Ogni scuola ha il suo posto segreto.
No, non sto parlando di labirinti pieni d’ umidità, passaggi segreti polverosi, lagune da cui sta per spuntare il demone acquatico di turno, ma semplicemente del Luogo in cui si sa tutto di voi, del Luogo in cui si conosce ciascuno di voi.
Quel mondo incantato altro non è che la Segreteria.
Sempre col solito permesso della professoressa Wallace in tasca, m’ avvio verso il primo piano. Là, poco lontano dal pianerottolo, si trova la Segreteria. Intendiamoci, non è esattamente quel che si dice un posto segreto, fisicamente parlando: ha un’ enorme porta in quercia con le rifiniture dorate, siamo d’ accordo, ma è quasi sempre aperta. Del resto, c’è scritto chiaro e tondo sulle pergamene che vengono mandate ai nostri genitori: l’ orario d’ apertura al pubblico è dalle nove alle diciassette, pranzo escluso, nei giorni di lezione. Ordunque, non è nemmeno così raro vedere qualche mago o qualche strega entrare disinvolti all’ interno, per fare le richieste più svariate; anch’ io, da prefetto, sono entrata lì dentro un paio di volte, per comunicare al termine del mese quante persone avevo trovato per i corridoi passato il coprifuoco, quali studenti avevano fatto perdere punti alla propria casa, in che giorno era il caso di fare assemblea di Casata e via discorrendo.
Ma nessuno di noi ha mai superato il grande tavolo di legno, dietro il quale la segretaria di turno ti risponde più o meno cortesemente. Nessuno di noi s’è mai addentrato in quel labirinto fatto di schedari dal nome impronunciabile, di pergamene arrotolate e ingiallite, di penne d’ oca e boccette di inchiostro sparse. Nessuno di noi è stato mai dietro le quinte di Hogwarts.
- Signora Gallyan, ho il permesso della Vicepreside. Posso entrare e intervistare lei e le sue colleghe.
Come dico queste parole, la signora Gallyan inarca le sopracciglia, prende il bigliettino e lo scruta sospettosa, come se non si fidasse di me e come se la mia spilla di prefetto non contasse niente. Decisamente, ha poca fiducia nei giovani. Dopo un colpo di bacchetta magica, però, sembra che sia tutto in regola e lei sembra rilassarsi. Mi fa passare e sedere con lei, dietro il bancone.
- Oh, scusami, mia cara – dice con un mezzo sospiro – è che i ragazzi di oggi non sono più quelli di una volta. Appena l’ anno scorso, un delinquente del settimo anno è entrato qui dentro e ha incendiato tutto l’ Archivio Indirizzi…una fatica incredibile a rimettere tutto in ordine, ti dico.
Malgrado le mie insistenze, poi, non mi rivela nient’ altro su questo fatto – un altro dei segreti della Segreteria, che non ha questo nome per caso? Possiamo solo fare congetture, non lo sapremmo mai. Mi spiega invece che lei deve garantire il servizio, in quel momento, e che quindi non può muoversi dal bancone. La prima parte della mia intervista, perciò, si svolge così, fra gli sguardi meravigliati di ragazzi e adulti, che vengono a chiedere se si può cambiare materia facoltativa al terzo anno, se si può avere una comunicazione scritta delle effettive presenze di un secondino a lezione, se si può frequentare da esterni al settimo. Un porto di mare, senza dubbio.

CM: Allora, signora Gallyan, mi parli un po’ di lei.
SG: Non c’è molto da dire, in verità. Mi chiamo Sarah Barrett Gallyan, sono nata in Scozia e tu sai che l’ età non si chiede ad una signora. La mia famiglia ha ascendente magico da un paio di generazioni, ma io ho sposato un magonò, William Gallyan. Mio marito si occupa di Araldica, ha anche tenuto un paio di seminari nelle classi MAGO di Storia della Magia, ed è un uomo adorabile.

CM: Oh, sì, certo. Che bella cosa, indubbiamente. Ma, tornando a noi: che studi ha fatto, per diventare Segretaria? E, ancora prima, s’è trovata a fare questo lavoro per caso o l’ ha scelto?
SG: Ai miei tempi, ho preso sette GUFO e tre MAGO, di cui uno in Babbanologia, uno in Cura delle Creature Magiche, uno in Storia della Magia. Un piano piuttosto variegato, concorderai con me. E io non avevo nemmeno la più pallida idea di cosa fare nella vita, ho iniziato come stenografa all’ Ufficio delle Pubbliche Relazioni Babbane e ci sono rimasta un paio di mesi. Un’ esperienza divertente, senza dubbio, ma poi il piccolo ufficio di Heartown è stato accorpato con quello dell’ altrettanto piccolo di Graytown. E io sono rimasta senza lavoro.

