Ebbene sì, per realizzare questa intervista ho preso il coraggio a quattro mani e ho deciso di bussare alla porta dell’ufficio di una delle docenti più malviste dagli studenti: la docente di Difesa Contro le Arti Oscure, Anassibya Graveyard. La Vegliarda, come viene apostrofata per i corridoi, mi ha accolto nel suo studio dove regnano barattoli di vermicoli, pochi libri ed un grosso pendolo che scandisce il tempo coi suoi rintocchi funerei. Un ambiente del tutto adatto alla donna che occupa quell’ufficio, bisogna ammetterlo. Non mi ha offerto nè un tè nè pasticcini, ma forse non li avrei accettati comunque, considerando le bibite corrette che ha elargito a noi studenti del sesto durante le ore di lezione. Come si dice, fidarsi è bene, non fidarsi… evita di andare al cimitero. 

Clovis: Salve, professoressa Graveyard. Vorrei porle qualche domanda per l’intervista che andrà pubblicata sulla Voce degli Studenti, se lei me ne da il permesso.

Graveyard: Buongiorno a lei, signor O’Gilead (Mi squadra da testa a piedi), non credo che servirà molto tempo per risponderle. Quindi prego, inizi pure.

Perché ho sempre l’impressione di partire col piede sbagliato in ogni cosa?

Clovis: Innanzi tutto volevo chiederle – e penso di parlare un po’ a nome di una buona parte di studenti – perché così tanto interesse nei vermicoli? Ritiene abbiano capacità nascoste che neanche Justin Parker saprebbe individuare? Oppure che rappresentino una sorta di utopica civiltà perfetta, sempre secondo lei? Oppure se ha qualche risposta più razionale delle ipotesi che ho fatto si senta libera di dirlo.

Anassibya: Domanda scontata, ma forse è un bene. Almeno i suoi compagni smetteranno di far battute. I vermicoli sono utili per molte più cose di quanto lei o gli altri studenti di Hogwarts possano pensare. Conferiscono autocontrollo e pazienza, oltre che il silenzio che altri animali non assicurano. Dovrò regalarne qualcuno al signor Parker, a quanto mi dice.

E qui m’ha fatto un sorriso più simile ad un ghigno divertito. Non so in che modo i Vermicoli possano conferire autocontrollo e pazienza, ma ho preferito non addentrarmi troppo nell’argomento. Sul silenzio non posso che concordare!

. Clovis: Passiamo alla prossima, questa volta a proposito del suo metodo di insegnamento. Si sente dire in giro che le sue lezioni urtano la sensibilità di alcuni, lasciando diverse persone sconvolte – o perlomeno impaurite – al termine. Io personalmente credo che sia bene "temprarci" in questa maniera, dopotutto la vita non è fatta di libri e prove pratiche controllate. Cos’ha da dire in proposito? E inoltre, non le viene mai qualche ripensamento, magari per una lezione troppo "forte"?

 

Anassibya: (Si prende un paio di minuti per appuntare qualcosa su una pergamena, probabilmente le definizioni che sente dare sulle proprie lezioni) Le mie lezioni sono particolari, glielo concedo, e sapere che non ve ne sono di simili non nego che mi faccia capire che sto pungolando i lati giusti per abituare voi studenti alla realtà là fuori, quella che non chiede in che anno c’è stato lo scontro maggiore tra maghi e Goblin. Se questo urta la sensibilità di qualcuno posso ipotizzare che, se si tratta di studenti degli ultimi anni, hanno sbagliato corso da seguire; in caso contrario avranno modo di ringraziarmi in futuro, una volta fuori di qui. Non crede anche lei?

Sì, sì, e chi lo mette in dubbio. Cioè, non sono cretino, poi. Non mi metto mica a contraddire così apertamente, oh!

Clovis: Parliamo anche di ciò che accade al di fuori della scuola. Non credo che lei possa dire molto, vista la sua posizione, ma cosa ne pensa dell’operato del Ministero della Magia riguardo la pericolosa situazione che grava sul mondo magico da diversi mesi? Ritiene che ci dovrebbero essere più provvedimenti?

Anassibya: Ciò che accade al di fuori delle mura di Hogwarts arriva a noi come l’eco di ciò che è realmente, signor O’Gilead. Il Ministero, come avrà sentito anche durante la festa di Halloween, tiene a rassicurarci sul suo operato e sulla sicurezza che vi viene garantita stando all’interno del castello. Immagino che sia la condotta più politicamente corretta, così come lei farebbe bene a credere che il politicamente corretto è un linguaggio che non mi si addice.

Praticamente ci prendono per i fondelli o sbaglio?

Clovis: Ora una domanda un po’ frivola e tendente sul personale – se permette. I ciondoli che porta al collo hanno qualche significato particolare? Rappresentano una qualche protezione, o più semplicemente sono dei semplici ornamenti? Ehm, mi scusi per la ripetizione. Sa’, semplicemente, semplice… vabbe’.

Anassibya: (Il suo sguardo si fa più serio e truce) Vede, signor O’Gilead, non credo che un’intervista del genere sia adatta per svelare il potere dei simboli celtici che indosso qualche volta. Si tratta di antichi manufatti tramandati da secoli che hanno il potere di tenere alla larga gli studenti con pochi neuroni. Le confesso però che da quando sono ad Hogwarts inizio a credere nella loro perdita di efficacia.

Non so se considerare un onore il fatto di essermi riuscito ad avvicinare alla Graveyard, allora. Oppure era solo un malfunzionamento dei ciondoli.

Clovis: Secondo lei, professoressa Graveyard, è giusto che noi studenti siamo sottoposti a dei cambi di docenti così frequenti? Riguardavo lo storico scolastico qualche giorno fa, e ho notato una certa continuità tra le cattedre, almeno per qualche anno, mentre ora è un via vai di insegnanti – tranne che per pochi casi. Ritiene che ciò possa influire negativamente su noi studenti? Cioè, del tipo, tutti questi cambi di programma non scombussolano un po’ le idee?

Anassibya: Su questo la penso come lei, credo che voi studenti dobbiate essere plasmati dalle stesse mani dal primo al settimo anno, almeno nelle materie basilari. Non discuto i cambiamenti cui fa riferimento, che si sono resi evidentemente necessari. Sul fatto che sia un bene o un male (a questo punto m’ha puntato la bacchetta addosso) converrà che è una valutazione soggettiva ed in quanto tale preferisco tenerla per me.

Ma che Bolide voleva fare con quella bacchetta? Vabbe’, comunque mi dà ragione. Almeno qui!

Clovis: E con questo, professoressa, chiudo l’intervista. La ringrazio per la disponibilità concessa, e le auguro una buona giornata. Come? Ah, sì! Quella relazione lì… sìsì, certo che l’ho fatta!

Anassibya: Sarà meglio per lei.

Clovis O’Gilead