Alla cortese attenzione delle classi III, V, VI e VII. Il giorno diciassette c.m. le suddette classi, grazie al benestare della preside Wallace, dell'intero corpo docente e di chi di dovere, saranno accompagnate dalla sottoscritta e dall'assistente in un viaggio di istruzione presso l'isola magica di Mornay.
Voglio proporvi un gioco di Natale alquanto semplice, ma efficace. Pensate intensamente al numero di anni di istruzione previsti ad Hogwarts. Poi levate da questi anni quelli che sono stati citati dalla professoressa Welkentosk nella sua pergamena e – a meno che voi non siate al primo anno quindi totalmente ignari di cosa significhino termini come "esclusione" o "discriminazione" – vi renderete conto di come esiste un anno fantasma, in questa scuola, che non è stato incluso in quella gita fuori porta a Mornay di cui tutti si ritrovano a parlarmi da martedi 17 Dicembre. Rischiano grosso, anche se non sembrano capirlo, ma confido che prima o poi una scodella di zuppa calda sulla loro testa possa riscaldare i neuroni atrofizzati per il freddo e donare loro la consapevolezza che li manca. La classe in questione, comunque, è quella del IV anno, cioè la mia; a quanto pare non siamo abbastanza grandi come quelli del settimo che devono decidere se arruolarsi o meno, ma allo stesso tempo siamo troppo grandi rispetto a quelli del terzo che hanno appena affrontato l'argomento a lezione. Il concetto di ripasso del programma evidentemente vale solo quando si tratta di interrogarci, non sia mai che aggiungerci alla lista dei gitanti potesse compromettere i rapporti diplomatici con il cavalierato, ci mancherebbe.


Darren Houtlock
R.I.P.

