Annuale rassegna degli incantatori d’orchestra

Si aprirà con il ventisette marzo la centododicesima edizione di “Concordanze”, storica rassegna musicale che ogni anno la cittadina di Hogsmeade ha l’ onore di ospitare; conosciuta e apprezzata ormai anche fuori dai confini del Regno Unito, questa è probabilmente la sola manifestazione a premiare l’ unione di doti magiche e talento musicale. «Un buon incantatore d’ orchestra non è solo un buon musicista» spiega infatti Charles Vallins, critico d’ arte e docente di Trasfigurazione all’ Accademia Magica di Arti Drammatiche. «Certamente, nemmeno la sola forza magica basta, visto che gli incanti, qui, sono esclusivamente un mezzo, un modo per creare arte». In realtà, il riconoscimento di questo particolarissimo tipo d’ artista è piuttosto recente: come gridano anche i manifesti appesi per tutto il centro storico cittadino, il termine incantatore d’ orchestra risale solo al novecento, quando il mago e compositore Daniel Aulek terminò un suo concerto allontanandosi dal pianoforte e stregandolo in modo da poterlo suonare a distanza. «Non era la prima volta che accadeva una cosa simile» dice Ariel Salverelli, che fa parte della commissione artistica della rassegna. «Ma era la prima volta che una cosa simile attirava l’attenzione della critica musicale, vedere un artista considerato serio fare in concerto quello che fino ad allora era stato considerato un gioco un po’ sciocchino fu una specie di ufficializzazione. Quando a fine concerto fu chiesto ad Aulek come definiva la sua ultima esibizione, lui si strinse nelle spalle e semplicemente disse che aveva incantato il pianoforte, in futuro avrebbe voluto provare a farlo con un’intera orchestra. Un anno dopo nasceva questa manifestazione, che attualmente sono lieta di vedere conosciuta e apprezzata non solo dentro i confini del Regno Unito».
strumenti Effettivamente, Concordanze è uno degli appuntamenti più attesi nel mondo musicale magico; malgrado non siano molti i partecipanti, perché diventare un incantatore d’ orchestra a livello accettabile non è affatto facile, gode di molta popolarità specialmente fra i giovani artisti. «Perché è un modo diverso dal solito di esprimerci» dice Stephen Bisacher, appena diplomato all’ AMAD e alla sua prima partecipazione al concorso. «Inutile nascondercelo, molta della nostra musica è mera imitazione di quella babbana. Io penso che le loro influenze siano importantissime, che dai loro grandi possiamo imparare molto, ma dobbiamo anche cercare di andare avanti, di fare un po’ le cose anche a modo nostro. Altrimenti non possiamo dirci artisti». Dello stesso parere è anche la signora Jillian Gardena, vincitrice dell’ edizione passata e suonatrice di violoncello nella Filarmonica Stregata: «Io vengo dalla musica classica magica tradizionale, tuttora suono il violoncello in un’orchestra tradizionale, ma riconosco che sia interessante poter eseguire autonomamente un’intera sinfonia. C’è molta differenza, certo, fra questo e quello che faccio di solito, ma è fantastico, perché posso mettermi alla prova non solo come semplice musicista». Il regolamento del concorso è rimasto immutato, nei suoi centododici anni di storia: il mago (o la strega) deve sostenere una prova di ammissione, a cui può presentarsi chiunque. Solitamente, in prova, i giudici di gara chiedono l’ esecuzione di un brano a loro scelta, consentendo però al candidato di leggere sullo spartito e di provare un paio di incanti, prima di cominciare l’esecuzione vera e propria. Al concorso vero e proprio arrivano i più meritevoli, in un numero che solitamente varia da sette a dieci. In un susseguirsi di prove che variano dal pezzo di repertorio all’improvvisazione, poi, questi si sfidano nella settimana dedicata alla rassegna. «Dall’ anno scorso abbiamo vietato di portare gli strumenti musicali da casa, però» commenta Ariel Salverelli. «Mi dispiace ammettere che i tentativi di brogli erano molto frequenti, ci siamo visti costretti a farlo. Da quest’anno, invece, il pubblico è ammesso ad assistere a ciascuna prova, non solo ai concerti finali: ci siamo detti che questo, per gli artisti più giovani e quindi meno abituati ad esibirsi, possa essere molto utile». Dello stesso parere, in effetti, è anche Marianne Salider, sedici anni appena compiuti e studentessa presso l’ Accademia di Beauxbatons, la più giovane partecipante di quest’ anno: «Studio canto e flauto traverso fin da quando ero bambina, e ancora non sospettavo dell’ esistenza della magia. Quando ho cominciato a seguire le lezioni di magia e m’è stato detto che c’era un modo di unirla con la musica che tanto amavo, sono letteralmente impazzita. Trovo molte difficoltà, perché gli incantesimi che servono mi sembrano abbastanza complessi per una ragazzina come me, ma lo faccio con gioia, perché ho modo di unire le due metà di me, quella magica e quella babbana. Quando incanto un’orchestra, mi sento intera».
Dopo la cerimonia di apertura, la prima delle esibizioni pubbliche si terrà il ventinove marzo al Piccolo Teatro di Hogsmeade: malgrado il prezzo sia di sette falci per un posto in platea, è possibile entrare gratuitamente se si dimostra di studiare musica o pagando solo due falci, se si è al di sotto dei diciassette anni.

Charlotte Midlee