Svezia, primi anni quaranta. 
Uno stato ancora alle prese con i disastri dell’ultima grande guerra babbana vede sorgere, alla periferia della capitale, un baraccone magico: una specie di circo in miniatura con niente di eccezionale, specie per il mondo magico, l’unico a cui si rivela nel suo vero essere. Un paio di leoni, qualche incantesimo che persino un bambino saprebbe fare. Introiti che indicano la via verso il fallimento più nero. Un giorno, tuttavia, per il baraccone iniziano tempi migliori: si ingrandisce sino a diventare un tendone mastodontico e vantare una presenza giornaliera di quasi mille persone, e tre repliche quotidiane dello spettacolo. Fotografie magiche dell’epoca mostrano il sorridente titolare, Jorge Sprunz, intento ad allargare l’ingresso di stoffa per consentire l’accesso ai più disparati maghi e streghe di ogni età. Attrazione principale è proprio il titolare stesso, il quale, con una buona dose di volontà, riusciva a produrre una serie di incanti dal sicuro effetto scenico; questo almeno era quello che riportavano le critiche. Un successo talmente eclatante da attirare personalità da tutto il mondo, persino l’attrice internazionale Margareth Pincerball, strega newyorkese dalle origini europee. Il biglietto del circo ritrovato nella camera d’albergo che la ospitava lo confema a pieno titolo. È questo biglietto, assieme agli altri effetti personali della strega, che viene pubblicato, in fotografia, nella pagine del quotidiano nazionale, a causa della convocazione della donna davanti al Winzengamot svedese. L’accusa è chiara e comprovota: l’ uccisione e la tortura di trentanove babbani. Le cause da accertare. Nella foto che la ritrae davanti all’accusa il volto della donna è provato dalla fatica e dalla paura. Non si difende dalle accuse, scoppiando in lacrime di fronte ad una corte irremovibile. Poi d’un tratto, mentre due Auror la trascinano altrove, riesce a gridare un nome: Sprunz.  

circoFoto d’epoca del Circo Sprunz

Le indagini, proseguite per misero scrupolo di un giornalista che voleva, ad ogni modo, una tresca da inserire nella già sensazionale notizia, costringono ad un lungo colloquio il direttore del circo, il cui nome è presente anche nell’agenda della strega. In sede di interrogatorio il mago ammette di averla incontrata in privato e non si preoccupa di rivelare, in tal modo, il suo passato da Medimago specializzato in Disfunzioni mentali da trauma magico, motivo che aveva spinto la Pincerball a contattarlo. La diagnosi indica che la strega soffriva di disturbi della personalità, dovuti ad un incidente avvenuto durante l’infanzia: un incanto  di dissimulazione lanciatole contro e che, logicamente, non aveva sortito alcun effetto. L’accusa di manipolazione che in un momento di lucidità venne mossa dalla donna non fece altro che convalidare questa ipotesi.
Durante la permanenza nel carcere, dove la presenza dei Dissennatori fu espressamente richiesta dai parenti delle vittime ed accordata dal Ministero, la donna per molte volte pronunciò la parola dottore, che fu ovviamente accreditata come un riferimento a Sprunz. 
Caso da archiviare, che ha un suo colpevole. Almeno fino al 1988, quando per la seconda volta viene arrestato in territorio svedese un mago di mezza età, accusato dell’omicidio di trentanove babbani. Stessa sorte della Pincerball. Stesse sue grida. Le voci di corridoio parlano di un emulatore, ed insabbiano una questione inquientante: l’ultimo omicidio ha per vittima un perfetto corrispettivo con l’ultima della strega. Stesso sesso, stessa estrazione sociale, stesso impiego per la stessa banca. Anche questa volta tra gli effetti della vittima è ritrovato un biglietto del circo magico, ancora attivo e stranamente in voga, nonostante il mutare dei gusti. Questa volta però non ci sono altri collegamenti con il direttore, per cui il caso è ben presto archiviato.
Fino alla terza volta. Stavolta colpevole è una giovane strega di vent’anni, ucraina. Agisce tra il 2007 e il 2010, mietendo trentanove vittime. Sempre quel nome gridato nella cella e questa volta sussiste nel suo diario il racconto di una seduta con l’ormai anziano Sprunz. Anche stavolta tuttavia manca un dettaglio per avere un parallelo, un qualche collegamento. L’ultima vittima, stesso sesso, stessa estrazione sociale, non ha però lo stesso impiego: la vittima è dipendente presso una società di assicurazioni. 
Nel 2011 si tiene l’ultimo spettacolo del Circo Sprunz. Chi c’è stato racconta uno spettacolo decisamente deludente. Inizia il confronto tra i programmi degli spettacoli precedenti, ed è possibile costatare che il programma sia identico dal momento dell’apertura del circo: una programmazione del genere avrebbe reso impossibile al circo resistere così a lungo. Un’intervista rilasciata dal mago, tuttavia, illumina sulla questione, svelando una truffa che gli costerà un debito con il Ministero della Magia di fior di Galeoni: venne reso noto da lui stesso che sottoponeva gli spettatori all’incanto di Condizionamento, che li convinceva di aver assistito ad uno spettacolo davvero sorprendente. Il tipo di incanto usato era servito alla scuola di medimagia di Stoccolma per consentire la riabilitazione in casi di forte trauma. Venne reso noto in quell’intervista che Spunz era tra i più accaniti sostenitori del culto della razza magica perfetta, accusa che gli venne mossa nel 1939 dal Winzegamot. Nel ’39 infatti aveva torturato una babbana con una serie di anatemi, riducendola sull’orlo della follia più pura, senza ucciderla. Si scoprì che la donna apparteneva alla media borghesia, impegata in una banca che, nella data odierna, si era convertita in un’agenzia di assicurazione.

 Marlene McGregor