CM: Oh, mi spiace.
SG: …ma, poco dopo, è tornato a casa mio marito. William è un uomo meraviglioso, te l’ ho detto? Beh, è venuto fuori che ad Hogwarts cercavano una segretaria. Fra i requisiti, era importante avere almeno un GUFO in Divinazione e uno in Babbanologia, che io avevo.

CM: Divinazione?
SG: Sì, Divinazione. Ho fatto il colloquio il giorno stesso, William m’ aveva fissato un appuntamento. Dopo dieci giorni sono stata avvisata per lettera che avevo vinto il concorso. Ed ora, sono sedici anni che faccio la Segretaria, qui.

CM: Complimenti…! Ma, mi dica, quando non è al bancone, di cosa si occupa?
SG: Principalmente delle relazioni con i Babbani. Ogni volta che mandiamo una lettera ad un bambino babbano, io avviso un consulente dell’ Ufficio Relazioni Babbane al ministero, che mandino qualcuno a casa di quel povero figliolo, prima che i genitori si facciano prendere dal panico…

CM: L’ ha mandato anche a casa mia, ora che mi ricordo.
SG: Ovviamente, è il mio lavoro. William dice…

CM: Ma, io sono sempre stata curiosa di sapere: come fate a vedere se un bambino ha o meno dei poteri magici?
SG: Segreto professionale. Ti basti sapere che è richiesto un GUFO in Divinazione. Ma ora fila di là, prima che i miei colleghi siano sommersi di lavoro e tu non possa scrivere niente.

Ancora incredula, saluto la signora Gillyan (e, a questo punto, anche il marito) e m’ avvio tremante per quello che sembra essere un altro lungo corridoio, tutto foderato di pesantissimi tomi – e in cui sono anni, sembra, che nessuno spolvera. Ma questa non è una critica, in Segreteria ci sono cose più importanti da fare. Ad un certo punto, noto una porticina fra gli scaffali. È aperta e rivela una giovane donna, impegnata a dettare qualcosa ad una penna Prendi Appunti. Di lei, francamente, non mi ricordo.
- Mi scusi, posso entrare? Dovrei farle qualche domanda per il giornalino della scuola.
Balbetto timorosa, ma lei mi sorprende: si limita a farmi un cenno del capo e a dirmi di accomodarmi.
- Purché facciamo presto, tesoro. Oggi sono impegnatissima, con questi consigli di istituto!

CM: Solitamente, inizio col chiedere ai miei intervistati qualcosa di personale. Mi parla un po’ di lei?
ZD: In che senso? Mi chiamo Zelda Daniels, lavoro qui da appena un anno e tre mesi, sono diplomata ad Hogwarts da due anni. Ho preso cinque MAGO, di cui uno in Aritmanzia. Ed è proprio grazie a questo che sono qui.

CM: …oh, uao! Ma ha sempre vol…
ZD: Sapevo da sempre che mi sarei occupata di numeri, di fatto. Sono l’ ultima persona a cui chiedere un volo di fantasia, qualche volta mi chiedo perché sono nata in questo mondo magico irrazionale, ma secondo il mio analista non c’è niente di male a farmi insistentemente domande, purché questo non diventi un’ ossessione e non mi impedisca di relazionarmi con gli altri.

CM: Ehm, sì, son sicura che…
ZD: Ad ogni modo, presentai la mia domanda all’ Ufficio di Collocamento Magico, andare da così tanti datori di lavoro mi avrebbe causato attacchi di panico troppo frequenti. Dopo una decina di giorni, in cui finii le scorte di Merlino’s che avevano a Hosmegade, anche se il mio analista odia il fumo e dice che non è salutare né la causa ai miei problemi, fui chiamata dalla Vicepreside Wallace. Serviva qualcuno che facesse quadrare i bilanci della scuola, il signor Marino se ne era appena andato in pensione e, non per essere maligna, aveva mollato la scuola nel caos più totale. Ma, adesso, è tutto in ordine.

CM: Che bella cosa! Comunque, volevo…
ZD: Le voci di spesa di questa scuola? Tante, troppe. Un economista babbano si metterebbe le mani nei capelli, questo è certo. Non c’è una retta, solo esigue tasse di iscrizione, e bisogna spesare voi studenti di tutto – e avete anche il coraggio di lamentarvi! Poi ci sono i docenti e le loro pretese, tutte queste sciocchezze sui rimborsi per la permanenza al castello, adesso ci si sono pure messi i membri della Lega contro le Arti Oscure e non so chi altro. Oltre ai pasti, si spende molto di cancelleria e di stipendi. E poi, l’ aggiornamento costante della biblioteca, le spese di rappresentanza all’ estero: un disastro. I finanziamenti del ministero non bastano.

