Uncle Unconscious.
Ovvero: ciò che frulla nelle teste di chi schiantiamo a Difesa.

Chiamato così ad opera d’uno scherzo del destino – cattiveria genitoriale, gioco di assonanze o come dir si voglia – Upton "Uncle" Unconscious è lo studioso della mente che ha detto no agli affollati reparti del San Mungo per iniziare a dedicarsi ad una vita di stenti; voglio dire, ad una serafica esistenza a contatto con la natura e le più disparate creature che abitano il nostro mondo!
Ed ecco che tra un tentativo e l’altro di far costituire un Lepricano, in quanto falsario, ed il collezionare stick di burrocacao in vista di un incontro (caliente?) con un Dissennatore, egli decise che anche le creature magiche più insospettabili erano dotate di sentimenti, un cervelletto pensante, e persino della capacità di sciogliersi in singhiozzi. Un po’ come l’adolescente medio, solo che avrei qualche dubbio circa il cervello laborioso che dovrebbe accomunare i due tipi.
A mettere in discussione l’intelligenza d’altri non sarò comunque io, bensì i numerosi allevatori di creature magiche a cui è letteralmente caduta la bacchetta dalla manica al dire di Unconscious; lo hanno chiamato pazzo, visionario, raccontafavole. Tant’è che ispirato dai suoi critici stessi – come spesso accade in arte: Fauves, Impressionisti, Trollittura… vi dicono niente? – Upton ha sfornato in breve tempo un libro dietro l’altro con protagoniste le sue sopravvalutate bestiole. Non si parla, in ogni caso, di soliti Elfi Domestici sovversivi o Fantasmi dalle tristi storie alle spalle, ma di Lethifold, Mollicci, Kappa e quanto altro da un’introspezione che farebbe invidia ad Amleto.
nome immagineL’ultimo parto del nostro zietto è un tomo piuttosto spesso, ma delle 843 pagine totali veramente poche servono a descrivere ambientazioni o avvenimenti; le emozioni si fanno infatti motore della storia, ragion per cui a me il libro non è piaciuto molto – in occasione di questo articolo ho avuto però modo di riscoprirlo, sapete? oh, e poi non sentite anche voi l’amore nell’aria? no? no? … nemmeno io, eh.
Comunque. Il titolo di questo romanzo è nientemeno che Baciami, cervo, dove cervo non sta per l’animale Babbano ma per un Patronus che, in forma corporea, assume appunto tali fattezze. L’entità in questione appartiene ad un tale di cui l’autore preferisce svelarci poco o niente (che sia Harry James Potter?), limitandosi a descrivere i movimenti un po’ goffi della sua bacchetta prima di richiamare il cervo. Dov’è l’amore? – starete dicendo voi. L’amore… beh, sta nel fatto che durante una capatina ad Azkaban un Dissennatore veda il Patronus in questione e se ne invaghisca; non solo, da come in tutta la storia vengono descritte le sensazione del suddetto verrebbe da pensare di star leggendo le memorie di una Dissennatrice – Unconscious, comunque, non ha mai smentito o confermato questa voce probabilmente per rendere il suo lavoro più ambiguo.
Ma il crudele destino stimolerà la fame della nostra eroina che si avventerà sull’evocatore del proprio amato, strappandogli l’anima. Tra pagine di rimorsi, ricordi et simili Uncle Unconscious riesce comunque a chiudere la vicenda in maniera dolceamara, un finale, quindi, che a me piace definire maledettamente non conclusivo. Però al pubblico femminile in generale Baciami, cervo è piaciuto tantissimo, e sembrerebbe che molte streghe si siano riconosciute nei pensieri di lei, o lui, o di esso.
Lo consiglio comunque anche ai ragazzi nel caso volessero farsi un po’ di risate come se l’è fatte la sottoscritta.

Tuttavia non pensate che disprezzi Unconscious a priori, anzi sono rimasta molto colpita dal suo Quel Molliccio nel comò: vicenda stavolta ironica che scruta tra i pensieri di un disperato Molliccio, incapace di spaventare la famiglia che ha acquistato, a prezzo stracciato, la sua dimora per… riempirla di calzini. Sono state tuttavia notate delle analogie tra questo libro ed il racconto Babbano Il Fantasma di Canterville; ora io non avendolo letto non saprei commentare l’ennesima calunnia ai danni di Uncle, ma se voi doveste saperne di più, o pensate di saperne di più, scrivetelo in bacheca e coaliziamoci: perchè a quel punto anche una bella Strillettera from Hogwarts non gliela toglierebbe proprio nessuno.

Freya Airanhart