Lavorare in una vera redazione

Trasfigurazione Oggi: una delle pubblicazioni specializzate più importanti del nostro mondo; una delle riviste a distribuzione mensile più prestigiose e selettive dell’editoria magica; un giornale che mantiene gli standard più alti ormai da secoli. Devo aggiungere altro? Certo, mi spreco a ripetere ancora una volta che durante l’estate appena trascorsa questo giornale ha preso me nel ristretto numero dei suoi stagisti. L’attuale direttore, l’ultra centenario Nereus Dalloway, mi ha detto che non prendevano stagisti così giovani da quasi un secolo, ovvero da quando lui stesso è stato assunto come apprendista. Posso dedurre che lavorare a Trasfigurazione Oggi allunghi la vita, anche se probabilmente, a guardare il signor Dalloway, aumenta anche le probabilità di sordità. D’altra parte converrete con me che con orecchie come le mie è difficile diventare sordi, no? E ovviamente commenterete anche che i famosi standard di questa redazione si sono spaventosamente abbassati, visto che hanno assunto me e bla bla bla. Tutte balle. Tre quarti di questa scuola si farebbe investire da una carica di Erumpent piuttosto che ammettere che me lo sono meritato. Quindi a questo punto avete due possibilità: spalancare bene le palle degli occhi e continuare a leggere questo articolo o tornare a bearvi di quanto è idiota e inconcludente Alfred Lewis. Come si suol dire, l’importante è crederci. Scritto questo, a quelli che continueranno a leggere assicuro che non canterò le mie lodi nè calcherò la mano sull’inutilità esistenziale di certi esseri che vagano per la nostra scuola. Qui mi interessa riportare una giornata tipo in una redazione seria (non come quella del fu Eco, per intenderci), raccontare quello che succede, chi si incontra tutti i giorni e cosa c’è dietro le porte di Trasfigurazione Oggi.

