Durante questi ultimi anni, tanti scribacchini si sono divertiti a giocare con la parola "Halloween" scomponendola sempre in maniera più o meno originale, sfruttando persino le varie assonanze a cui si presta questo nome. Per una volta invece a me piacerebbe riportare l'attenzione sulle vere origini di questo termine, che altro non è che una variante scozzese del più classico " All Hallows Eve". Una cosa che accomuna maghi e babbani è quella di dedicare più attenzione alle vigilie delle feste, piuttosto che alle feste stesse. Non è poi così strano però se ci riflettete: è più divertente organizzare i preparativi per Halloween, piuttosto che stare in Sala Grande a mangiare durante la festa, nonostante non ci sia più il rischio di venire sgozzati con uno zuccotto, ma al massimo quello di rimanerci secchi per la presenza dell'ennesimo intruso che piomba senza preavviso nella scuola. E' un periodo che si trascorre all'insegna di scherzi più o meno di cattivo gusto, in cui si va alla ricerca del costume più spaventoso o di quell'incantesimo perfetto che renderà gli addobbi davvero, davvero, terrificanti. Tutto sommato però, Halloween è una tra le feste che preferisco, e non tanto perchè non sei obbligato ad indossare uno di quegli orrendi abiti da cerimonia che si vedono al Ballo dell'Agrifoglio, ma più che altro perchè è la festa in cui si abbattono le frontiere. Secondo la tradizione infatti, allo scoccare della mezzanotte tra il 31 ottobre e il 1 novembre si abbassa quel muro che separa il mondo dei vivi da quello dei morti. E' una cosa che alcuni trovano affascinante, probabilmente perchè nutrono la speranza di poterne dire quattro alla loro bisbisnonna che non gli ha lasciato nulla in eredità, altri invece provano paura e timore, un pò come succede ogni volta che si abbassa qualsiasi tipo di barriera. Ma non è questo il bello di Halloween, dopotutto? Correre dei rischi, osare, stupire…spaventare. Quest'anno se volete davvero far prendere un colpo a qualcuno, provate ad abbattere qualche barriera anche voi. Basta poco, posso confermarvelo. Pensate per esempio a quel filtro che si interpone tra i vostri pensieri e la vostra voce. Cosa succederebbe se abbattessimo questa sottile barriera, e fossimo costretti a dover esprimere tutto ciò che ci passa per la mente? Immaginate, che so, di trovarvi davanti al professor Thofteen, ed essere costretti a dirgli che pensate che non sia affatto giusto che abbia preso il posto del professor Harrenhal come capocasa, nè tanto meno che meriti la cattedra di aritmanzia perchè vi mancano troppo le perle di saggezza del professor Wenlock. Sentite questa, anche: immaginate per un solo giorno di ritrovarvi faccia a faccia con la Outteridge e di sentire l'impellente bisogno di riferirle che è proprio il caso che vada in pensione, perchè non ha più l'età per insegnare, e che la Dalloway è una grandissima arpia che si diverte solo a mettere votacci agli studenti. Siete sicuri che in occasioni del genere non preghereste che Allen Hollowdale venisse in vostro soccorso a censurarvi? Non ci sarà nulla a cui potrete appellarvi per giustificare quello che involontariamente è uscito dalle vostre labbra. Niente spore di polemianta che vi rendono cattivi peggio di un erinni, nessun Imo che ha fatto uscire la parte più violenta di voi, e nessuna cambia personalità che altera il vostro comportamento. E' sufficientemente spaventosa l'idea di doversi prendere la totale responsabilità di dire a voce alta tutto tutto ciò che vi passa per la testa? E di accettarne le relative conseguenze, ovviamente. Ora sta a voi divertirvi o spaventarvi, a seconda dei punti di vista, facendo questo piccolo esperimento. Occhio a non barare però: è severamente vietato pentirsi, rimangiarsi ciò che si è detto, ammettere che si è stati fin troppo avventati e poco riflessivi prima delle ventiquattro ora da quando si inizia a parlare a ruota libera. Buon Halloween!