CM: Mah, non so, cioè io…
ZD: Comunque, mi piace il mio lavoro. È molto gratificante per la mia autostima, per il momento sono riuscita ad evitare il crollo finanziario. Ma quell’ idiota del ministro dovrebbe darci una mano, ho la bacchetta magica in mano ma i miracoli non li faccio. Detto questo, l’ intervista è conclusa. La Preside vuole un bilancio per il Consiglio di stasera, anche se come sempre mi ha dato poco preavviso. Lungo il corridoio trovi altre sezioni della segreteria. Un’ ultima cosa: anche il dipartimento finanziario ha bisogno di altri impiegati. Chiedo un assistente, ma non un uomo, perché potrei innamorarmene e ciò mi impedirebbe di compiere serenamente il mio lavoro. Arrivederci.

Dopo che la signorina Daniels m’ ha gentilmente invitata ad uscire, girovago per un po’ fra i vari dipartimenti, supero quello delle Iscrizioni in cui lavora la signorina Gillyan e in cui ci sono un altro paio di persone che scartabellano in uno schedario, per poi finire nell’ ufficio in fondo al corridoio, il più grande di tutti. Quello è il vero Archivio. L’ Archivio con la “a” maiuscola.
- Uhm. Ragazzina, cosa ci fai qui? Dimmi il tuo nome.
Con queste parole s’ annuncia un tizio, spuntando fuori dalla porta socchiusa. Dimostra una cinquantina d’ anni ma ha la stessa dolcezza di un bambino, qualche volta mi ricordo d’ averlo visto al bancone.
- Ehm, Charlotte Midlee, faccio il…
Prima ancora che possa mostrargli il permesso o semplicemente il mio blocchetto per prendere appunti, lui si illumina. Inizia a perdere i capelli, ma sembra quasi bello.
- Oh! Midlee Charlotte Rebecca, casata di Tassorosso, quarto anno. Prefetto, giornalista per la Voce degli Studenti, iscritta al CIPCIOP, membro del gruppo della professoressa Fuyustaki O’ Connor. Promossa all’ anno corrente con la media della O meno. Qui per intervistarmi, suppongo. Aspetti, dico ai ragazzi di continuare e noi ci sediamo in corridoio – propone, facendo apparire dal niente un paio di poltroncine girevoli, modello babbano – Non le dispiace, vero?

CM: Allora, adesso è il mio turno di chiederle chi è. Mi parli di sé brevemente.
AB: Oh, perfetto! Nessun problema! Mi chiamo Aetius Bellusaris, ho cinquantatre anni e lavoro ad Hogwarts come Segretario Archivista da circa vent’ anni. Ho frequentato anch’ io questa scuola e sono uscito con dodici Eccezionale. Sì, è il massimo, ma non ne faccio un vanto…vero? Ad ogni modo, finiti gli studi ho cercato un lavoro tranquillo: mi piaceva studiare, ma uscire nel mondo tuttora mi spaventa.

CM: In che senso?
AB: Nel senso che sono meravigliosamente imbranato e non riuscirei a salire su un manico di scopa senza capitombolare un paio di volte. Non parliamo poi di alzarci in volo! Quindi, dovevo assolutamente trovare un lavoro non-pratico, per la sicurezza mia e degli altri. È anche vero che di fare il Bibliotecario non avevo voglia, ho passato la giovinezza in Biblioteca! Così, m’è stato detto: e perché non l’ Archivista?

CM: Sembra interessante. Che tipo di lavoro fa?
AB: Mi occupo di compilare e tenere in ordine le schede di ciascuno studente. In quella stanza c’è un pezzo di pergamena dove rimane l’ impronta della vostra vita. Annoto chi siete, da dove venite, che tipo di famiglia avete, che voti prendete, quante assenze fate a lezione…e a questa documentazione possono accedere solo gli insegnanti – i genitori solo in casi straordinari, con un preavviso scritto di quarantotto ore.

CM: Ommiaddea. Perciò, in quella stanza, ci sono le schede di tutti gli studenti di Hogwarts?
AB: Di quelli che sono passati di qua negli ultimi dieci anni, esattamente. Le altre vengono tenute nelle grandi librerie del corridoio, ma comunque protetti con incantesimi che garantiscono la massima sicurezza. Il ministero ci tiene a queste cose e a me pare giusto garantirvi la giusta privacy. Non trova anche lei, signorina?

CM: Sì, senza dubbio. Ma, mi dica, le piace il suo lavoro?
AB: Vuole scherzare! Io adoro il mio lavoro! Contribuire indirettamente alla formazione di giovani menti, sbirciare dal buco della serratura più privilegiato il più luminoso periodo della vostra esistenza…ma, signorina Midlee, è il caso che vada. Sta per iniziare la sua riunione del CIPCIOP, non è vero?

Con questo, finisce la mia avventura fra i segreti della Segreteria.
Sperando di averne svelati alcuni ai miei lettori.

Charlotte Midlee