogli e gioielli nelle case, manici intagliati su alcune scope del secolo scorso, per fare qualche esempio) e, ovviamente, sta bene attento a non lasciare mai tracce. Jean Giller, funzionario del Ministero della Magia presso l’ Uffcio dei Giochi e degli Sport Magici, è stupefatto: oltre a ribadire una volta di più la stranezza del furto, è anche turbato dall’ identità di questo misterioso personaggio. «Non è un dilettante» afferma, convinto. «Anche se ruba cose da dilettante, non lo è. Cioè, se lo fosse l’ avremmo già beccato da molto tempo, invece sono settimane che questa storia va avanti, i giornalisti ci sbeffeggiano e mia moglie dice che le avveleno l’ esistenza con la mia incapacità, ma questo non c’entra adesso». A dare fastidio a Giller, comunque, è anche l’ atteggiamento che hanno avuto dall’ Ufficio Auror, che si è rifiutato per il momento di occuparsi del caso, sostenendo che ha cose ben più importanti da fare, piuttosto che preoccuparsi della saggina dei manici di scopa. «Dovessimo perdere tempo con queste ragazzate, a quest’ ora al mondo non ci sarebbe più rimasto nessuno che fa le ragazzate» dice cupamente Hilda Siller, Auror da ormai vent’ anni e nota anche per aver vinto lo scorso anno il Campionato degli Incantesimi Disarmanti, consigliando al Ministro della Magia di «istituire eventualmente un ufficio specifico, perché il furto (pure della saggina!) comunque sia è una cosa grave e da punire, ma non si può pretendere che ad occuparsi di simili furti siano degli Auror già stracarichi di lavoro, di lavoro vero». Anton Seyer, collega della Siller diplomato da un solo anno, tuttavia, è preoccupato: «Mi permetto di dire che i miei colleghi stanno sottovalutando la cosa. Questo dalle bravate potrebbe passare a chi sa cos’ altro, magari il sentirsi così bravo e impunito lo porterà a fare mezzi deliri di onnipotenza e a convincersi di poter fare tutto. Deve scapparci il Crucio perché ci si decida ad intervenire?» E, ci tiene a precisare, «forse la stessa saggina ha qualche uso bizzarro che personalmente non conosco e che sarebbe meglio non sperimentare sulla pelle dei cittadini e nostra».
I cittadini scozzesi per il momento sembrano tranquilli. Eccetto Jacob De Bellis, il collezionista di articoli da Quidditch che si lagna d’ aver perso almeno mille galeoni con questa storia delle saggine, gli altri l’ hanno presa con filosofia. Come Tanya, dodici anni, streghetta di Edimburgo attualmente iscritta al secondo anno di Hogwarts: «Forse questo finalmente convincerà mio padre a cambiare scopa! Quando viene a prendermi con quel coso io mi vergogno tantissmo davanti alle mie amiche!».

Charlotte Midlee