Estate, per la maggior parte degli studenti di questa Scuola di Magia, significa sopratutto assenza di coprifuoco, nessun Elfo Domestico che ti sistema la camera e, soprattutto, un grandissimo NO a tutto quello che riguarda compiti, verifiche, interrogazioni a sorpresa o voti con cui dover fare i conti. Come ben sapete, tuttavia, esiste anche un'altra estate, ovvero quella che solitamente colpisce gli individui sopravvissuti ai G.U.F.O. o quelli che hanno appena sperimentato il primo anno scolastico senza l'obbligo di seguire tutte le discipline in programma.
Questi mesi dell'anno – tendenzialmente – non sono chiamati con il nome della stagione, non dai diretti interessati perlomeno, quanto con le varianti di rito che vanno da lavori forzati, manovalanza non retribuita, stavo meglio quando la Macntyre mi guardava storto o – meno comunemente – quei due mesi in cui ho imparato a fare qualcosa di veramente pratico. Più volgarmente e magari da chi vive ancora beatamente i due mesi estivi come una vera e propria vacanza, questa strana dimensione degli studenti più grandi viene chiamata stage. Tirocinio. Apprendistato. In qualsiasi modo vogliate definirlo, tuttavia, ciò che non cambia è il modo in cui la Comunità Magica prova a farci capire per tempo quelle che possono essere le strade giuste per noi o quelle che – Tosca ce ne scampi e liberi – è meglio capire da subito come evitare.
Nonostante i principali centri nevralgici di formazione non si siano ancora fatti sentire in merito alle intenzioni estive dedicate a giovani maghi e streghe, tuttavia, basandomi su quella che è la consuetudine e su ciò che gli ultimi mesi mi hanno posto sotto gli occhi, posso azzardare qualche ipotesi in merito a ciò che sarà, dando per assodato che – se c'è una cosa che il nostro Ministero della Magia cercherà di sottolineare – di certo quest'anno gli stage formativi dovranno essere pubblicizzati su larga scala, anche (o soprattutto) in barba a quel che ci racconta la cronaca estera. 
Pensiamoci solo per un momento e proviamo ad immedesimarci nell'attuale situazione del Ministero della Magia del Regno Unito: la Confederazione Internazionale ti ha messo nel mirino della propria bacchetta come osservato speciale, alcuni Ministeri della Magia – senza girarci attorno: quello francese – non perdono occasione per far notare le tue pecche, un po' come il fratellino geloso che si pavoneggia davanti alla mamma mostrandosi come quello buono, bravo e soprattutto diligente e, non dimentichiamolo, per quanto tu cerchi di sforzarti per darti una sistemata e dimostrare che gli incontri dell'antikiller anonimi qualche frutto lo stanno dando, c'è in giro qualche buontempone che cerca di paralizzare la tua Scuola di Magia o ha trovato un nuovo modo per sfruttare le figurine delle Cioccorane. Che faresti, tu, davanti ad uno scenario del genere? 
Come minimo, mi verrebbe da credere, mostrare al resto della Confederazione che il futuro della tua Comunità Magica posa ancora su solide basi e che gli studenti che tutti immaginano come disadattati sociali pieni di paranoie e fobie in realtà sono il fior fiore della Comunità, dovrebbe essere una delle priorità. E come si realizza tutto questo, all'atto pratico e nell'immediato? Fornendo delle attività che possano corroborare l'idea che vuoi dare, ovviamente, mostrando allo stesso tempo come non solo i giovani maghi e le giovani streghe non scappano via a gambe levate davanti ad un ipotetico fiore sconosciuto o quando hanno davanti una pozione di cui non conoscono vita, morte e miracoli, ma – capito il reale insegnamento della vita – si accostano ad una disciplina così antica con la giusta predisposizione e la voglia di imparare quelle che sono le differenze tra essere un Pozionante ed essere una spietata megera che odia qualsiasi forma di vita al di là della propria.  
Ecco quel che mi aspetto, dunque, dalla predisposizione ministeriale per i prossimi mesi, a costo di essere smentita dai fatti – capita spesso, del resto – o di dovermi ricredere seduta stante.

a) Più tirocini accademici, perché formare i maghi e le streghe di domani che dovranno specializzarsi in determinati settori, equivale a voler incentivare la conoscenza di ciò cui si va incontro sin da subito. La riforma delle Accademie, quella che doveva fungere da volano per il rilancio delle stesse attraverso un unico polo, non sembra aver dato gli esiti sperati, infatti. A meno che il totale anonimato con cui le cose vanno avanti non fosse uno degli intenti voluti ed auspicati – in quel caso direi che siamo a cavallo – ed è quindi logico attendersi che le Accademie si muovano in qualche modo per attirare nuove generazioni. Conoscenza è potere, direbbe Cosetta.

