Claire

Claire Miller, cinquantacinque anni, probabilmente fa parte di quei personaggi che verranno usati fino a che gli studenti non li immagineranno con la barba bianca, come paradigma di buoni principi e di buona volontà. Costei, diplomata ad Hogwarts più di trent’ anni fa, finisce sulle cronache scolastiche del suo tempo esclusivamente per un solo motivo, nemmeno uno dei più lusinghieri: è una dei pochi studenti, infatti, che trascorrono fra le mura della scuola di magia e stregoneria più famosa d’ Inghilterra non i canonici sette anni, ma bensì ne aggiungono un ottavo in seguito ad una bocciatura. Non sono esclusivamente malignità, quelle di coloro che ritengono contemplabile la bocciatura ad Hogwarts solo per quanto riguarda un piccolo Troll e non un ragazzino: per sua stessa ammissione, Claire si definisce “un po’ tocca, ma ognuno ha i suoi limiti e io faccio del mio meglio”. Solo dopo molta fatica, consegue infine un solo M.A.G.O., fra le tre materie dei G.U.F.O: Babbanologia, considerato universalmente uno dei più facili da ottenere, uno di quelli per cui basta studiare. Un anno dopo, la signorina Miller viene assunta al Ministero della magia, nella sezione che si occupa delle relazioni con i Babbani: il suo compito, all’ inizio, è semplicemente quello di ricopiare in bella grafia le missive destinate al Primo Ministro Inglese e ad altri organi politici affini.

Copiando (ed essendo quindi costretta a leggere) queste lettere, Claire Miller viene a conoscenza dei problematici equilibri fra il mondo magico e il mondo non-magico. Non ha la pretesa di capirci granché, visto che si è appunto definita un po’ tocca e perfettamente conscia dei suoi limiti, ma nota comunque quanto tutto sia complicato. Capisce perfettamente, quindi, che le due parti non si capiscono: per usare le sue parole, “uno dice succo di zucca e uno dice idromele”, quindi è abbastanza chiaro che ci sia un problema di comunicazione, alla base. Inizia a balenarle in testa l’ idea che, forse, “se entrambi dicessero burrobirra, che poi è anche più buona”, non ci sarebbe più bisogno di una corrispondenza infinita, delle segretarie e dell’ archivio che i suoi colleghi sono costretti a tenere in ordine. Al tempo, non le viene in mente che questo potrebbe farle perdere il lavoro, ma tant’è: il martedì successivo, trenta ottobre di sette anni fa, si presenta all’ incontro fra il Ministro della Magia e il Primo Ministro. Apre semplicemente una porta che nessuno s’era ricordato di chiudere, senza usare bacchette magiche o altri sotterfugi, e sono in molti a vedere in questo ciò che è stato definito successivamente il suo metodo: senza presentarsi, dice che se il problema è che il Ministro della Magia vuole importare un drago cinese in Inghilterra e il Primo Ministro vuole abbattere dei ruderi gallesi in cui forse c’ha vissuto Mago Merlino durante la giovinezza, senza peraltro che ci sia alcun bisogno, allora nessuno faccia nulla e, se non sanno come tenersi occupati, nel mentre, pensino un po’ a sistemare i luoghi che interessano ad entrambi, come Hogwarts che ha bisogno di restauri per i Babbani e di banchi nuovi per i giovani maghi. Per aver utilizzato un po’ di buon senso, da quel momento Claire Miller diventa Il diplomatico, con tanto di articolo determinativo maiuscolo, dei rapporti fra mondo magico e non. Scarduffata, stringe mani a potenti e risolve problemi in maniera così semplicistica da risultare talvolta perfino irritante, e apparentemente senza quasi rendersene conto, però funziona. Finisce sui giornali e rilascia interviste davanti ad enormi tazze di tè bollente, ripetendo sostanzialmente sempre le stesse cose, e c’è chi mormora ci sia un calcolo spregiudicato, dietro a questa sua maschera di superiore semplicità.

Una maschera? Perché mai io dovrei indossare una maschera? Decisamente, mia cara, non ho più l’ età! Dico sempre a mio nipote Nat, il figlio di mia sorella Cathy, di non dire bugie, per quanto riguarda quelle: come potrei insegnare a mio nipote qualcosa in cui non credo?

Sulla vita e sulla vicenda, per certi versi straordinaria, di Claire Miller, è uscita una biografia romanzata di Alan Vaine. Prossimamente, si vocifera che il libro verrà trasformato in uno spettacolo teatrale, spettacolo teatrale di cui Claire Miller non è entusiasta – “ma come fa una a fare me, se quella non è me?

Charlotte Midlee