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Ore 7.00 AM. Per grazia di Merlino, la giornata non inizia sempre a quest’ora. Una volta ogni due settimane, il mercoledì, alle sette in punto nell’atrio si smaterializzano due elfi domestici che portano il materiale deperibile ordinato dalla redazione: pergamene per le minute, piume semplici e Prendiappunti, inchiostro e via dicendo. La maggior parte delle volte il compito di prendere il materiale e portarlo in deposito è lasciato ai novellini. Nella foto accanto ci siamo per l’appunto io e Ben, apprendista fotografo, che aspettiamo fuori che arrivino questi benedetti elfi. Visto che il signor Dalloway è particolarmente pietoso nei confronti dei ragazzi, incarica sempre i due elfi domestici di portare anche la colazione. Ci sono volte in cui va bene, e gli elfi portano succo di zucca e uova di gallina; altre volte, se gli elfi hanno dormito poco, si distraggono e portano uova di Fwooper. Non voglio neanche sapere cos’è la roba arancione che scambiano per succo di zucca.
Ore 9.00 AM. Orario di apertura ufficiale della redazione. La maggior parte del flusso di giornalisti e fotografi si smaterializza nella fascia oraria tra le nove meno dieci e le nove e dieci. Dovete sapere che Trasfigurazione Oggi è molto legata alla tradizione e conta una ventina di giornalisti davvero vecchi, tutti facenti parte del Consiglio di Redazione. Pare che questi qui non abbiano bisogno di dormire tanto di notte, perciò spesso si trovano lì già prima dell’arrivo degli elfi domestici di carico di cui dicevo sopra. Quelli che non hanno voglia di Smaterializzarsi (o che non lo fanno per problemi di osteoporosi, ci scommetterei 40 Falci) usano i camini di Metropolvere in fondo all’atrio. Gira voce che Dalloway sia stato visto in qualche occasione arrivare in redazione alle quattro di mattina su una macchina volante. E quando dico "arrivare in redazione con la macchina" intendo proprio che ci è entrato, sfondando la vetrata del suo ufficio al piano rialzato. Leggende metropolitane, forse.
Ore 9.00 AM – 1.00 PM. Una comune mattina di lavoro in redazione, si può pensare. Una cosa del genere, diciamo. Prima di tutto, sei giorni su sette, tre quarti dei giornalisti (quelli che hanno ancora l’uso delle gambe, insomma) vanno fuori a fare ricerche, intervistare gente, scattare foto di ibridi trasfigurati e mutazioni mal riuscite. Di solito ci si divide in gruppi: uno si occupa delle ricerche tradizionali sulla Trasfigurazione, un altro si ferma al Ministero della Magia per raccogliere le ultime novità sulla Trasfigurazione sperimentale, un altro passa dal S. Mungo per documentare eventuali casi di arti trasfigurati per incidente e non; infine c’è la sezione che fa un salto all’estero a raccogliere notizie e i singoli che vanno in giro per le interviste. Io ho fatto parte un po’ di tutti i gruppi, perchè gli stagisti li piazzano dove serve e tanti saluti. Però non mi sono neanche dovuto sforzare di arruffianare qualcuno, visto che c’era il padre di Rowumber che mi portava dietro come portaborse assistente.
Ore 1.00 PM – 2.00 PM. Pausa pranzo. La redazione non paga per tutti i suoi dipendenti, ma Dalloway ha un paio di agganci in un pub e di tanto in tanto ha consigliato a me e agli altri stagisti di prendere la Metropolvere e andare a pranzare lì. C’è il piccolo dettaglio che questo pub è in Australia, ma in fondo il canguro arrosto non è male. Quando proprio ci si stufa, si scende semplicemente a Diagon Alley. In genere i lavori riprendono presto, tranne per i giornalisti più vecchi, che di pomeriggio dormono. Ma loro hanno gli uffici privati con tanto di brandine, perciò il massimo fastidio che danno è un russare cadenzato. Per chi è abituato a quello di altre quattro persone in dormitorio, non è un gran problema concentrarsi.
Ore 2.00 PM – 5.00 PM. Per tre ore la grande camera di redazione, cosparsa di scrivanie, presse portatili, promemoria svolazzanti, elfi domestici, ricorda molto la nostra biblioteca quando la Hawthorn è in pausa pranzo: un caos. Giornalisti che scribacchiano ai loro tavoli, apprendisti che corrono di qua e di là portando libri da studiare e vecchi articoli da consultare, gufi che entrano dalle finestre con gli aggiornamenti degli inviati esterni, pellicole fotografiche e lavagne con schemi di trasfigurazione che fluttuano a mezz’aria per raggiungere i loro destinatari. E c’è lui, Dalloway, con i suoi sicuri centododici anni di età (ma per me saranno anche di più) che saltella da una postazione all’altra, controlla, consiglia, rilegge… E mi chiama Arold, già. Dopo la seconda settimana che ero lì ha finalmente cambiato musica. E ha iniziato a chiamarmi Alan. Il fatto è che oltre a non sentire bene, non ha buona memoria per i nomi. Per un lungo periodo ho pensato che fosse Summers con una nuova identità. C’è da dire però che lui sì che fa il Caporedattore. E trova anche il tempo di incoraggiare i nuovi ("Mi piace la tua bozza di stampa, Arold!").
Ore 5.00 – 6.00 PM. Ultima ora prima della chiusura ufficiale. Non tutti si trattengono per questo periodo, in genere solo gli archivisti, gli elfi che smistano la posta e i fessi gli stagisti che aiutano a chiudere i registri di entrata e di uscita. Il giorno due di ogni mese, alle sei di pomeriggio, si manda in stampa. Le presse sono dotate di un incantesimo che ne permette il funzionamento automatico (Incanto Tipografico) e di conseguenza un solo mago resta nelle ore notturne a controllarle. Le copie fresche di stampe sono distribuite il giorno tre del mese. Come per il Profeta, esiste un servizio abbonati via gufo. Le famiglie di maghi che possiedono uno o più elfi domestici fanno ritirare la propria copia da loro. Un’ostentazione inutile che, tra l’altro, produce in redazione soltanto più caos del normale nella giornata di uscita. Immaginate un gruppo di elfi domestici che ti girano intorno urlando "Dammi la copia del mio padrone!" all’unisono, e nessuno di loro specifica chi Bolide è il suo padrone. Indovinate chi si occupa di dare retta a questi fattorini fuori posto? Sempre gli stagisti. D’altra parte questo spiega perchè parecchi stregoni di mezza età a Trasfigurazione Oggi sono già sordi. A meno che questa della sordità non sia una scusa del Consiglio di Redazione per non sentire le richieste di aumento di stipendio cambiare ogni tanto gli elfi che portano la colazione.
E quindi, se Merlino vuole, la giornata si conclude così. Può talvolta capitare che in redazione piombi un gruppo di Goblin che pretende di avere in anticipo di due settimane la sua copia del giornale, solo perchè a pagina 12 c’è un articolo sulla Trasfigurazione applicata all’oreficeria. E in quel caso ti tocca tenerli buoni e giocare a Sparaschiocco con loro per un po’ (niente puntate a Galeoni), finchè non decidono che possono aspettare per la loro copia. E si presentano ventiquattr’ore dopo. O capita anche che nelle salette di sperimentazione due fotografi litighino per chi deve far la foto ad un dato esperimento; uno dei due ne esce con un occhio in più, l’altro con uno in meno. Per fortuna gli incantesimi di Scambio sono reversibili. Insomma, mettiamola così: se si è già abituati a stare in una gabbia di matti, che può essere il campeggio babbano o questa scuola o, nel piccolo, la Sala Comune Serpeverde o la redazione della Voce, l’impatto con questo ambiente di giornalismo serio non è poi così traumatico. Certo, nessuno è lì a farti moine quando si avvicina l’orario di chiusura e vorresti qualcuno che ti raccolga con un cucchiaino. Se poi si è fortunati e si ha qualcuno da cui farsi coccolare tirare su di morale quando si stacca alla sera, allora buon per me gli interessati.
Nonostante questo, c’è poco da fare: questo è lavoro, non una gita ad Hogsmeade. Si può anche ottenere onore e gloria, ma solo se la si merita davvero. Il tempo delle targhe di merito distribuite per beneficienza ormai è finito.

Alfred Lewis