b) Una rivisitazione degli attuali programmi del San Mungo quanto a tirocini. Che la vena compassionevole verso il prossimo stia decadendo penso sia sotto gli occhi di tutti ormai da qualche tempo, soprattutto a seguito delle ultime classi che si sono magate. Che questo andazzo sia dipeso più dal fatto che siamo tendenzialmente portati a finire sempre più spesso dal lato sbagliato del lettino d'ospedale, potrebbe anche esser vero, ma credo che un nuovo impulso alla professione di Guaritore o di Infermiera debba (e possa) trarre giovamento da corsi di primo intervento aperti durante i mesi estivi. Metti che fasciando un manichino ti rendi conto che non è diventare una fashion witch, quello che ti interessa fare del tuo futuro…

c) Il grande punto interrogativo che mi resta – paradossalmente – è proprio quello che riguarda il Ministero della Magia e le vie che Alexandria Lloyd e compagnia possono trovare per cercare di risollevare l'apparenza di qualcosa che nella maggior parte dei casi può esser visto come un sistema confusionario, ma che all'atto pratico… sembrerebbe anche peggio. Usare i dipendenti più giovani come testimonial? Concentrarsi sul ricordare alla popolazione al di sotto dell'età da M.A.G.O. che al Ministero non ci si addentra solo per diventare Auror? Chiedere ai suddetti esponenti del Secondo Livello di farsi una sede distaccata così che il Ministero non sia confuso esclusivamente con le Forze dell'Ordine Magico? Potenzialmente, credo che quel che serve alla nostra Comunità Magica, ora come ora, siano diplomatici nell'animo, ovvero maghi e streghe in grado di comprendere per davvero le perplessità della Confederazione Internazionale e porvi rimedio, in qualche modo. E prima li si alleva, meglio sarà per tutti. Solo una cosa: se avete per le mani degli aspiranti diplomatici scozzesi, magari pensateci bene prima di incoraggiarli, che i cugini d'oltremanica – tanto per citare qualcuno – son peggio persino degli inglesi di Londra. E noi non siamo famosi per la pazienza, in certe circostanze. 

Al popolo non interessa minimamente – ed alla scolaresca di Hogwarts ancora meno, lo so – ma è proprio pensando a questo articolo che ho cercato di soffermarmi a riflettere su cosa potrei fare io, della mia vita. Sono arrivata alla conclusione che non è un'Accademia, quella che cerco, ma in effetti questa sembra essere un po' la tendenza di tutta la mia famiglia quindi non mi stupisco più di tanto. Per qualche momento, anni fa, ricordo di aver avuto la tentazione di iscrivermi all'Accademia Fingal, ma a distanza di anni credo fosse più l'effetto dell'ammirazione per Reginald Weetmore, come successo anche ad altri. Credo comunque che il mio destino sia segnato, in qualche modo, e che lo sia sin da quando ho scritto il mio primo articolo decente, qua dentro. No, non da quando sono arrivata perché all'epoca ero solo una marmocchia sarcastica con un cugino che mi ha fatto da apripista, diciamo le cose come stanno. Se la via del sindacalismo – come direbbero i Non Maghi – è quella che mi si avvicina maggiormente, il lavoro di Pericles McClaim prima che si desse alla politica, è ciò che realmente mi affascina. Lottare per le cause giuste, per casa mia in primis, è ciò che mi fa aver meno paura di lasciare il conforto di queste mura. Sono pronta e, malgrado queste possano sembrare delle righe personali di nessun interesse, vorrei solo dirvi di venirmi a cercare, se dovesse servirvi un catalizzatore in più, per le vostre proteste. Mi troverete pronta.

Merida McReady. Scozzese dei monti Am Monadh (Grampians in lingua inglese) e Tassorosso per buona lena e tempra davanti alle difficoltà, frequenta il settimo anno e, come tiene a sottolineare, anche tutti i corsi extra che possono affinare la sua "non grazia" da sindacalista. Attivista e fondamentalista in tutto ciò che riguarda la fauna del mondo magico, paragona spesso studenti e docenti a Creature poco conosciute di cui ha sentito parlare dagli innumerevoli cugini tra cui spicca Robert McReady. Diretta e senza peli sulla lingua, non si fa problemi nell'esprimere ciò che pensa anche quando non può piacere, anzi, soprattutto quando sarebbe preferibile addolcire la pozione prima di somministrarla o quando, da Caporedattrice, dovrebbe dare il buon esempio. "Gli scozzesi non danno proprio niente" la sua eterna giustificazione in merito. L'ironia decisamente scozzese e le descrizioni caricaturali di chi la circonda emergono dai suoi articoli sebbene la sua missione annuale – per ammissione – sia quella di riuscire a farsi una fotografia con Laury e Darsel sebbene tanta grinzaficaggine sia difficile da contenere in un unico scatto. Fiera sostenitrice dell'abbandono delle Terre di Bleah, ogni occasione è buona per sottolineare come il Ministro della Magia abbia i mesi contati. Per l'esattezza sino a Luglio del 2073.