"Non ho piacere nel ricevere quelle lettere tramite i gufi del Ministero. Spesso fanno una brutta fine, quando incontrano animali della fauna etiope."
Commenta così, in un articolo della Gazzetta del Profeta del novembre 2063. Miss Ndomba si è sempre dimostrata una donna con grande tenacia ed un quasi infallibile intuito, oltre ad una capacità oratoria invidiata da molti.
"Ciò che io e le mie sorelle facciamo, non è altro che riscoprire origini dell’antica magia dalla quale gli stranieri hanno attinto nel corso dei secoli. La colonizzazione dell’Africa fu grandemente appoggiata dalla comunità magica, che all’epoca non disdegnava di certo la possibilità di schiavizzare il mio popolo. Gli sciamani di un tempo non esistono più e per lungo tempo i villaggi etiopi hanno subito attacchi dai maghi inglesi, poi insabbiati tra i registri del Ministero. Sono certa che se si fosse trovato un modo più civile per ‘scambiare’ i saperi, a quest’ora le nostre culture avrebbero potuto intrecciarsi in qualcosa di nuovo e moderno."
Molti sostengono – e sono tra le accuse rivolte alla donna – che sia proprio questo ‘intreccio’ lo scopo della congrega di Azmera Ndomba. Com’è evidente dalle sue dichiarazioni, lei sembra aver completamente dimenticato le proprie doppie origini che si legano inevitabilmente ai maghi britannici tanto disprezzati, sposando piuttosto una cultura che, citando miss Ndomba in persona "non mi è stata imposta, ma è stata una mia libera scelta, appoggiata da mio padre".
Tuttavia l’ipotesi più plausibile è che la congrega DiWo mascheri sotto il suo aspetto umanitario – potremmo definirle le Auror dell’Africa, in un certo senso – un laboratorio di magia sperimentale, tra i cui esperimenti figurerebbero creazioni di Golem senzienti e riti basati sui nostri studi runici al fine di legare persone e animali a sé stessi, con scopi diversificati ed ancora misteriosi. Il Ministero inglese non ha, ovviamente, potuto attuare i controlli di routine in un gruppo del genere, soprattutto data la nazionalità dello stesso. I rapporti col Ministro africano – la gerarchia magica del paese, teniamone conto, è molto diversa dalla nostra – sono sempre stati in punta di bacchetta, e fino ad ora non ci sono stati attacchi da nessuna delle due parti. Che le colpe dei nostri antenati, così delicatamente portate a galla dalla signorina Ndomba, pesino troppo sulle nostre spalle per poter pretendere un’accuratezza specifica nel settore? Staremo a vedere, e chissà che qualche nodo non si sciolga col prossimo richiamo del Ministero nei confronti della moderna Sacerdotessa.
Milo Welsh