Il Kneazle timido fa il Topo Enfatico coraggioso. Questa è la frase con cui – un anno fa – ho concluso il Controeditoriale che annunciava al mondo la sventura di avermi come nuova Caporedattrice del giornale che avete per le mani. All'epoca ho chiesto il favore, qualora qualcuno arrivasse a comprendere il significato di tale detto, di poter capire a mia volta, ma nonostante sia passato un intero anno, non ho ricevuto né alcuna illuminazione dall'alto, né – tantomeno – una spiegazione che potesse soddisfarmi. Quando l'altra sera, nella strenua ricerca di ispirazione per l'editoriale, sono inciampata proprio su quell'articolo, ho pensato di vederci un signo divino, uno di quelli che non puoi ignorare o silenciare, se capite cosa intendo.
Ad indicarmi la corretta via d'interpretazione di un simile proverbio, tuttavia, è stata una delle persone che meno avrei pensato di dover citare – ed in qualche modo ringraziare – non solo perché la sua presenza attorno ad O'Flynn ogni volta che cercavo di parlarci seriamente era ai livelli di un Bundimun che ti guasta il salotto buono, ma anche perché – come tutti quelli che lasciano la Scuola – pensavo sinceramente fosse svanito nell'abbraccio dell'oblio. Si, come forse avete già intuito, sto parlando di Ian O'John, novello Lowul della Comunità Magica che cerca di derubare sul posto di lavoro ancor prima di essere effettivamente assunto. Un Genio con le Rune al rovescio – direte voi – l'emblema dei tempi che corriamo, direi io, ed il perché ci riconduce esattamente alla spiegazione di quel proverbio lì: il problema del caos originato dall’assenza di chi comanda. O, volendo parafrasare il detto stesso, dopo un’attenta e ripetuta osservazione dell’ambiente circostante, il Topo Enfatico, sicuro dell’assenza del Kneazle, si lascia prendere dall’euforia, chiama i suoi compagni e, tutti insieme, si danno alla pazza gioia, scorrazzando da un angolo all’altro della casa; sicuramente si affretteranno a fare riserva di alimenti ma, a fine giornata, non potranno resistere a un altro po’ di divertimento e balleranno fino a notte fonda, ignari del pericolo. Il Kneazle, infatti, torna sempre a casa, e se piomba nel bel mezzo della festa, dei Topi Enfatici si fa un sol boccone.
Traendo spunto dalla vera storia di Spezzaincantesimi O'John e mister Hype, dunque, non è tanto pensare che l'irlandese possa aver sbattuto la capoccia sull'ultimo gradino della Gringott perdendo quell'alito di senno che gli restava, ciò che mi preoccupa, quanto cosa realmente possa averlo  spinto a tentare un'impresa catastrofica come questa. Una scommessa con quell'altra testa bacata del suo amico O'Flynn? Voler dimostrare che un vero e motivato Spezzaincantesimi deve letteralmente farsi spaccare qualche osso, prima di potersi definire tale? Cercare un motivo fantasioso per abbandonare la carriera non avendo il coraggio di ammettere con il parentame che la sua strada inizia e finisce con un calderone di monete donate dai Lepricani, da bravo cultore di San Patrizio?
Probabilmente non lo sapremo mai, alimentando in questo modo la favola romantica che lo vorrebbe – rido – in cerca di una propria dote per non sfigurare dinnanzi al gruzzoletto che Katniss Grey sta mettendo da parte, ma resta il fatto che, se O'John è potuto arrivare sino alle viscere della Gringott, da qualche parte c'è una falla. E no, non mi riferisco al sistema di sicurezza dei Goblin che già ci sopportano come una Gomma Bollente che ti si attacca alla scarpa, quanto più a cercare di capire cosa non va nella Comunità Magica se uno sbarbatello pensa di derubare la Banca dei Maghi, due giovani vite sono spezzate nell'indifferenza generale e gli Auror si schiantano a vicenda.
Eh già, è un'altra bella storia anche questa, di quelle da raccontare le sere di Halloween quando hai finito gli aneddoti sui Mannari che camminano per i corridoi di Scuola o quelli che ti paralizzano peggio della sostanza che ci ha bloccati tutti, di recente. Questa storia, però, ha il piccolo particolare di non essere poi così tanto inventata o ingigantita, né di aver come protagonisti i soliti Giganti, Troll o altri mostri simili.
E no, sembra proprio che in quella casa di Braintree sia andato in scena un regolamento di conti – o qualcosa che gli andava molto molto vicino – non solo tra due che dovrebbero essere dallo stesso lato della barricata, ma – il che è più preoccupante – tra due che fanno parte delle Forze dell'Ordine Magico. Ora, non so voi, ma io la storia degli incidenti non me la bevo più da un pezzo, anche se tutte le volte che ho provato a parlarne con Jayden ha sempre sostenuto di dover studiare Cura dei Babbani pur di non affrontare il discorso.
Ci deve essere per forza qualcosa che non va, andiamo! La Comunità Magica non può essere impazzita di colpo – e no, non lo è, credetemi – né voglio credere che ci siamo bevuti tutti il cervello pensando che sia ammissibile derubare la Gringott o fare del male agli studenti che dovresti istruire ed allevare – in qualche modo – o smettere di guardare le spalle ai propri compagni. Chi è il Kneazle della nostra storia, dunque? E, cosa ancora più inquietante: sta già rientrando a casa per trovarci tutti riuniti ed abbatterci?

Merida McReady. Scozzese dei monti Am Monadh (Grampians in lingua inglese) e Tassorosso per buona lena e tempra davanti alle difficoltà, frequenta il settimo anno e, come tiene a sottolineare, anche tutti i corsi extra che possono affinare la sua "non grazia" da sindacalista. Attivista e fondamentalista in tutto ciò che riguarda la fauna del mondo magico, paragona spesso studenti e docenti a Creature poco conosciute di cui ha sentito parlare dagli innumerevoli cugini tra cui spicca Robert McReady. Diretta e senza peli sulla lingua, non si fa problemi nell'esprimere ciò che pensa anche quando non può piacere, anzi, soprattutto quando sarebbe preferibile addolcire la pozione prima di somministrarla o quando, da Caporedattrice, dovrebbe dare il buon esempio. "Gli scozzesi non danno proprio niente" la sua eterna giustificazione in merito. L'ironia decisamente scozzese e le descrizioni caricaturali di chi la circonda emergono dai suoi articoli sebbene la sua missione annuale – per ammissione – sia quella di riuscire a farsi una fotografia con Laury e Darsel sebbene tanta grinzaficaggine sia difficile da contenere in un unico scatto. Fiera sostenitrice dell'abbandono delle Terre di Bleah, ogni occasione è buona per sottolineare come il Ministro della Magia abbia i mesi contati. Per l'esattezza sino a Luglio del 2073.