Avete presente la maestosità garantita da un'organizzazione millenaria che ha sulle spalle una parte importante della comunità magica in cui viviamo ed esplicata da arazzi, marmi, candelabri e quadri? Beh, beati voi. Io non ne ho la più pallida idea e, come me, neanche i miei compagni di studi che possono basarsi esclusivamente sul sentito dire degli altri che lì ci sono stati e che magari – giusto Hamish Falconer? – hanno risposto alla sacralità del luogo portando con sé uno stupido aggeggio per ascoltare della musica. Ma loro hanno avuto modo di percorrere quei corridoi immersi nella penombra di secoli di storia. Loro hanno potuto apprezzare il mutare del cavalierato in base ai tempi o alle guerre in corso. Loro hanno avuto anche la possibilità di dialogare da vicino con bei cavalieri come il capitano Uriens MacDorrow o, soprattutto, l'alfiere Robert McReady della cui parentela mi fregio, anche se mi è servita quanto un galeone bucato, per avere accesso al castello di Mornay al di là del giorno in cui lui ha prestato giuramento. Anche perché quando ha avuto la possibilità che ogni femmina concede ad un maschio per cercare di salvare la sua posizione, l'alfiere ha fatto decisamente precipitare le cose, invece. "Mia piccola primula, non prendertela." ha tenuto a precisare "Te lo faccio fare io un giro a Mornay. Pensa che c'è un letto con McReady inciso sopra e io sono disponibile a cederlo al nostro caro amico Jeremy" Ora, io non me la prendo, figuriamoci; sono una scribacchina che divulga e sottolinea le ingiustizie, al massimo. O che avvertirà Jeremy su come lui può anche esser felice di avermi accanto – citazione di un controeditoriale a caso – ma Robert ha al fianco qualcosa di più pungente anche della sottoscritta. Si chiama Clarissa, ma questo è un altro discorso…
Chi, come me, è rimasto al castello – dicevamo – non ha potuto sentire direttamente le illuminanti osservazioni di James Blueberry che – da quello che le mie fonti mi hanno riportato prima di ricevere il loro compenso – non ha perso tempo per mettersi in mostra sia con i cavalieri che con la docente. Però ha sciorinato le regole di Mornay come neanche una prendiappunti saprebbe fare, eh! E probabilmente è stato ascoltato anche più della povera Hortense Lanfrad che a Mornay ci tornerebbe anche domani, a quanto mi ha detto stamattina fuori dalla Sala Grande.  "Beh, in parte sapevo cosa aspettarmi, dal momento che c'ero già stata quando tuo cugino è diventato alfiere" grazie a Tosca! Peccato non sia la stessa cosa, le avrei risposto volentieri se Eoghan non l'avesse portata via insieme a quell'altro loro amico, Kerry Qualcosa "ma in fondo Mornay è come Hogwarts: c'è sempre qualcosa da scoprire. E poi l'altra volta non avevo potuto visitare il castello e la caserma, ad esempio. Ma oh, io a Mornay tornerei comunque volentieri un'altra volta! Lì purtroppo non sono ammessi i turisti, però se a loro importa che chi vi abiti non stia con le mani in mano… che dici, ci proponiamo come spazzolatrici di Cavalli Alati per l'estate? Comunque è stata una bellissima gita, anche se speravo che… uhm, non importa. Salutami il Caporedattore, quando torni in Sala Comune. E Philly!". Per non sbagliare ho provveduto a salutare anche un'altra decina di Tassorosso, a dire il vero, quindi se dovessi vedere qualcuno che ti fa l'occhiolino dal tavolo della mia casata, Hortense, prendilo come un segnale di buon auspicio per il lavoretto estivo che stai cercando di procurare ad entrambe. Anche se, credimi, la Vista che non possiedo mi fa presupporre che sarò impegnata a spazzolare altri capi… più asinini che equini.
Non basta agitare una spada a fare un cavaliere, questo il succo della giornata alternativa trascorsa da alcuni studenti e per cui immagino di dover ringraziare Philip Noreal visto che è stato lui a riferirmi questo concetto che, unito a quello di sacrificio sottolineato da Amber Meng, credo possa racchiudere al meglio il senso di quel viaggio di istruzione che questa scuola ha deciso per quasi tutti i suoi studenti. Ci vuole sacrificio, per decidere di intraprendere un futuro come quello di indossare un'armatura e difendere la propria comunità magica. E ci vuole una predisposizione ed un approccio differente da ciò che contraddistingue chi ci para le chiappe di solito – non trovo mai termini più signorili per dire le cose – facendo parte degli Auror o persino degli Hit Wizard, come la stessa professoressa di Storia della Magia ha tenuto a chiedere agli studenti che aveva con sé. Ci vuole senso pratico, anche, ed una tempra morale che ha pochi eguali, questo lo dice una studentessa scozzese che anche senza gita a Mornay una sua idea se l'è fatta comunque. Perché è bello – sicuramente – poter camminare nel tempo che appare sospeso in una roccaforte come Mornay e sto annegando nell'invidia che provo nei vostri confronti per non aver avuto la possibilità che a voi è stata servita su un piatto d'argento, ma gli edifici crollano e possono essere attaccati, come la stessa recente cronaca del cavalierato ci ricorda, mentre la tempra che ogni cavaliere porta con sé… beh, quella resta inalterata e, anzi, si fa più forte di prima proprio nel momento in cui viene messa alla prova. Lode quindi alla sincerità di una Helena Ross che ammette senza problemi che, anche se le regole maschiliste del cavalierato dovessero mutare, non sarebbe in grado di affrontare una vita come quella imposta ad ogni cavaliere. Della sua stessa opinione anche Catherine Smith e altri studenti presenti, sebbene le parole più toccanti pare siano state quelle del Caporedattore dell'unico giornale scolastico, Leroi Gordon, osannato sia dalla professoressa Welkentosk – facile! è un maschio – sia dai cavalieri presenti. Voci di corridoi di Mornay dicono che gli sia garantito anche un posto all'interno dello stesso cavalierato, addirittura, ma immagino che questo dipenda da tante cose, non da ultima la sopportazione della cucina che le dispense di zia Calista (la madre di un affamato Robert di ritorno ad ogni licenza ndM) mi suggeriscono non sia poi così prelibata visto come son sempre state svuotate le sue, all'epoca. "Si fa parte di un gruppo di persone che ha assunto su di sé la responsabilità di proteggere il mondo magico dalle minacce e che adempie a questa seguendo una vera e propria vocazione" ha detto il nostro Capo. "Chi sceglie di diventare cavaliere lo fa perché crede fermamente che la strada che intraprende sia il suo destino. Infatti, non serve solo agitare la spada, perché un cavaliere deve sapere come e per che cosa la agita, deve avere sempre presente che dovrà sollevarla e abbassarla per un motivo ben preciso, la salvezza del mondo magico e non deve mai perdere di vista questo proposito. Se un cavaliere tradisce ciò per cui ha giurato, non è più un cavaliere, né nei confronti del mondo magico, né, soprattutto, nei confronti dei propri compagni, di sé stesso e della spada che brandisce che gli è stata assegnata perché lo accompagni e perché venga usata solo perché si suppone che rispetterà la responsabilità e il voto che ha fatto per poterla maneggiare", queste le parole del nostro Caporedattore – me le ha spifferate Noreal, se vuoi sapere con chi prendertela – anche se, visto che sono ancora profondamente arrabbiata con voi tutti che avete impedito a noi quartini di prendere parte alla gita, ho trovato un modo cattivissimissimo per concludere il mio articolo, ossia una filastrocca che ho inventato sentito ad un quadro del terzo o quarto piano: Vorrebbe il cavaliere partire lancia in testa / trafiggere il dragone e fare una gran festa / ma l'armatura cigola e si blocca all'improvviso / lui crolla faccia a terra, anche il dragone ha riso. E adesso vediamo chi ha il coraggio di negarmi una gita, la prossima volta, uhm.

Merida McReady. Scozzese dei monti Am Monadh (Grampians in lingua inglese) e Tassorosso per buona lena e tempra davanti alle difficoltà, frequenta il quarto anno e, come tiene a sottolineare, anche il corso di Cura delle Creature Magiche, Jer compreso. Attivista e fondamentalista in tutto ciò che riguarda la fauna del mondo magico paragona spesso studenti e docenti a creature poco conosciute di cui ha sentito parlare dagli innumerevoli cugini tra cui spicca Robert McReady. Diretta e senza peli sulla lingua, non si fa problemi nell'esprimere ciò che pensa anche quando non può piacere, anzi, soprattutto quando sarebbe preferibile addolcire la pozione prima di somministrarla. L'ironia decisamente scozzese e le descrizioni caricaturali di chi la circonda emergono dai suoi articoli sebbene la sua missione principale – per ammissione – è quella di salvare il mondo magico da Betty Chisholm ed i suoi romanzi.